Capitolo 29

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Revisionato
Alecxander's POV

«Puoi spiegarmi finalmente cosa sta succedendo? Mi hai letteralmente trascinato in macchina per ritornare a casa dicendomi solamente che Jane sta male» la preoccupazione trasuda dalla mia voce mentre premo l'acceleratore della mia macchina per sfrecciare tra le strade semi deserte della città e poter tornare a casa il più in fretta possibile perché, da quel che sembra, la mocciosa si sente male ma nessuno mi dice cosa ha realmente. In macchina con me sono voluti venire Stephen, Dimitri, Alec e il signor James mentre gli altri si sono organizzati con le altre due macchine per portare a casa anche le donne e i bambini che per l'occasione sono voluti venire con noi. Avrei preferito che questi ultimi fossero rimasti a casa, forse avrebbero avertito prima sulle condizioni di salute di Jane.

«Non sta proprio male. Ha chiamato mio fratello, è tornato qua in America e la prima cosa che fatto è stato cercare Jane. In maniera molto confusa ha detto che c'era molto sangue, che la ragazzina delirava perdendo a tratti i sensi e...poi solo caos, urla e la linea è caduta.  Forse sono stati attaccati» Alec è agitato e preoccupato da morire come se ad essere in pericolo non fosse una semplice amica ma quasi una sorella. Suono come un pazzo il clacson per far cenno ad un imbecille davanti a me di spostarsi perché mi blocca la strada andando lento come una formica. Pur di fare in tempo, ho superato molti semafori rossi prendendomi molti insulti dagli altri conducenti che avevano il verde, non ho rispettato molti stop e forse stavo rischiando di creare  molti incidenti ma la mia priorità era solo la mocciosa. Alla fine siamo arrivati davanti agli immensi cancelli di villa Cooper che erano già aperti in attesa del nostro arrivo.  Non mi è importanto molto di parcheggiare bene la macchina, l'ho fermata sulla ghiaia vicino all'portone d'ingresso dell'immensa villa, proprio accanto alla macchina che il signor James aveva lasciato alla figlia e ad una motocicletta lasciata malamente per terra come se il conducente avesse fretta di entrare in casa. Con la macchina ancora in moto, scendiamo tutti di corsa lasciando gli sportelli aperti. Alec e Stephen vanno verso la macchina per controllare mentre io e i due boss ci dirigiamo proprio all'entrata. Lungo le scalinate posso vedere già qualche macchiolina rossa che continuano fin dentro la villa, sul pavimento del corridoio dell'entrata vi è una chiazza più grande come se qualcuno vi fosse accasciato in quel punto o peggio lo avesse vomitato. 

«Le macchie di sangue sono presenti anche sul sedile del passeggero, sul cruscotto e sul poggia testa. Per quel che mi riguarda, dovreste tutti quanti mantenere la calma, non sappiamo a cosa andremo in contro» dice Alec affiancandomi e, quasi per rincuorarmi, porta una mano sulla mia spalla destra. Lo aprezzo tantissimo ma l'unico mio interesse adesso è sapere se la mia mocciosa sta bene. L'urlo quasi disumano di Jane che si sente fin qui,  ci fa correre subito dentro e, seguendo le tracce di sangue per terra, ci catapultiamo tutti nel salone dove troviamo Tom, il dottor Oliver e un altro uomo brizzolato di profilo. Sembra un uomo sulla sessantina, porta una barba abbastanza lunga ma ben curata, ha un fisico molto allenato e qualche tatuaggio sparso per tutto il corpo fasciato da un completo elegante ma leggermente sporco di sangue che presumo non sia il suo. 

«Jane, per l'amor del cielo, smettila! Non ci sta niente di strano in questa stanza, le tue sono solo allucinazioni. Ora resta buona, siediti sul divano e fatti mettere due fottutissimi punti su quella dannata ferita al fianco!» urla Tom al limite della disperazione ed è proprio in quel frangente che da dietro il divano salta fuori Jane, il corpo coperto di lividi e sangue mentre osserva i tre uomini davanti a  sé come se fossero degli alieni. «Voi tre avete le corna- che le sta prendendo? -e anche voi cinque li dietro» dice seria indicando anche noi. Questo fa voltare il signore di profilo che sembra finalmente sollevato di vederci arrivare, come se non ne potesse più di tutta questa storia.  

«James,  piccolo stronzetto, era ora. Cerca di mettere in riga tua figlia. Gestirla dopo che si è ubriacata e fatta di canne come se niente fosse è impossibile. Ha quella schifosa ferita al fianco che deve essere ricucita ma non vuole collaborare in nessun modo e chiede sempre di un certo Mr Tattoo» dice il signore accendendosi una sigaretta come se niente fosse mentre la ragazzina continua a sfuggire dalle braccia del medico. Un sorriso nasce sul mio viso nonostante la preoccupazione che circola come metallo fuso nelle mie vene, la ragazzina cercava me, voleva me al suo fianco. Per evitare di farla agitare troppo, mi avvicino lentamente a lei e posso vedere come il suo occhio sinistro sia inviolato e semi chiuso, il sopracciglio è spaccato e ricucito, il labbro superiore è arrossato e più gonfio del normale sicuramente a causa di un pugno che ha incassato, dal fianco destro posso vedere ancora del sangue fuoriuscire dal taglio che le hanno fatto e sicuramente avrà altri lividi sparsi per il corpo. 

.B.A.D. (In revisione)Where stories live. Discover now