Una donna per amico

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Justin Fennel

«Eccola qui, la rossa in incognito.» 

Sapeva di non averla colta di sorpresa, però lo stesso si sentì a disagio quando Lily si voltò, puntando lo sguardo limpido e sereno nel suo. «Sei in missione?»

«Curiosità personale.»  

Il volto di lei si aprì in un sorriso, che per un attimo gli ricordò i tempi di Durmstrang. Lily era cambiata molto, ma sotto la superficie più dura rimaneva sempre la stessa.

«Non sapevo di essere così interessante.»  

«Scherzi? Si stanno chiedendo tutti dove sei finita.»

Non era del tutto una menzogna. In quella torrida estate inglese, così diversa da quelle che ricordava nella sua infanzia, uno dei pettegolezzi che più animavano le pause dei dipendenti del Ministero riguardava la strana assenza di Lily Potter da qualsiasi attività lavorativa. Dov'era finita la figlia del capo Auror? E soprattutto, con chi?

«La comunità magica ha davvero ben poco altro a cui pensare, allora.»  

«Che ti aspettavi? Dopotutto è agosto.»

Senza chiederle un parere si sdraiò accanto a lei, trattenendo un gemito di dolore. «Mi spieghi perchè, con tutte le bellissime spiagge di sabbia che ci sono al mondo, hai deciso di accamparti qui?»  

«La trovo comoda.»  

«Non direi.» mormorò a denti stretti, afferrando una manciata di ghiaia per poi gettarla pigramente poco lontano da loro.  

«E invece sì, almeno per i miei progetti.»

«Stai pensando di seguire le orme di Voldemort?» le chiese a bruciapelo, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi. Sapeva che lei poteva sentire il suo turbamento, ma non era quello che lo preoccupava. L'idea di intravedere anche solo una scintilla di malizia nel suo sguardo, quello lo atterriva.    

«Credo sia solo un posto come un altro per arrivare all'origine della mia Magia.» 

Justin alzò un sopracciglio, perplesso. La scelta di Saranda come luogo di villeggiatura non era così frequente tra i maghi, persino tra gli interessati alla Storia della Magia.

«Tieni pure i tuoi segreti Lily Potter. Non sono qui per indagare.» ridacchiò infine, voltandosi verso di lei.

«Buon per te. Anche perchè avresti fatto un gigantesco buco nell'acqua.» replicò calma, voltandosi appena nella sua direzione. «Con Jess come va?»

«Ti lamenti della comunità magica, ma anche tu sei una pettegola niente male.» replicò asciutto, tornando ad osservare le nuvole che si rincorrevano nel cielo. Avrebbe piovuto a breve, ma non sembrava che Lily ne fosse turbata.

«Pensavo fossi qui per allietare la mia permanenza.» snocciolò lei, rifilandogli una gomitata.

«Principessa, quando vuoi.»

LIly scosse la testa, divertita. «Cretino. Intendevo con qualche sano pettegolezzo. Non mi sei mai interessato come uomo.» puntualizzò, ridendo.

«Nemmeno tu come donna.» annuì, risoluto. «Va beh, non è vero. Ma mi sento in obbligo di mantenere comunque un briciolo di dignità.»

«La tua relazione aperta non ti soddisfa? Pensavo fosse il massimo, per un giovane ventenne.»

Justin tentennò, indeciso. «Mi piace Jess. Ci divertiamo. Ma non è una cosa seria. Se qualche sera ci va stiamo insieme, ma abbiamo entrambi altre mire per il futuro.»              

Ed era vero. Con Jess stava benissimo, ma non aveva vincoli. Non ne avevano mai parlato ufficialmente, ma sospettava che entrambi fossero davvero liberi di vedere altre persone. Il problema in quel caso non era la gelosia, ma la ben più banale mancanza di tempo. 

«Guarda che le ragazze a volte non dicono esattamente quello che pensano. Può darsi che tu le piaccia davvero.» lo redarguì Lily. 

«Stai parlando come amica, come potenziale rivale di Jess o come veggente?»     

«Come Lily.»

«Peccato.» rispose Justin, fingendosi affranto. «Ho sperato fino alla fine che mi dessi una possibilità.»

«Non è vero. E comunque, non è finita finché non ci si beve su.»

Justin si sollevò improvvisamente sui gomiti, con espressione ammaliata. «Mi stai dicendo che posso ancora sperare?»

«No deficiente, ti sto dicendo che ho voglia di andare a bere qualcosa. Ti va di farmi compagnia?»

«Ah ecco. Il mio ruolo sarebbe quello di guardarti mentre ti ubriachi, ascoltare le tue cazzate e magari poi riaccompagnarti in camera prima che collassi da qualche parte?»      

Lily scoppiò a ridere, alzandosi in piedi. «Qualcosa del genere, sì.» 

«E perché dovrei farlo?» 

«Perché hai portato le tue chiappe fin qui per chiedermi un parere su Jess, oltre che per fare un favore a mio padre controllando la mia stabilità mentale. Quindi almeno qualcosa di buono lo devo ricavare anche io, no?» 

Justin le fece un occhiolino, sorridendo colpevole. «Non fa una piega, principessa.» 

Empatia - Missing MomentsWhere stories live. Discover now