Capitolo 29 ~ Dirsi addio

1.3K 49 1
                                    

"Gli amici che abbiamo perduto non riposano nella terra, sono sepolti nel nostro cuore; è Dio che ha voluto così perché li avessimo sempre con noi."
(Alexandre Dumas Padre)


Un paio di settimane dopo, visto che Liv era rimasta a dormire da Emma e Kyle, per passare del tempo con Shane, diventato ormai il suo migliore amico, Rosie e Josh ne approfittarono per godersi la loro ritrovata serenità, come una coppia qualunque in attesa di un bambino, ma mentre erano in cucina a fare colazione, squillò il telefono di casa.
L'ex capitano dei Marines si alzò quindi per andare a rispondere, ma la bionda, essendo più vicina, lo anticipò.

«Pronto»

«Buongiorno, parlo con la signora Anderson?» chiese una voce maschile, non di sua conoscenza

Al che, confusa, lei rispose «Emh a dir la verità non siamo ancora sposati, ma si sono io, lei invece sarebbe?»

«Davon Clarke, uno dei Navy Seal con cui il suo ragazzo ha collaborato alcuni mesi fa e avrei un urgente bisogno di parlare con lui, se possibile» disse l'uomo, con un tono alquanto agitato ed una certa premura

«Oh emh, si... si certo, va bene, glielo passo subito» affermò quindi Rosie, seppur già piuttosto preoccupata, per poi alzare il tono di voce e rivolgersi proprio al suo fidanzato, ancora in cucina, a finire di fare colazione «Amore, c'è un certo Davon Clarke al telefono...
Dice che è urgente».

Immediatamente lui abbandonò quindi la trasmissione televisiva che stava seguendo ed il piatto di pancake che stava gustando e la raggiunse in salotto

«Pronto» disse poi, una volta afferrata la cornetta

«Ciao Josh» lo salutò quindi il suo vecchio compagno

«Davon... ciao.
Cosa... cosa è successo?» chiese, a quel punto, l'ex capitano dei Marines, iniziando a preoccuparsi di quell'inaspettata chiamata

Perciò, con voce afflitta, il Seal rispose «Ecco Josh non so come dirtelo, ma alcuni giorni fa è accaduta una cosa... una cosa molto brutta.
Io e gli altri eravamo in missione e andava tutto a meraviglia, come sempre, quando purtroppo alcuni fondamentalisti islamici ci hanno teso un'imboscata»

«Oh mio Dio... ma stati tutti bene?» chiese perciò Josh, allarmato, mentre una brutta sensazione iniziò a farsi strada in lui

«Purtroppo no, o come ben sai, oggi non saremmo qui a parlarne...
Mad G si è immolato per salvarci Josh e a causa delle ferite riportate, purtroppo non ce l'ha fatta e visto che tra un paio di giorni si svolgerà il suo funerale, volevo chiederti se ti andasse di venire...
Io credo gli avrebbe fatto molto piacere, se solo...»

«Non dire altro, ti do il mio numero, mandami un SMS con l'indirizzo, ci sarò di sicuro» lo interruppe Josh, troppo sconvolto e abbattuto dalla notizia, per poi chiudere la chiamata.

☁✨☁

Due giorni dopo, non essendo previsti voli per la Lousiana sino al pomeriggio successivo, verso le 4.00 di notte, Josh si mise in viaggio, direzione New Orleans, ovvero la città natale di Greg, non riuscendo ancora a credere che il suo ex compagno, con cui per tanto tempo aveva litigato, ma che alla fine si era rivelato una gran bella persona e soprattutto, un buon amico, non c'era più e dopo quasi otto ore, finalmente arrivò nel quartiere francese, davanti all'indirizzo inviatogli da Davon, ritrovandosi di fronte una piccola chiesa, stracolma di gente, rimanendone piuttosto sorpreso, visto che Mad G affermava spesso di non avere nessuno al di fuori del suo plotone.

Dopodichè parcheggiò in una vietta laterale, entrò nella cappella e seguì la processione di persone, tra cui diversi militari, che si avvicinava alla bara per rendere omaggio al defunto, ma si arrestò nel vedere, davanti alla salma, una figura femminile, col capo chino e il cappuccio del trench nero indossato per l'occasione, sollevato, dargli una carezza sulla guancia e addirittura un bacio sulla fronte.

Come la quiete dopo la tempesta ~ Come Me e Te Series vol. 2Where stories live. Discover now