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MARIA

"Quindi sei sicuro che non dia fastidio a nessuno, se vengo con te?" chiedo ad Ale. Sono sdraiata sul letto con il telefono sull'orecchio. Mi guardo le gambe nude. Quando sono in casa e mio padre non è nei paraggi, resto in intimo. Oggi è un giorno di quelli.

"Ma assolutamente! Tranquilla!" risponde.

"Grazie Bra... ti voglio bene"

"Per te, questo e altro, sorellina... anche io ti voglio bene"

Chiudo la telefonata e torno al mio computer.

L'estate scorsa avevo iniziato a scrivere una storia che poi ho bloccato per il poco tempo a disposizione. Ora, che però ho ritrovato i vari file, mi è presa un po' di nostalgia.

Rido un po' a rileggere i vecchi appunti. Che trip mentali avevo? scherzo un po' con me stessa. La trama che avevo ideato comprendeva due ragazze, completamente diverse, vicine di casa; che si incontravano, per caso, nella stessa università. Qui si creano nuovi amici e le loro vite si uniscono, diventando molto unite e fondendo i due gruppi, molto diversi, che si erano creati intorno alle due. E... beh, ovviamente, si formano anche un po' di coppiette romantiche, giusto per renderla una vera e propria storia per ragazzine arrapate, sole e fantasiose... nonché io!

Mi faccio attrarre dalle cuffiette sulla piccola scrivania. Metto la riproduzione casuale e la musica parte nelle mie orecchie.

Rileggo i sette capitoli che avevo scritto. Correggo vari errori di battitura e noto molte differenze nel mio modo di scrivere odierno, con un vocabolario più ampio e fornito. Correggo alcuni termini poco adeguati ai contesti delle frasi, con altre parole che si incastrano meglio con le righe.

Il tempo passa veloce. Mia mamma fa capolino in camera e mi guarda. Mi tolgo una cuffietta.

"Che fai?" domanda.

"Scrivo..." non distolgo lo sguardo dalla testiera.

"Allora avevo sentito bene... faccio il caffè!" si passa una mano tra i capelli già arruffati.

"Arrivo!" schiaccio un tasto e guardo mia mamma che sorride.

Mi alzo dalla sedia e ci dirigiamo verso la cucina calda e luminosa.

"Dormito?"

"Ho fatto due sudoku sul telefono e poi ho letto un po'"

"Che leggi?"

"Un libro che mi ha consigliato una mia collega per i ragazzi di seconda" non mi guarda, intenta nel riempire la macchinetta d'acqua.

"E com'è?" sono stravaccata sul divano, ancora in mutande e reggiseno.

"Bah... carino, non è proprio per la mia età ecco... forse ti potrebbe piacere" mi lancia un'occhiata veloce.

"Ti manca la scuola?" sorrido.

"No! Per niente..." ride la professoressa mentre posiziona la moka sul fuoco.

Poco dopo l'odore di caffè m'invade il cervello. Mi ricorda gli uccelli nel cielo. Non ho mai capito perché. Si siede sulla sedia, accanto al tavolo.

"Per che ora pensate di tornare, stasera?" chiede.

"Non so... noi comunque prendiamo le chiavi di casa, così non ti svegliamo e non svegliamo neanche i nonni su..."

"Ma vi accompagnano a casa, quindi?"

"Si... credo possa farlo Gabriele, visto che comunque deve passare qui davanti..."

Qualcosa Di PiùOnde as histórias ganham vida. Descobre agora