XXIX: Fedeltà

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"Sei proprio certo di non volermi seguire a Saat?"

Winloas sospirò e lanciò uno sguardo in tralice a Nives, seduta al suo fianco con le braccia conserte e un'espressione preoccupata dipinta sul volto arrossato dal vento. Tornò a concentrarsi sulla pipa tenuta in mano, girandosela tra le dita e sentendo scorrere sotto i polpastrelli gli intarsi decorativi.

"Sai che è mio dovere rimanere a Centrum Norr" le rispose a malincuore, caricando l'oggetto. "Sono ancora il tuo reggente, in fin dei conti, e non sarebbe saggio lasciare la città solo in mano al Consiglio fino al tuo ritorno..."

La ragazza lo guardò con fare supplichevole, lasciando oscillare i piedi nel vuoto. "Ti prego..." mormorò. "Io ho bisogno di te."

Winloas distolse lo sguardo e accese la pipa, per poi portarla alle labbra. Si mise a fumare in silenzio, con lo sguardo perso sulla città che gli si stendeva davanti, i cui comignoli facevano contrasto con un cielo talmente azzurro da far venire le vertigini; in lontananza, ai confini dell'orizzonte, riusciva anche a scorgere il mare e, se solo chiudeva gli occhi, gli sembrava addirittura di udirne il perenne scrosciare. Odiava rompere una simile pace col borbottio di quella conversazione che non avrebbe mai voluto affrontare – i rari spicchi di fragilità di Nives erano ancora un suo punto debole.

Era rimasto sorpreso nel vederla corrergli incontro appena era smontato dal drago, più che altro perché non si sarebbe mai aspettato che alla fanciulla interessassero delle informazioni immediate sull'avamposto a sud; era bastato il tempo necessario per sedersi sul cornicione della torre coi piedi a penzoloni, però, per comprendere che a lei non interessava affatto sapere dell'accampamento.

"Per favore."

L'uomo sospirò ancora una volta. "Mi pare strano un simile bisogno, visto come ti sei impuntata con Verkað" replicò, con gli occhi ancora ammaliati dall'ombra dell'oceano. "Non credo tu abbia bisogno dell'aiuto di nessuno."

"Mi ritieni infantile?" chiese lei a bruciapelo.

"Avventata." Winloas indicò con la pipa un drago che si era appena alzato in volo, librandosi da una torre vicina. "Non è come volare, dove puoi spingerti fin dove desideri."

Notò con la coda dell'occhio Nives sporgersi in avanti col busto, in modo tale da osservare meglio l'animale, oscillando sopra il vuoto. "Attenta" le disse, invitandola a tornare indietro. "È il drago del figlio maggiore della casata degli Stramm, nel caso ti interessi."

"Sotto questa luce le scaglie sono di un viola meraviglioso" replicò lei, sorda alla leggera allusione. "Come mai è diretto verso il Nord?"

"Tra qualche giorno i futuri cavalieri partiranno alla ricerca dei loro draghi e Magnus è stato incaricato di avvertire gli uomini a Sjodr. Domani sarà già di ritorno." Winloas seguì l'animale che scivolava sopra la pianura con grazia. "Per la cronaca, lui sarebbe un ottimo partito."

Nives fece una smorfia, lanciandogli un'occhiata esasperata che, però, non trattenne l'uomo dal continuare il discorso. "Non è certo di alto lignaggio come Peeke, ma rimane un giovane sveglio e prestante" disse, riportando la pipa alle labbra. "Sarebbe saggio cercare un uomo a cui unirti, non trovi? Non solo il Consiglio, ma anche il popolo sarebbe felice di avere un nuovo re."

"Non sono regina da nemmeno una luna e già volete legarmi le mani!" esclamò lei, per poi strappargli la pipa dalla bocca. Se la girò tra le dita, e l'uomo temette che stesse valutando di lanciarla nel vuoto.

"Sarebbe una scelta più saggia che legarsi a Cain e alla sua corte" replicò cauto, tenendola sott'occhio. "Con la tua proposta sei riuscita a far nascere un accordo tra me e il Consiglio che mai avrei immaginato di vivere."

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