If...

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Simon.

Mi ha fatto un regalo.
Preparato la colazione.
Si prende cura di me.

Sto cercando di lavorare per la prossima udienza, ma ho stampato nella testa quei suoi occhi vuoti.

Alzo lo sguardo dalle carte e mi ritrovo a fissare il pupazzo che mi ha regalato.
È un leoncino e come me ha una vistosa cicatrice sul volto.

Quando tutto questo sarà finito dovrò farla togliere. Simon non esisterà più.

Questo mi rattrista perché nonostante l'abbia odiata per molti anni quella cicatrice é una delle poche cose vere che ho.

Ora mi rendo conto che il mio odio verso di Leony è soltanto frutto della consapevolezza che non potrò mai averla.

Luke e tutto il rancore che ho provato verso di lei era soltanto una maschera per nascondere la rabbia verso me stesso.

Lascio la penna sulla scrivania.
Fisso per un ultima volta il suo regalo e mi decido.

Sento il cuore in gola, la mia mente è vuota.
Arrivo davanti alla sua stanza e stranamente ho paura.

Apro la porta e lei è accucciata tra le coperte. Sembra più piccola di quello che é.

Il suo gatto mi sfida, mi fissa con quegli occhi mi legge dentro.

-Leony- la chiamo piano ma lei non si muove.
Sento il suo respiro.

Piano mi avvicino a lei e la circondo con le mie braccia.

-Ti amo-

per un attimo non si muove più.

Sento che sta per scalciarmi via. Ma non lo fa.

-Dovrebbero darti un Oscar, una commedia così lunga non credo l'abbia mai recitata nessuno- dice rauca.

Chiudo gli occhi.

-Ti assicuro che tu Matt, Alex e Luke siete stati la prima verità che ho conosciuto in tutta la mia vita.- dico sincero.

Lei si solleva e si asciuga le lacrime. Prima di guardarmi negli occhi.

-Fa più male il tuo "Ti amo" di ora che tutte le cattiverie che ci siamo fatti in questi anni- annuncia.

Le accarezzo i capelli.

-Lo so-

-Fa più male perchè so che non mi stai mentendo. Ma dall'altro lato sa di addio- continua.

Lo è.

La abbraccio come non avevo mai abbracciato nessuno in vita mia.

-Che ne dici di mettere da parte tutto e goderci la quiete prima della tempesta, insieme?- provo a chiedere.

Lei si libera dal mio abbraccio.

-Niente missioni segrete?- chiede.

-Diciamo che facciamo finta che io sia un normale avvocato e tu la moglie super-sexy dell'avvocato?- ribatto speranzoso.

I suoi occhi si illuminano di una strana luce, la più bella che avessi mai visto.

-Comportarci come due persone normali, e fare quello che ci piace per vedere come sarebbe stato- continuo.

Lei annuisce e mi bacia.

Torno alla realtà.
Per quanto la tentazione sia grande non posso darle tutto questo.
Non posso pensare alla mia di felicità, ci sono cose più grosse in ballo.

Con il cuore in mille pezzi continuo a scrivere e a scervellarmi tra le carte.

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Questo capitolo è dedicato a tutte le persone che non hanno il coraggio di fare una scelta, di prendere una decisione, di chiedere scusa. Perchè come tutte le cose anche sul "non aver coraggio" è questione di punti di vista. A volte non si fanno scelte o si sceglie un'altra strada perché magari si pensa a chi ci sta intorno, al bene dell'altro. "Quello che vuole l'altro" va prima di "quello che voglio io", anche questo può essere giusto e sbagliato. Alla fine però credo che la nostra diversitá sta proprio in questo, nelle nostre scelte e non scelte. Questo capitolo, o almeno la parte più importante, riguardo la riflessione interiore di Simon è stata difficile da scrivere,ero tentata di fargli cambiare idea. Sono stata molto vicina dal farlo. Quando scrivo mi immedesimo nei personaggi e magari a volte faccio scelte completamente diverse da quelle che avrei fatto io nella mia vita. Simon non è me, è razionale in un modo che io non sarò mai, e la decisione di non andare da Leony per quando possa essere sofferta è quella che più lo rispecchia. E per quanto sia difficile penso e spero lo capirete anche voi.

Take a lieWhere stories live. Discover now