A prima vista

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Albus Potter

Albus lo ricordava bene, quel pomeriggio di metà dicembre. L'Espresso aveva appena frenato la sua corsa al binario Nove e tre quarti, pronto a restituire gli studenti alle famiglie per le vacanze di Natale.

Nonostante Rose si fosse offerta di aspettarlo davanti alle porte del vagone, aveva deciso di scendere da solo. Dopotutto, il viaggio in treno lo aveva passato in compagnia di Scorpius e Derek, che senso avrebbe avuto mentire ancora?

Aveva anche messo in conto che i suoi amici si sarebbero allontanati da lui ben prima dell'arrivo a King's Cross, per non alimentare ulteriormente i pettegolezzi che per tutto il trimeste avevano accompagnato il loro strambo trio. Uno Zabini, un Potter e un Malfoy. Trova l'intruso.

Accolse con stupore invece la decisione di Scorpius e Derek di scendere dalla carrozza insieme a lui, per poi scambiarsi gli ultimi saluti di rito sulla banchina, alla mercé di tutti.

Quando Scorpius gli aveva augurato di passare un buon Natale, con una pacca sulla spalla e un sorriso quasi fraterno, i suoi occhi erano saettati verso i coniugi Malfoy, che avevano seguito la scena con occhi attenti ed educatamente perplessi.

Aveva indirizzato loro un cenno di saluto più per cortesia che per reale volontà di coinvolgerli nei loro convenevoli ma, prima che potessero ricambiare il gesto, la sua attenzione era stata calamitata da un urlo bellicoso alle sue spalle.

«Cosa vi avevo detto? Non è normale.»

James, dall'alto dei suoi quasi tredici anni, aveva raggiunto di gran carriera Harry e Ginny Potter che, insieme alla piccola Lily, stavano studiando con pacata curiosità la famiglia Malfoy, ormai di spalle.

«Smettila di dare spettacolo, James.» lo richiamò immediatamente all'ordine Ginny, assestandogli un sonoro scappellotto sulla testa.

«Ma se la fa con Malfoy!» pigolò scandalizzato, indicando con una mano il punto verso cui il ragazzo si era dileguato e massaggiandosi la testa con l'altra.

Albus aveva ripreso a camminare verso la famiglia con l'aria di un condannato al Bacio del Dissennatore, pronto a giorni di ramanzine e occhiate di rimprovero.

«Sembra un ragazzo educato.» mormorò Ginny, poco convinta.

«Lo è, se per educato intendi addestrato alla magia oscura.»

«James!»

Albus si era sentito così in collera da alzare la voce più di quanto avesse preventivato. Forse per questo non si era reso immediatamente conto che, insieme a lui, anche suo padre aveva preso la parola.

«Non voglio più sentire simili insinuazioni in mia presenza. Sono stato chiaro, ragazzino?»

«Ma papà, la storia-» balbettò James, cercando di nascondere nella sciarpa le orecchie scarlatte.

«La storia dimostra come Draco Malfoy meriti il rispetto della comunità magica per il suo impegno e la sua dedizione. Ammetto di non essere il suo più grande fan, ma non tollero le calunnie, soprattutto da mio figlio. Da te mi aspetto decisamente più giudizio.»

Albus per la prima volta trovò il coraggio di alzare gli occhi verso i suoi genitori. Non li vedeva dal primo Settembre e, nonostante le lettere cariche di affetto e partecipazione che aveva ricevuto, non credeva ancora possibile che lo avessero accettato per quello che era. Un Serpeverde.

Suo padre parve capire la sua difficoltà perché gli si avvicinò per primo, abbracciandolo e sussurrandogli all'orecchio «Ricordi cosa ti ho detto prima di prendere il treno? Non è cambiato assolutamente niente.»

Albus si liberò dall'abbraccio paterno con il viso aperto nel primo vero sorriso da giorni. Salutò sua madre e poi Lily, che improvvisamente gli sembrava un pochino più adulta dell'immagine che aveva nei suoi ricordi, forse solo a causa dei mesi di distanza.

«Io l'ho detto subito a mamma e papà che quel ragazzino sarebbe stato tuo amico. L'ho visto quando li abbiamo incontrati qui in stazione.» gli confidò, quasi temesse di aver fatto un disastro.

«E loro che hanno detto?»

«Che si fidano di te. Comunque, sono rimasti male per un'altra cosa...» continuò, dondolandosi suoi piedi con fare imbarazzato.

«Cosa?» chiese seccato Albus, che odiava cavarle fuori le parole di bocca in quel modo. 

Succedeva ormai da qualche anno che Lily avesse delle visioni, come dei piccoli assaggi del futuro. I suoi genitori avevano detto che si trattava di una magia accidentale legata al potere della divinazione. Albus ci credeva ciecamente: una volta aveva persino previsto una punizione di James prima ancora che lui decidesse di compiere la sua malefatta.

«Credo che lo sposo.»

La rivelazione, ben diversa da quello che si aspettava, lo fece boccheggiare. Credeva che Lily avesse di nuovo scoperto in anticipo i loro regali di Natale, invece si ritrovò a spostare lo sguardo dalle gote tinte di rosa della sua sorellina al sorriso divertito di sua madre.

«Dopotutto è proprio un bel ragazzino. Sono certa diventerà un bellissimo uomo.»

La mascella di Albus cedette, facendolo rimanere a bocca aperta di fronte a sua madre. Nonostante fosse felice che i suoi amici non rappresentassero un vero problema, mai come quella volta sperò che Lily si sbagliasse.

Empatia - Missing MomentsWhere stories live. Discover now