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ALESSIO

Nero, nero ovunque, la maglietta, le scarpe, la gonna lunga. Un leggero velo di matita sotto gli occhi, e la cosa peggiore: i capelli acconciati in due chignon. Mary mi ricorda Sky della serie 13 reasons why. E ne ho paura.

Ricordo una frase che lei mi disse dopo Marco: "Al, in questo periodo mi sto vestendo sempre di nero. Per dimostrargli quanto sto soffrendo".

Ci siamo dati appuntamento stamattina, per passare un pomeriggio insieme. Ma per la mia sorellina sembrano passati anni. Cammina a testa alta, come fa sempre quando soffre. Credo lo faccia per dimostrare di essere forte. E lei lo è. È in grado di rialzarsi. Sempre. Puoi buttarla giù, puoi ridurla all'ombra di se stessa, ma stai pur certo che lei farà di tutto per dimostrarti quanto hai sbagliato.

Ci sediamo intorno ad un tavolo, davanti al bar del lido e iniziamo a giocare a briscola con le carte che Anna ha portato. Mary gioca in silenzio, non guarda mai Anto e cerca di stargli sempre il più lontano possibile. All'improvviso lei si alza e corre fuori dal lido. Come una molla mi alzo anch'io, faccio segno agli altri di stare seduti e corro dalla mia sorellina. Sta per piangere, le lacrime si intravedono dietro la sottile corazza del suo orgoglio. Non dico niente, sto semplicemente accanto a lei.

"Al, non posso stare accanto a lui, il suo odore mi sta facendo impazzire." La guardo e capisco quanto quella frase sia vera.

"Se ti va vado a chiamare gli altri, andiamo a fare una passeggiata"

Lei mi guarda e annuisce. Corro di nuovo al tavolo e convinco gli altri a seguirmi, nonostante le proteste di Anna e Gabriele. Raggiungiamo Maria, che cerca in tutti i modi di stare lontana da Antonio. Camminiamo per tanto tempo, fino ad arrivare ad una spiaggia, abbastanza lontana dalla nostra. Antonio e Gabriele iniziano a giocare. Capisco che Anthony sta solo cercando di sdrammatizzare, ma vedo Mary allontanarsi. Lei inizia a camminare, senza una meta, sembra veramente impazzita, ogni volta che appoggia il piede per terra lo fa con rabbia, quasi a voler schiacciare qualcosa sotto i piedi. Mi sembra veramente impazzita. Decido di seguirla, lei è infuriata, un pensiero mi balena in mente non sopporta che Antonio sia così felice davanti a lei! E subito capisco che è la verità. Mi avvicino a lei. "Al lasciami sola!" mi dice infuriata. Rimango dove sono, in silenzio. Lei continua a camminare e la seguo, cerco di farle capire con la mia presenza che non è sola. Si siede su un muretto a fianco del marciapiede e la imito. Dopo un po' la sento iniziare a singhiozzare, la gente ci passa davanti, ma tutta la mia attenzione è catturata da quelle piccole gocce di pianto che le solcano le guance. Un giorno, Un ora, è bastato questo per disintegrare i suoi sogni, e farla sprofondare. Ma ora basta, è il momento di risalire.

"Mary, sfogati, ti prego"

E lei fra le lacrime ubbidisce, dicendomi esattamente ciò che già pensavo, solo che per sfogarsi mi grida addosso "Come posso sopportare la vista di Antonio così felice, quando mi ha ridotta in questo stato! Come può lui non capire. Per mesi mi ha illusa! Messaggiando con lui ero felice, mi faceva sentire amata, pensavo di aver finalmente trovato la persona giusta! E io, cogliona che sono, mi sono innamorata delle sue parole. Ma sai qual è la verità? Lui non è riuscito a prendere sulle spalle gli obblighi che una relazione comporta, non è ancora abbastanza maturo. È colpa sua!" Quell'ultima frase, gridata con rabbia e... odio?

Per la prima volta non so cosa dirle, la frase giusta mi sfugge, in fondo sono d'accordo con lei, è colpa di Antonio se la loro relazione non ha funzionato!

"Al, ti rendi conto che domani devo passare una serata con lui?!"

"Non ci sarà solo lui, ci sarò anche io accanto a te, ricordati che anche per noi il tempo è breve, godiamoci la fine di questa lunga estate, insieme."

"Alessio, sto seriamente pensando di mollare il gruppo, credo di essere io la causa di tutti i vostri problemi. Starete meglio senza di me, ti ricordi l'anno scorso, quando sia tu che Gabriele vi siete innamorati di me, ho seriamente messo a rischio la vostra amicizia. Ed ora tutta questa storia con Antonio, non posso sopportare di essere la causa di tutto questo."

"Mary, è tutto il contrario! Sei tu che ci tieni uniti, noi non saremmo neanche un gruppo senza di te. Cosa ho in comune io con Antonio e Gabriele? Nulla! Tutti questi problemi ci tengono insieme! Domani sera è il momento per rimettere tutto a posto, resta con noi. Resta con me. Permettimi di rimettere tutto a posto"

Lei mi guarda, ha smesso di piangere "Non puoi aggiustare sempre tutto, non sei onnipotente"

"No, ma ci manca veramente poco." Inizio a sdrammatizzare.

Guardo l'orario, è estremamente tardi, devo andare a cenare dai miei nonni.

"Sis, io dovrei essere a casa dei miei nonni fra cinque minuti, ti va se facciamo un pezzo di strada insieme?"

"Ok" Mi risponde alzandosi in piedi e prendendo la borsa

"ANNA, GABRIELE, ANTONIO, UDITEMI TUTTI, E CHE LE MIE PAROLE VI GELINO IL CUORE, SONO IN RITARDO!! CHI VUOLE MI SEGUA, CHI NON PUO CHE RESTI A MACERARE NELLA SOLITUDINE!!!" Grido nel vano tentativo di far sorridere la mia sorellina.

Lei scuote la testa e inizia ad avviarsi, mi affianco a lei e continuiamo a camminare in silenzio, con gli altri molto indietro, costretti a seguirci. Camminiamo in un viale costeggiato da bellissime piante in fiore, Mary mentre cammina inizia a strapparli, per rabbia e frustrazione. "Maria! Che ti hanno fatto quei poveri fiori!" Lei per tutta risposta ne strappa un altro. Resto in silenzio. Arriviamo davanti ad una bancarella che vende braccialetti. Mary me ne indica uno a forma di ancora "E se ne prendessimo uno ciascuno, per dimostrare la nostra amicizia?"

"Non credo che Gabriele accetterà mai di mettere una cosa del genere!" Io rido, ma lei accenna appena un sorriso. È pur sempre un inizio...  

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