Capitolo 42

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Revisionato
Alecxander's POV

Sono mesi che ho messo temporaneamente un punto a quello che era il vecchio me, ho messo fine a quel vortice di sentimenti che quella persona mi ha fatto provare anche se non è stato semplice dimenticarla. 
All'inizio mi sentivo spaesato, penso che la metafora più giusta da usare era quella del naufrago alla deriva succube della tempesta. Ho abbandonato la villa Cooper come se fossi uno dei tanti nemici che si è arreso al cospetto di una ragazzina mascherata, sono andato in aereoporto, ho preso i biglietti per il primo volo disponibile per Miami e mi sono rintanato nella villa di mio padre.
I primi giorni ero perso e nessuno capiva le mie scelte. Mia madre e mia sorella erano furiose con me, hanno preferito rimanere a villa Cooper sotto la loro protezione pur di manifestare il loro disappunto nelle mie decisioni. Hanno provato a farmi desistere e farmi tornare da loro a chiedere scusa a Jane e risolvere, ma sono rimasto irremovibile sulle mie scelte e per dimenticare quella piccola mocciosa un po' rompi scatole, mi sono gettato a capofitto sul lavoro. Ho cercato di ristabile il potere dei Moore a Miami ritornando a far rispettare le nostri leggi, a ristabile l'ordine naturale delle cose mettendo al proprio posto chi voleva provare a prendere il controllo della situazione e ripristinando il giro dei prestiti portitati avanti da mio padre. Tutti i bordelli che erano stati chiusi per mancanza di personale e del capo, sono tornati in funzione fruttando più di prima cercando di portare avanti delle leggi che mio padre aveva per anni dimenticato. Niente prostituzione minorili e niente doveva essere preso con la forza. I patti erano questi e ho sempre provveduto di persona a farli rispettare. 
Un ottimo stratagemma per girare nei miei locali è capire l'andazzo oltre a trovare buona mercanzia da poter usare per annientare lo stress, è stato nel mio locale principale che ho trovato la mia puttana fissa, Vanessa: una bellezza mediterranea niente male, minuta ma al tempo stesso ben formosa, caschetto scuro che incornicia un visino delicato valorizzato da due lapislazzuli luminosi. 
Incosciamente ho scelto quella donna che più la ricordava, così simile a Lei ma al tempo stesso così diversa e il fatto che non si lamenti mai di niente mi dà la possibilità di sfogarmi su di lei usandola come il mio giochino nuovo.
Mi sono sforzato a credere di poter andare avanti e di riuscire a dimenticarla, sapevo non sarebbe stato immediato ma ho capito che la situazione era tragica quando per scopare dovevo immaginare il suo volto ed il suo corpo per farmelo diventare duro, quando per non pensarla più dovevo bere fino a non capire più niente o peggio, ad usare una piccola dose innocente per spegnere il cervello. E la rabbia dentro di me cresceva e continua a muoversi come dei viscidi serpenti sotto la mia pelle perché mi sento incapace di dimenticare una stupida donna. 
Da mesi mi sfogo in palestra sperando di riuscire ad uscire da una tempesta che non ha più una fine e mi chiedo se solo io mi sento così o anche Lei sta soffrendo come me.

«Signore, Vanessa e la sua amica sono finalmente arrivate proprio come lei aveva chiesta. Le faccio entrare subito o le faccio aspettare?» la voce di Jason, il mio braccio destro, mi riporta alla realtà e mi impongo di staccare lo sguardo dal mio pc aperto su una vecchia foto mia e di Jane ritratti felici e sorridenti. 
Forse anche questa una menzogna, ma che ha donato attimi di pace mai provati prima.
Chiudo il pc prima di fargli un gesto con la mano per indicargli di farle aspettare almeno qualche minuto e, mentre lui va a chiamare le due donne, io slaccio la cintura dei pantaloni per iniziare a stimolare il mio pene e non farmi trovare completamente impreparato. Anche se la verità è ben lontana dalla realtà: il pensiero di una scopata a tre non è sufficiente a farmelo diventare duro, devo pensare ad altro per avere almeno un minimo accenno di erezione sforzandomi di non ricordare momenti della mia vita che sono profondamente ancorati nel profondo del mio essere.
La porta del mio ufficio si apre proprio quando la mia erezione è mezza formata e le due donne entrano in stanza con la faccia di chi sà cosa gli aspetta. Vanessa è la prima a farsi avanti e si fionda su di me provando a baciarmi ed a sostituire la mia mano che si muove sopra i miei pantaloni ma, pur lasciandola continuare con la mano, volto il mio sguardo verso l'enorme vetrata della villa e faccio finire il suo bacio sulla mia guancia.

.B.A.D. (In revisione)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant