Capitolo 13 ~ Perdersi

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"Puoi nascondere il tuo volto dietro ad un sorriso. Ma c'è una cosa che non puoi nascondere. È quando tu sei marcio dentro."
(John Lennon)

I giorni che seguirono l'ecografia, Josh li passò a stretto contatto con la sua famiglia, accompagnando la sua fidanzata e sua figlia a scuola, andandole a prendere all'uscita e per non farsi mancare nulla, persino inviando a Rosie decine di messaggi, nel corso della giornata, per accertarsi della sue condizioni, facendola ben sperare.

In realtà però, mantenere la promessa fattale nello studio medico, per lui si era rivelato più difficile del previsto e il tempo che non trascorreva con loro, lo passava con Kyle, in uno dei più frequentati bar di San Antonio. L'alcool era infatti diventato, come per molti veterani, la sua - anzi la loro - principale via di fuga, l'unica cosa in grado di fargli scordare gli orrori della guerra.
E nessuno dei due aveva ancora trovato il coraggio di parlare con lo psicologo militare.

Ma quella era una giornata speciale, quel giorno sua figlia avrebbe compiuto quattro anni e lui non poteva in alcun modo rovinarglielo, lei e il piccolo che stava crescendo nella pancia di Rosie, rimanevano la cosa più importante, o perlomeno questo era ciò che ripeteva costantemente a sé stesso.

Proprio per questo, dopo aver indossato un paio di comodi jeans ed una semplice camicia bianca, raggiunse le donne della sua vita nella cameretta della piccola, dove la sua fidanzata le stava facendo i boccoli ai capelli e si sciolse nel vederla indossare il vestitino rosa confetto, arricchito da una cintura in raso del medesimo colore e da delle paillettes oro, che lui stesso le aveva regalato prima della missione, abbinato a delle ballerine dorate e ad una tenera coroncina.
Sembrava proprio una principessa, la sua principessa.

«Papino, come sto?» chiese poi, proprio la piccola Liv, vedendolo entrare in stanza, facendo un giro su sé stessa

«Benissimo, sei stupenda amore.
Anzi di più, oggi sei proprio una principessa»

«Ed io invece?» domandò invece la sua fidanzata, la quale indossava un bellissimo vestitino bianco con lo scollo a cuore e delle rose stampate al di sopra, che le evidenziava alla perfezione le forme.
Al che, in adorazione, lui rispose

«Meravigliosamente amore.
Questo vestito evidenzia ancor di più il ventre ed è... stupendo»

«Stai forse dicendo che sono grassa?» chiese però lei, fingendosi offesa

«No, sto dicendo che sei perfetta cosí come sei» affermò quindi Josh, dandole un casto bacio
«Ma in realtà, non sono venuto qui per questo.
Volevo semplicemente dirvi che gli invitati sono tutti arrivati, il pony è già nel recinto, pronto a far fare un bel giretto a tutti i bimbi e Abby ha preparato una torta squisita.
Ah e poi, tesoro mio, ci tenevo a darti il mio regalo» continuò poi, rivolgendosi sta volta, principalmente, a sua figlia.
Per poi passarle un pacchetto regalo ritraente alcune principesse Disney e contenente un piccolo orsacchiotto bianco, un po malmesso e con un fiocchetto rosso legato al collo «So che a primo impatto non ti sembrerà nulla di diverso dai tanti peluche che già hai e che anzi, ti parrà pure un po rovinato, ma questo orsacchiotto è molto speciale Liv, perché apparteneva alla tua mamma, alla tua vera mamma. Questo tenero e un po malmesso peluche é l'unica cosa che le era rimasta della sua infanzia e durante la gravidanza, non ha fatto che ripetermi, quanto avrebbe voluto darlo a te.
Ho preferito aspettare fino ad ora, prima di regalartelo, perché eri troppo piccola per capire e soprattutto non avevi Rosie al tuo fianco, ma ora che hai lei, ora che stiamo finalmente formando una famiglia, credo sia giusto esaudire il suo unico desiderio e darti modo di avere qualcosa che ti leghi a lei»

«Grazie papino, è bellissimo» esclamò quindi, commossa, Liv, afferrando l'orsacchiotto e abbracciando suo padre di slancio

«Già, è proprio un bel gesto amore» concordò Rosie, per poi però esclamare, ridacchiando «Ma adesso ci conviene scendere in giardino o sennò ci daranno per dispersi».

