premessa

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Di che si parla?

Chiariamo subito che non si tratta di un testo religioso (non esiste un San Remo protettore dei marinai...) né di una guida turistica sulla Liguria.

Si parlerà, ovviamente, della più grande manifestazione canora italiana: è il Festival di Sanremo che, con alterne fortune, rappresenta un evento unico nel suo genere al mondo, seppur bistrattato spesso da noi italiani (a volte giustamente, troppe volte per snobismo).

Perché ne parlo?

1951-2020 significa che la prossima edizione sarà la settantesima.

Mi ha spinto a parlare di Sanremo il fascino di quello che mi appare quasi come un rito propiziatorio artistico in cui tutti insieme nello stesso istante, per una volta all'anno, possiamo scoprire di colpo quei nuovi intarsi di note e parole che, per brevità, chiamiamo canzoni.

Alcune di esse le apprezziamo al primo ascolto, per altre ce n'è bisogno di un secondo o di altri cento; altre di esse, invece, le vituperiamo ad ogni nuovo assaggio

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Alcune di esse le apprezziamo al primo ascolto, per altre ce n'è bisogno di un secondo o di altri cento; altre di esse, invece, le vituperiamo ad ogni nuovo assaggio.

Poi c'è il gioco del percepire vaghe somiglianze ad atmosfere di vecchi brani, voluti riferimenti a generi o artisti passati, evidenti plagi di incisi e ritornelli.

Infine c'è il divertissement di prevedere il successo delle canzoni cantate da nuovi volti che arrivano su quel palcoscenico o anticipare per i vecchi dei de profundis artistici (intesi non come particolarissimi bastoncini di pesce, ma finali definitivi di carriera).

In che modo ne parlo?

Ammetto che, in definitiva, si tratterà di una scusa per scrivere: un'occasione per un viaggio nella mia memoria da bambino prima e da ragazzo poi. L'adulto che sono diventato avrà, però,  l'occasione di citare gli interpreti e gli autori che ammira oggi, almeno tra quelli che son passati dal Festival (per gli stranieri e gli extrasanremesi magari ci penserò più avanti in un'altra opera su Wattpad).
Una sorta di autobiografia musicale dell'ascolto.

Se verrete "Via con me" (Paolo Conte docet), vi accorgerete, infatti, che i capitoli non seguiranno una scansione temporale lineare, ma quella del mio rapporto con Sanremo

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Se verrete "Via con me" (Paolo Conte docet), vi accorgerete, infatti, che i capitoli non seguiranno una scansione temporale lineare, ma quella del mio rapporto con Sanremo.

Parlerò, a meno che non sia strettamente necessario, solo di musica e non di divagazioni su aspetti di costume o di "spettacolo d'arte varia" (Paolo Conte ri-docet) che in genere inquinano ogni anno la manifestazione canora.

Con chi ne parlo?

Fondamentalmente con me stesso, ma ovviamente sarà graditissimo anche l'insindacabile gusto artistico di chi vorrà commentare.

A questo proposito, chiedo scusa già in anticipo se con i miei giudizi artistici urterò involontariamente la suscettibilità di chi la penserà in modo diverso da me.

Buona lettura, per chi lo vorrà, ma anche buon ascolto

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Buona lettura, per chi lo vorrà, ma anche buon ascolto.

Sanremo (Luci e ombre del Mascalzone Latino)Where stories live. Discover now