"Tapis roulan''

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Simon.

-Aumentai la velocità del tapis roulant.
Mi asciugai la fronte con l'asciugamano che era intorno al mio collo.

Avevo bisogno di sfogarmi.
Quello che avevo provato quella notte era stata diverso.

-Cazzo!-
Colpii il display. Prima di scendere da lì.

Mi infilai la maglietta.

Uscii dalla palestra.
Mi ritrovai davanti le ultime persone che volevo vedere.

-White, Getro! - salutai

-Ti aspettavo tra qualche ora e senza il tuo scagnozzo sai che qui non è gradito.- continuai.

Lui annuì.
-Ho pensato di anticipare, dopo ho degli impegni.-

Poggiai la mano al muro.

- Sai che devi avvertirmi prima di venire qui.- dissi.

Lui mi fissò. Avevo sempre odiato il suo sguardo, avevo sempre odiato lui.

-Lei dov'è?- chiese poi.

Sapevo benissimo a chi si stava riferendo.
-Dorme.- mi limitai a dire.

Camminai verso lo studio.

-Prego.-

Quella presenza stava diventando troppo. Avrei dovuto parlarne con Matt.

-Allora a cosa devo questa urgenza?- gli chiesi.

Lui si accomodò con estrema lentezza.

-Sei un avvocato dovresti saperlo.-

Portai i capelli indietro.
-Sono l'avvocato di molti se è per questo. Tu non sei neanche un cliente abituale.-  lo stuzzicai.

-Si però abbiamo un accordo- disse.

Risi.

La presenza di Getro in casa mia mi infastidiva.

-Non è con te che ho un accordo, é con i tuoi figli.- ribadii a denti stretti.

-Senti, non ho tempo da sprecare. Non voglio più che Matt stia vicino a sua sorella porta solo guai.-

Alzai lo sguardo su di lui.

Lo sapevo bene, ma non per quello le avrei voltato le spalle e neanche Matt lo avrebbe fatto.

-Bene, allora, assicurati che Getro la lasci in pace e non ci sarà alcun problema.Altrimenti lo farò io stesso- dissi.

Lui rise.

-Sai pensavo che fossi più sveglio. Non pensavo che Leony potesse riuscire a farti crollare. Alla fine si sta dimostrando proprio come me.-

Se non la smetteva lo avrei preso a pugni.

-Esci fuori immediatamente. Non abbiamo più niente da dirci. Lascia stare mia moglie.- gli intimai.

Lui rise pacato.

Senza farselo ripetere più di una volta lasciò il mio ufficio.

- Sai Simon, aspetterei prima di prendere le sue difese.Non hai idea. Chiedile di Snowdrop.-
Disse Getro prima di uscire dalla stanza.

La mia mascella si indurì.

Dopo quello che aveva fatto ancora che parlava.

-Abbiamo finito, quella è la porta- dissi.

Lui continuava a sorridere spavaldo.

-Ti consiglio di goderti la tua bella mogliettina, perchè credimi sono ad un passo così dalla verità.-

Aspettai che uscisse e  mi versai del Bourbon.

Dannazione.
Lanciai il bicchiere sulla parete della mia stanza.
Mi presi la testa tra le mani.

Non potevano rovinare tutto non ora.

Io e quella donna avremmo avuto un'interessante conversazione.

                           *****
Leony
Mi risveglia, tutta intorpidita.
Quell'uomo, wow avrei potuto vivere solo il lui.
Mi ero rovinata la vita, pensando che non sarebbe mai tornato, invece.

Lo amavo e anche lui provava lo stesso per me.
Dora in avanti sarebbe stato tutto diverso.

La porta si spalancò.
Entrò nella mia stanza.

Il suo volto era scuro.

Avrei sempre odiato quel suo modo di fare burbero, però avevo finalmente rivisto il suo lato umano.

Mi afferrò il polso.
-Alzati- disse.

Che gli prendeva ora.

-Buongiorno, Leony, hai dormito bene? Dovrei gentilmente parlarti, potresti alzarti e seguirmi?- dissi al posto suo.
Rifiutando mi di alzarmi.

Lasciò il mio polso lasciandomi così cadere sul letto.

-Odio quando qualcuno mi mente. E tu lo fai in continuazione!- ringhiò.

Lo guardai accigliata.
-Sentiamo che avrei combinato questa volta?-

Ero stufa di essere sempre quella che combinava casini, ci avevo messo anni ma mi ero ripulita, ma loro niente dovevano sempre rivangare il passato.

Mi fissò allungo.
-Snowdrop- disse.

Io sussultai.

Deglutii.

-C'entri qualcosa?- continuò.

Io non dissi niente.

Lui scosse la testa afferrò un cuscino lanciandolo dall'altra parte della stanza.
Poi sogghignò.

-Per un attimo ho pensato che dopo ieri potessi  fidarmi di te. Ma come sempre non ti sei smentita cara Leon.- disse senza degnarmi di uno sguardo.

In quel momento mi sentii come mi ero sentita in tutti quegli anni.
Sola.

Lui si allontanò da me.
Mi alzai dal letto e con uno scatto cercai di bloccarlo avvinghiandomi al suo petto.

-Ti prego almeno fammi spiegare-
Dissi.

Lui si mosse non curante.

-Sei proprio come tuo padre.-

Quelle parole mi colpirono nel profondo.

Allentai la presa e lo lasciai andare.

Lui uscì senza voltarsi indietro.

Mi ritrovai a piangere per il motivo opposto rispetto a qualche ora prima.

Dovevo parlargli prima che fosse troppo tardi non lo avrei perso un altra volta.

Non potevo continuare a scappare.

                                                               ***********

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