Convivenza

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James Potter

Lo aveva promesso solennemente. Christina lo avrebbe come minimo affatturato, se solo avesse saputo. Ma lui, non poteva far finta di niente. Era successo il finimondo, ed il suo dovere di fratello maggiore era esplicitamente di vegliare sul benessere familiare in assenza dei suoi genitori. Come in quel momento.

Sapeva che suo padre non era certo felice di lasciare Lily e il suo ragazzo Malfoy soli, dopo solo un giorno di convivenza, per una missione diplomatica irrinunciabile che lo aveva coinvolto tra Norvegia e Germania. Bisogna limitare i danni provocati da Charis Black, aveva commentato laconico, quando avevano parlato via camino. Così si era dovuto portare dietro persino la mamma, lasciando Lily in balia della serpe per due interi giorni e una notte. 

All'inizio non si era preoccupato più di tanto, convinto che Albus avrebbe usato il suo ritrovato buonsenso Potter per dividere i due fidanzatini, ma poi si era ricordato che il giorno della partenza dei suoi genitori seguiva di poco l'inizio del viaggio in Europa di cui lui e Cassandra avevano a lungo parlato. Viaggio che non poteva assolutamente rimandare, a meno di non incorrere nell'ira di entrambe le sorelle Nott.

Appena era stata messa al corrente di quel drammatico susseguirsi di eventi, Christina aveva capito subito cosa aveva in mente. Non osare, lo aveva minacciato, puntandogli l'indice contro al petto.

Non era stata molto più specifica, per questo James si era riservato il diritto di interpretare quell'ammonimento a suo piacimento. Non osare lasciarli soli. Non osare far avvicinare Malfoy a Lily. Non osare smettere di prenderti cura della tua famiglia.

Così aveva spedito a Godric's Hollow cinque corrieri babbani, un idraulico, un elettricista e un imbianchino. Tutti incaricati di ringiovanire il soggiorno di casa Potter, oltre ovviamente le camere da letto. Un regalo del figlio maggiore alla famiglia più indaffarata di entrambi i mondi, una sorpresa da portare a termine proprio nei due giorni di assenza dei suoi genitori.

Lily lo aveva cercato più volte, infuriata di dover rimanere a casa a sorvegliare quegli estranei, per di più tutti babbani. 

«Sai quanto va di moda avere le pareti imbiancate dai babbani? È fatto a mano e tutto il resto.»

«Stronzate James.» lo aveva interrotto lei, inviperita. «Sappiamo benissimo perché l'hai fatto.»

 «Come dice Christina, io non posso impedirti nulla. So che hai la tua vita.» le aveva risposto sibillino, chiudendo la conversazione.

Sapeva bene che con quella serpe arrapata tra i piedi la virtù di Lily era ormai un ricordo almeno da qualche mese, però lo stesso non poteva tollerare che si prendessero quelle libertà sotto al tetto che lo aveva visto crescere. Quello che, per inciso, era stato off limits sia per lui che per Albus. Lily non poteva avere tutta quella fortuna sfacciata solo perché femmina.

Lanciò un'occhiata all'orologio, che segnava mezzanotte meno cinque. Christina al suo fianco dormiva già da una buona mezz'ora, perciò decise che era il momento di entrare in azione.

Con movimenti minimi e calcolati si alzò dal letto e si chiuse la porta alle spalle, diretto in soggiorno. Aveva lasciato lì un cambio di vestiti che a Christina era sfuggito e che, complimentandosi per il suo genio, indossò in un istante. Conoscendo il sonno pesante della sua ragazza sapeva di poter fare tutto il rumore che voleva ma, per scrupolo, sussurrò solamente casa Potter mentre lanciava la polvere volante nel camino.

Non gli importava di far rumore al suo arrivo. Dopotutto il piano era di rompere qualsiasi loro idillio romantico. Atterrò nel salotto con un tonfo, attutito dalle coperte che erano state stese per proteggere il pavimento dalla vernice. Tutto era spento, e la casa sembrava avvolta nel silenzio.

«Cerca di non fare troppo rumore mentre ti guardi in giro.»

Trasalì a quell'improvvisa affermazione. Non si era accorto di non essere solo nella stanza e gli ci volle ancora qualche istante per abituarsi alla scarsa luce che entrava dalla finestra. Poi, lentamente, scorse una figura sul divano. Lily, addormentata sul petto di quella serpe malefica, che lo osservava con un ghigno stampato in fronte, mentre con una mano accarezzava i capelli della ragazza.

«Si è addormentata cinque minuti fa. Io non la sveglierei se fossi in te.»

James studiò il suo volto rilassato, per niente scalfito da quella che doveva essere stata una giornata provante.

«Passata una buona giornata?» chiese, sarcastico.

«Interessante. Non avevo mai interagito così tanto con i babbani. Sono illuminanti, alle volte.»

«Detto da te, suona sinistro.»

Scorpius rise piano. «Lo penso anche io.»

James non trovò altro da dire, preso in contropiede da tutta quella serenità che Malfoy sembrava emanare. 

«Comunque lasciatelo dire, ma hai fatto una gran fatica per niente. Anche perché pare che questi siano i giorni del mese no per tua sorella, quindi non avremmo potuto occupare il tempo come pensi nemmeno se fossimo stati davvero soli.»

James si irrigidì al sentirgli spifferare notizie intime di sua sorella. «Magari ti ha solo rifilato una scusa.»

Scorpius incassò in silenzio quell'insinuazione, per poi replicare. «Credo che allora la prossima volta mi impegnerò di più, così da farle cambiare idea.»

Empatia - Missing MomentsWhere stories live. Discover now