"Se solo potessero capire..." pensò, inspirando piano nel tentativo di calmarsi. "Se solo ne fossero capaci, mi appoggerebbero subito."

"Avete qualcos'altro da dirci, mia regina?"

Nives alzò lo sguardo appannato su Verkað. "Dovessi abdicare, ucciderò Everett" replicò con un sussurro. "Se davvero volete rinunciare a tutto ciò che sono stati i dragonieri, avrete la mia benedizione ma non la mia guida."

"Non si combattono guerre senza eserciti" disse il vecchio laconico, senza curarsi di nascondere la disapprovazione che gli brillava negli occhi.

"Ma si possono cercare degli alleati."

Nives e Verkað si voltarono stupiti verso Peeke, ancora fermo nei pressi della finestra. Il giovane, d'altro canto, non parve molto colpito dalle loro espressioni, tanto che inarcò un sopracciglio prima di specificare: "Molti mal sopportano Everett."

"Ovvero?" Verkað si girò del tutto per fronteggiare il cavaliere, colpito che simili parole fossero uscite dalle labbra di colui che immaginava un alleato. "Siate meno laconico a favore del Consiglio, ve ne prego, perché non riesco a immaginare nessuno disposto a scendere in guerra."

Nives si aprì in un piccolo sorriso, lisciando con noncuranza la lunga veste blu notte. "Il Laeiros" rispose lei, mentre Peeke annuiva appena. "Oltretutto, alla corte di Cain sarà possibile trovare alleati provenienti dall'Oltre."

"Esatto" confermò il giovane, avvicinandosi al resto del gruppo. "Potrebbe aiutare la nostra causa."

"Ma, d'altro canto, non è un uomo di cui fidarsi" disse Winloas, riprendendo parola. "Oltretutto, ciò che ha fatto aiutato dai mercenari di Mano Rossa non depone a suo favore" aggiunse, scoccando una lunga occhiata a Nives. "Andare a terrorizzare le campagne, far cadere i castelli dei signorotti della regione... il tutto con una crudeltà inutile e col solo scopo di infiammare Everett e renderlo più pericoloso."

"Eppure è disposto a combattere!" esclamò lei, alzandosi. Scese rapida gli scalini che la separavano dagli altri, per poi fermarsi davanti a Winloas e afferrargli le spalle. "Mi aiuterà, fidati."

L'uomo la osservò di rimando, immobile, e Nives si perse in quelle profonde pozze verdi. Se anche lui avesse deciso di aiutarla, allo stesso modo in cui inaspettatamente si stava proponendo Peeke, il Consiglio sarebbe stato in minoranza; oltretutto, non poteva sopportare l'idea di andare contro il volere di colui che era l'unico capace di comprenderla e amarla come un padre.

"Non è uomo da dare senza volere qualcosa in cambio."

La voce di Verkað la costrinse a interrompere il contatto visivo.

"Troveremo un accordo" replicò lei, per poi tornare al trono. Trattenne il sospiro che le premeva in gola, pregando gli dèi che il Consiglio si accontentasse delle sue certezze e le lasciasse il tempo necessario per trovare qualcosa di abbastanza allettante da proporre a Cain.

"Se davvero credete che bastino simili parole a convincerci, siete ancora troppo ingenua" sibilò però Verkað, distruggendo le sue speranze.

Cercò come ribattere un'ulteriore volta – non gli avrebbe concesso di uscire dalla sala prima di averle provate tutte –, ma la voce di Winloas la sovrastò, suonando di nuovo tra le pareti. "Potrebbe comunque raggiungere Saat per porgere i suoi omaggi al sovrano" disse, schiarendosi la gola. "Sondate le sue intenzioni, si agirebbe di conseguenza."

Nives trattenne il fiato, sperando che Verkað accettasse almeno quel compromesso. Dopodiché, avrebbe solo dovuto trovare un modo per convincere il sovrano a scendere in guerra con lei, ma dovevano almeno concederle un tentativo, qualcosa con cui avrebbe deciso la sua sorte da sola.

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