Affari

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Simon

- Ho sentinto, che sei uscito dalla piazza.-Disse l'uomo davanti a me.

-Dovresti essere contento, ora l'unica piazza che susciterà il mio interesse saranno i vostri affari.- risposi cercando di mantenere la conversazione sul piano lavorativo.

Gideon sorrise.
-Peccato. Le ragazze non prenderanno bene la cosa.-

Alzai le spalle.
Strattonò la ragazza che era seduta accanto a lui e se la portò sulle ginocchia.

-I miei uomini saranno contenti di dare a questo gioiellino le attenzioni che merita.-

Sorrisi, anche se avrei preferito mille volte preoccuparmi io di dare attenzioni a quella pantera.

-Se avessi saputo che cercassi moglie ti avrei presentato mia figlia, gli sei sempre piaciuto.- disse continuando ad accarezzare il braccio della ragazza.

Pensai alla figlia di Gideon, Clara.
Conoscevo bene quella ragazza, più di quanto suo padre potesse sospettare.

-Mia figlia è nata in questo nostro mondo, sarebbe stata perfetta per te.- continuò.

Non mi piaceva per niente la piega che stava prendendo il nostro discorso.

-Sai bene che non puoi rimandare troppo, dovrai presentarla.- aggiunse con un tono più serio.

-Conoscendoti sara sicuramente uno zuccherino per averti fatto cedere così- rise.

Nella mia mente si formò un' immagine di Leony, ancora giovane e spensierata.

-Lo è- dissi.

Gideon fece alzare la mora dalle sue gambe.

-Sai mi assomigli molto. Mi ricordi me da giovane. Per quanto ti sforzerai, gli uomini come noi, non sono fatti per essere legati ad una sola donna.-

La ragazza si inginocchiò davanti a me e mi slacciò i pantaloni.

Sapevo cosa stesse per fare. Ma non potevo lasciarglielo fare. Mi stavano mettendo alla prova.

Spostai la ragazza.

-Che modi!- mi riprese Gideon.

Fu in quel momento che la vidi e non fui l'unico.

Era ferma immobile davanti alla porta semiaperta del mio studio, avvolta in un tessuto nero, le cui semitrasparenze non lasciavano molto all'immaginazione.

Mi alzai di scatto dalla mia poltrona. Ero senza scarpe. L'unica abitudine che avevo conservato della mia infanzia.

-Torno subito- dissi a denti stretti a Gideon.

-Non ho dato la buonanotte alla mia signora.-

Afferrai il bicchiere con il liquido ambrato dalla scrivania.

Uscii dallo studio a grandi falcate e la raggiunsi era sulle scale. Appena mi vide iniziò ad allungare il passo.
Sorrisi.
Non sarebbe mai riuscita a sfuggirmi.

Sapeva quanto odiassi essere interrotto durante i miei affari. Doveva starsene in disparte, non mi sembrava di chiederle molto.

Ora le avrei dimostrato per bene cosa significasse mettersi contro di me.

Ora stava correndo, la vestaglia striminzita fluttuava intorno al suo corpo. Un'espressione spaventata aleggiava sul suo volto.

Cazzo.

Entrai nella camera era sul letto di schiena.
Poggiai il bicchiere sul comodino e chiusi per un attimo gli occhi.

Stavo impazzendo.

                                ----

Prima

-Fai piano, che si sveglia!-
disse la voce femminile.

Mi avevano detto che dovevo chiamarla "Mamma", ma avevo paura , quella che prima si chiamava così era cattiva.

-Non credi dovremmo portarlo a letto, come fa a dormire così sul pavimento?-

Strinsi la copertina a me.

-Fai piano si è mosso, forse non è una buona idea. Lasciamolo così.-
Disse l'altra voce maschile.

Mi faceva paura, doveva essere il capo, sapevo che non dovevo farlo arrabbiare.

-Che poi ha tutti i piedini sporchi, è un mese che è con noi e ancora non siamo riusciti a fargli mettere le scarpe.-

Sospirò mamma.

Scarpe, quella parola non mi piaceva per niente, la "mamma" di prima le usava per colpirci.

-Come si fa a non adorare un esserino così piccino, non gli avevano dato neanche un nome quei bastardi.-

Sentii un profumo di fiori, mi piaceva.

-Helena, che sono quelle lacrime?-

Chiusi gli occhi, forte.
Mi piaceva quella casa, ma se erano tristi mi avrebbero mandato via.

Non volevo.

-Mi chiedo solo se la vita che gli daremo, non sarà peggio di quella che aveva già. Dovrà mentire e nascondersi per gran parte della sua vita.-

Stavano andando via.

No.

Non volevo stare solo.
Presi, il leoncino che mi avevano dato e stropicciai gli occhi.

-Mamma!- urlai sperando che non mi avrebbero lasciato solo.

****

Rieccomi!
Non disperate per il capitolo corto, ma in giornata ne arriverà un'altro 😌
Per ora godetevi un po' di Simon ❤️

Take a lieWhere stories live. Discover now