Partita di tennis

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Lily Potter

Far rimbalzare quella pallina contro il muro era rilassante. Aveva visto Justin farlo, durante i lunghi pomeriggi passati nella sua stanza, e gli era presa la voglia di provare lei stessa. 

Una volta preso il ritmo, era davvero gratificante: quella buffa pallina gialla, se lanciata con la giusta forza a circa un metro dal muro, rimbalzava contro la parete disegnando un arco perfetto nello spazio, fino a ritornare nelle sue mani.

Il rumore poi, quello era fantastico. Una specie di tap chiaro e pulito, che sembrava scandire come un pendolo magico i suoi pensieri, riordinandoli dalla consueta confusione.

«È da tennis.»

«Cosa?»  

«La pallina, è da tennis. Uno sport babbano.» aggiunse, forse in risposta al suo sguardo confuso.

«Ah.» aveva risposto Lily, incerta se aggiungere qualcosa o fingere che quella scarna spiegazione fosse sufficiente. 

Justin sembrò comprende il suo imbarazzo, perchè chiuse il libro che stava leggendo, per dedicarle la sua completa attenzione. «Si gioca in un campo di terra battuta, rettangolare. Il campo è diviso a metà da una rete alta circa un metro. I due giocatori, uno per parte, hanno una racchetta, che è una specie di mazza per bolidi ma con una parte ovale in rete, dove possono far rimbalzare la palla per farla rimbalzare nella metà campo avversaria.»

«Sembra divertente.» si entusiasmò Lily, desiderosa di provare.

Anche questa volta Justin parve cogliere le sue intenzioni, perché si affrettò ad aggiungere. «Si fa a piedi.»

«Ah. Allora è terribile.» mormorò Lily, visualizzando con orrore nella mente quanto dovesse essere faticoso. «Perché ce l'hai?»

«Regalo di un amico. Un babbano, prima di essere ammesso a Durmstrang ho studiato in una scuola babbana.»

«Come mai?» chiese Lily, scandalizzata da quell'affermazione. Ricordava che suo padre aveva proposto a sua madre di mandare anche lei, almeno lei, a scuola, ma Ginny si era sempre opposta. Aveva troppa paura di come i babbani avrebbero potuto reagire alla magia accidentale. I ricordi della guerra sono ancora troppo freschi, le aveva sentito dire una volta, cosa succederebbe se i babbani ricollegassero quanto è passato con gli incidenti provocati dai nostri figli? 

«Credo per insegnarmi che non ci sono troppe differenze, tra noi e loro. Non lo so. Dovresti chiedere ai miei genitori.»

«Sei un mago strano, Fennel.» lo schernì bonariamente, lanciandogli la pallina tra le mani. «E con te anche la tua famiglia. Non avevano paura della magia accidentale?»

«Sai a quanti nati babbani succede? Gli incidenti nelle scuole sono all'ordine del giorno, non ci sarebbero tanti fiorenti scrittori per ragazzi altrimenti. Hai mai letto i racconti di certi autori babbani pubblicati in libreria?» 

«Francamente no.»

«Allora ti sei persa un mucchio di casi documentati di magia accidentale.» le rispose superbo. «Comunque, a cosa devo l'onore della tua presenza? Credo che sia almeno un'ora che lanci quella pallina contro al muro. Francamente, principessa, mi hai un tantino snervato.» 

«Mi manca casa.» mormorò Lily, facendosi piccola piccola.

«Sii più specifica, Potter. Chi ti manca?»

«Tutti.» rispose, così velocemente da arrossire. «Mi mancano tutti.»

«Ti manca qualcuno con cui litigare, dai retta a me. Non avevi un ragazzo?»

«No.»

«Sicura? Perché mi sembri affetta da mal d'amore.»

Lily gli lanciò uno sguardo rabbioso. «Chi ti ha eletto mio confidente?»

«Tu, visto che mi stai trapanando la testa con questa pallina.» 

 «Allora me ne vado. Scusa il disturbo.»

Justin la guardò uscire, con un sorriso stampato in volto e la testa piegata da un lato. «Pensala come vuoi principessa, ma questo è mal d'amore!» le urlò, guadagnandosi un suo gestaccio di spalle e un tentativo di fattura.

Decisamente, si disse Lily più tardi, quando la rabbia era ormai sbollita, quella era una risposta affermativa. 
 

Empatia - Missing MomentsWhere stories live. Discover now