Specchi.

2.1K 153 12
                                    


Wade

La sveglia non smetteva di suonare. Coprii la testa con il cuscino. Per attutirne il rumore. Non avevo l'energia per allungare il braccio e spegnerla.

Avevo passato tutta la notte a tirare di boxe. Ogni singolo muscolo delle mie braccia era a pezzi.

Averla rivista e non essermi potuto neanche avvicinare per avere delle risposte che meritavo, mi aveva destabilizzato.
Avevo promesso a Matt che mi sarei tenuto alla larga e avevo combattuto contro me stesso per farlo.

Sapevo che restare alla larga gli uni dagli altri era la soluzione migliore.

Ma volevo guardarla negli occhi e sapere il perchè mi avesse sparato.

Mi tirai a sedere sul letto e controllai l'orario.

Mi massaggiai la testa rasata, avevo bisogno di caffeina dopo quell'ennesima notte passata in bianco.

Avevo venti minuti per uscire di casa e andare in ufficio.

Già un vero ufficio. Dove poter essere Wade. Vivere la mia vita, senza dovermi fingere nessun altro.

La verità però era che ormai l'ombra faceva parte di me, iniziavo già a detestare la mia nuova vita. Non mi apparteneva.

Mi buttai sotto la doccia, sperando almeno che l'acqua bollente potesse lenire i miei muscoli. A spazzare via i miei pensieri ci avrebbe pensato la palestra.

Presi il mio solito caffè nero dalla caffetteria e attraversai la strada e poi diversi incroci fino a quando non mi ritrovai in centrale.

Avevo deciso di non lasciare la Gran Bretagna nonostante fosse alquanto pericoloso. Il buon vecchio Simon aveva una lunga lista di nemici.

Ma tanto ci aveva pensato la mogliettina a toglierlo di mezzo.

Quanto avrei voluto che qualcuno avesse detto a Leony che ci era riuscita, che mi aveva fatto fuori.

Ed eccomi qui invece nella fredda e ospitale Scozia.

Accesi il telefono e il computer. Mentre il secondo ci impiegò un po' prima di accendersi completamente, il primo iniziò a vibrare. Matt e Ann mi avevano sommerso di foto della piccola Emily e del suo battesimo.

Anche quel rito era stato fatto a modo loro mescolando la fede induista di Ann con quella cristiana della famiglia di Matt.

La piccolina era sempre più bella, paffutella e gioiosa come solo Ann poteva essere.

Nel mix di foto ce ne erano alcune in cui si scorgeva Leony. Se conoscevo bene Matt, non era stata casuale la cosa.

Come avevo già avuto modo di costatare dal vivo, aveva cambiato il colore dei capelli e la lunghezza. Non c'era più traccia della sua massa di boccoli oro.
Alla quindicina di foto in cui la piccola Emily era ripresa in ogni angolazione era allegato questo messaggio.

-Ci dispiace molto non averti potuto avere con noi. Se sei nei paraggi puoi passare, ti dobbiamo una cena ed Emily non vede l'ora di vedere il suo zietto. TUTTi gli invitati saranno in partenza per quell'ora.-

Altro codice per dire che Leony non ci sarebbe stata.

Picchiettai sulla scrivania.
Prima che potessi fermarmi ero già davanti al computer del mio collega.

Avrei trasgredito a qualche regola, ma avevo aspettato fin troppo tempo.

Dovevo sapere.

Non ci misi molto ad hackerare il telefono di Matt ed a capire quale delle persone con cui cui chattasse fosse Leony. O ancora meglio Amber.

Take a lieWhere stories live. Discover now