XXIV: Fumi di ricordi

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"Non riesco a comprenderti."

Nives alzò lo sguardo dalla mappa che stava studiando e lo rivolse incuriosita a Winloas, seduto su una poltrona posta vicino al camino; era rimasto in silenzio per gran parte della sera, perso dietro a pensieri lontani mentre guardava il fuoco crepitare davanti a lui.

"In cosa?" chiese lei, appoggiandosi coi gomiti sul tavolo per poter sostenere la testa coi palmi delle mani. "Ho fatto qualcosa di errato?"

"No, no." Winloas scosse il capo, distogliendo gli occhi dalle lingue di fuoco che si arricciavano su se stesse. "Continuo solo a chiedermi come mai tu non voglia salire subito al trono, anche se potresti. Hai il favore del popolo e Verkað tesse le tue lodi, quindi... perché?"

La giovane rimase in silenzio per una manciata di attimi, sostenendo l'occhiata rivoltale da Winloas; un sospiro le scivolò fuori dalle labbra quando l'altro, probabilmente in imbarazzo, distolse le iridi chiare. Certe volte le pareva stesse nascondendole qualcosa.

"Non posso diventare regina, non ora" si decise infine a rispondergli, tornando ad appoggiarsi allo schienale della sedia. "Conosco a malapena la vita di corte. Come puoi pensare sarei capace di governare un popolo?"

"Te lo insegnerò io." Winloas batté le mani sui braccioli. "Potrei esserti consigliere fino a quando non sarai pronta. Il popolo gioirebbe del ritorno dei Bálit."

"Ma non il Consiglio" lo rimbeccò lei, prima di scuotere appena la testa. "Non riesco proprio a capire per quale motivo odi la tua posizione. Sai bene che il mio assumere comando, ora come ora, sarebbe una rovina."

Senza attendere una risposta, tornò a studiare la mappa che le era stata consegnata il giorno precedente, sulla quale era ancora tracciata l'antica divisione dei territori, prima che Everett si ribellasse al governo dei dragonieri e lo modificasse. Rispetto a ciò che aveva studiato sotto la tutela dei Guardiani, solo il Laeiros era rimasto immutato; anche l'Oltre, infatti, le si apriva al nord davanti agli occhi in un vasto crogiuolo di piccoli regni, mentre nei confini più lontani erano segnate solo regioni con cui i sovrani precedenti avevano intrattenuto rapporti commerciali. In un primo momento, la differenza tra ciò che sapeva e ciò che era stato l'aveva lasciata spaesata, ma ci era voluto poco affinché il tutto riassumesse la corretta prospettiva. La confusione, però, era stata il giusto monito, capace di portarla alla decisione necessaria per studiare il vero passato, non la storia dettata dal tiranno e dai Guardiani. Doveva capire qual era stato l'errore che aveva permesso a un solo uomo di sgretolare il sistema precedente; allora sarebbe stata in grado di governare, non prima.

"Solo per Cymneat."

L'improvviso sussurro di Winloas la fece sobbalzare sulla sedia. Nives lo osservò e poi si decise ad arrotolare la carta; non sarebbe riuscita a concentrarsi sullo studio, non quando quelle affermazioni sibilline le solleticavano la curiosità.

"Solo per mio padre?" chiese all'uomo, nella speranza di capire il corso dei suoi pensieri.

"Solo per tuo padre" confermò lui, per poi alzarsi e prendere la pipa, lasciata appoggiata sul tavolo occupato da Nives.

La ragazza lo osservò tornare sulla poltrona davanti al camino e caricare l'arnese, concentrandosi su ogni singolo gesto quasi fosse l'ultimo. Solo dopo aver aspirato una lunga boccata si rivolse di nuovo a lei. "Ho passato centinaia, se non migliaia di serate seduto in questo posto" disse, lasciando vagare lo sguardo sull'ambiente circostante. "Cymneat e io amavano conversare per delle ore, cullati dalla sensazione di non essere più a Centrum Norr, ma in un luogo lontano e remoto da tutto."

In effetti, il piccolo studio era diventato in poco tempo anche per Nives un rifugio; amava trascorrere qualche ora al suo interno dopo una lunga giornata trascorsa con Verkað e il Consiglio, oppure con Zaekr nell'arena sotto lo sguardo attento di Peeke. All'inizio le era parso spoglio, vista la presenza di un unico tavolo che occupava parte della stanza, accompagnato da uno scaffale a muro colmo di libri e la poltrona occupata da Winloas, ma col passare dei giorni ne aveva apprezzato la semplicità.

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