XLII: Soffioni

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"Che ha in sé il sangue dei dragonieri" pensò lei, invitando il reggente ad avvicinarsi.

Era rimasta sbalordita all'arrivo di Lögi, in quanto l'uomo, oltre a un migliaio di soldati semplici, aveva portato con sé un piccolo contingente di cavalieri accompagnati da draghi. Lui stesso si era presentato davanti a lei con la sua compagna, un meraviglioso animale dalle scaglie azzurrine e gli occhi argentati profondi come pozze ghiacciate; i baffi candidi e le corna arricciate sul capo, oltretutto, le davano un'aria delicata, in netto contrasto con la triplice arcata di zanne nere di cui aveva fatto mostra in quello che le era parso un sogghigno. Ciò che aveva confuso ancor di più Nives, però, era stata la risata cristallina di Lögi, seguita da un commento sconcertante.

"Ìs vi trova buffa" le aveva detto dopo essere sceso dal drago.

Nives aveva provato a ricomporsi, ma gli sforzi erano serviti a poco, visto che non era riuscita a trattenersi dal parlare. "Non credevo foste anche voi legato a un drago."

"Temo non siate a conoscenza di molte cose sul mio conto" le aveva sussurrato enigmatico, prima di prenderle la mano e lasciarle un bacio sul dorso.

Sangue del suo sangue, l'uomo era sangue del suo sangue.

"Sono lieto di avervi finalmente trovato" le disse, fermandosi davanti a lei. "Posso sedermi al vostro fianco?"

Nives annuì e Lögi si lasciò cadere con poca grazia vicino al muso del drago, all'apparenza per nulla preoccupato di ciò che avrebbe potuto fargli Zaekr. Rimasero in silenzio per un tempo indefinito, allietati solo dal verso degli uccelli, nell'attesa che uno dei due si decidesse a fare la prima mossa.

"Ho bisogno di chiedervi una cosa" cedette infine Nives, mentre il drago le sussurrava tra i pensieri di procedere cauta, senza esporsi troppo.

"Spero di potervi rispondere."

Aveva l'aria di sapere già cosa volesse dire, ma Nives non si fece intimorire.

"Al vostro arrivo ammetto di essere rimasta... sorpresa" mormorò, lisciandosi i capelli. "Com'è possibile abbiate un drago?"

Lögi scosse la testa, lasciandosi scappare una risata amara. "Voi dragonieri... I figli prediletti degli dèi, gli unici che posseggono un dono simile. Trovo quasi commovente la vostra fede."

"Non osate prendervi gioco di me" sibilò Nives, mentre Zaekr l'ammoniva: "Non farti prendere da una rabbia inutile. Lascialo divertirsi, se lo desidera."

"Non mi prendo gioco di voi." Lögi scosse la testa, un sorriso malizioso a increspargli le labbra. "Solo... mi pare assurdo troviate inconcepibile l'esistenza di certi impulsi."

L'occhiata penetrante che le lanciò la fece arrossire fino alla punta delle orecchie e la costrinse ad allontanare lo sguardo verso le risaie. Dèi, la faceva impazzire.

"Per ciò che mi ha detto mia madre, potreste essere mia cugina" aggiunse intanto lui, per nulla colpito dalla sua reazione pudica. "Potrei chiamarvi in tal modo quando ci troviamo soli, non trovate?"

Un ringhio di Zaekr lo fece sobbalzare e distrusse la tranquillità ostentata; si era spinto troppo oltre, e il compagno aveva fatto bene a rimetterlo in riga. Nives, però, non poté fare a meno di pensare a quanto sarebbe stato sconveniente e di cattivo auspicio sottolineare il presente legame che il Consiglio aberrava.

"In ogni caso, non ero venuto per discutere di questo."

"No?"

"Non credo sia sano né per voi, né per i vostri uomini, trascorrere intere giornate a languire in attesa di Mano Rossa."

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