☁✨☁

Ore dopo, una volta che la festa volse al termine, Josh costrinse poi la sua fidanzata ad andarsi a riposare, mentre lui si occupava di riordinare.
Dopodiché, seduto sui gradini del portico, si concesse una birra assieme al suo migliore amico, che era rimasto a fargli compagnia.

Ma quando, più tardi, ormai troppo stanco per la lunga giornata appena trascorsa, la raggiunse in camera da letto, rimase sconvolto nel sentirla affermare, con tono deluso

«Josh, per quale motivo lo psicologo militare mi chiama, chiedendomi che fine hai fatto e come mai hai saltato i primi tre incontri?»

«Emh amore, ti posso... ti posso spiegare...
S..solo non... non ora» ok, forse le birre erano state più di una

«Che significa non ora? Josh mi avevi promesso che... aspetta, ma tu pizzi di alcol, che hai fatto!?» constatò a quel punto Rosie, visibilmente scossa, essendosi avvicinata a lui quel tanto che basta per sentire il tipico odore

«N..nulla io..»

«Dimmi la verità, cazzo!

Me lo merito dopo tutte le sofferenze che ho passato negli ultimi mesi!»

«Si, è vero e oggi non è nemmeno la prima volta, mi serve per distrarmi e non pensare al dolore che provo in continuazione» confessò perciò Josh, non potendo più nasconderlo

«Ma non dovrebbe essere questa la soluzione! Io e Liv dovremmo esserla, tu dovresti cercare conforto in noi e parlare con un maledetto psicologo, non ubriacarti fino a dimenticare persino chi sei.
Mi spiace Josh, ma questo è davvero troppo, io così non ce la faccio...
Sto troppo male e il piccolo ne risente.
Non posso... non posso permetterlo» disse quindi la sua fidanzata, con le lacrime agli occhi

«Scusa, hai... hai ragione amore.
Ho sbagliato, di nuovo, ma ti prego non lasciarmi, noi ci amiamo, dammi un'altra opportunità, per favore» quasi la implorò lui, rendendosi improvvisamente conto dell'errore commesso, tentando poi di accarezzarle una guancia, bagnata dalle lacrime che non smettevano di uscire

«Mi spiace Josh, ma finchè non mi avrai dimostrato che sei tornato in te, finchè non avrò la certezza che la nostra famiglia, o meglio che i nostri figli non siano in pericolo, dovrai lasciare questa casa» ribatté però lei con durezza, pur compiendo uno sforzo immane, scostandosi di scatto

«C..cosa? No, io non posso lasciarti e non posso lasciare mia figlia, lei ha bisogno di me, non puoi farmi questo»

«Finalmente l'hai capito, peccato che ormai sia troppo tardi» disse, con assoluta fermezza, Rosie, spingendolo fuori dalla stanza, per poi chiudergli la porta in faccia e accasciarsi a terra, lasciandosi andare ad un pianto liberatorio.

Angolo Autrice
Ciao ragazzi e ragazze ed ecco un nuovo capitolo.
Mi rendo conto che è molto lungo, ma ci tenevo a farvi comprendere al meglio lo stato mentale di Josh e le conseguenze che ha sulla sua famiglia, spero di esserci riuscita e che vi sia piaciuto.
Se vi va stellinate e fatemi sapere cosa ne pensate.
Detto questo, al prossimo capitolo, un bacio, ciao <3 ;)

Come la quiete dopo la tempesta ~ Come Me e Te Series vol. 2Where stories live. Discover now