Cuore di padre

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Harry Potter

Aveva temuto quel momento fin dalla prima volta in cui aveva tenuto Lily tra le braccia. 

Persino allora, pochi minuti dopo la sua nascita, sembra già pronta per bruciare il mondo con la sua forza. Ricordava nitidamente quegli occhi curiosi che lo osservavano, senza probabilmente vedere alcunché. Eppure lui si era sentito così esposto di fronte a quel giudizio, così fragile, da temere di non essere abbastanza. Lily era la terzogenita, ma aveva sconvolto le sue certezze come nemmeno James era riuscito a fare.

«Cosa devo fare?»

Si era rivolto a Ginny con lo sguardo stanco di chi sa di non poter portare avanti una battaglia, soprattutto se persa in partenza come quella. La pergamena che stringeva tra le mani, l'ultima di una serie di missive che avevano agitato la sua ultima settimana, aveva il profumo della rassegnazione.

«Ti dirò quello che non devi fare: cercare di far cambiare loro idea. Li sproneresti solo a diventare più testardi.»  

«Ma è solo una bambina!» protestò lui, scandalizzato dal sorriso ironico della moglie.  

«Ha sedici anni. Tu mi hai dato il primo bacio con un anno di anticipo.»  

«Cosa c'entra? Tu sei.. Lei- Oh, al diavolo. Tutto questo per una cottarella adolescenziale.» sbottò, alzandosi di soprassalto dalla poltrona.   

«Si è offerto di passare l'estate qui. Mi sembra più di una cottarella, visti i precedenti.»

Harry si girò di scatto, puntando lo sguardo in quello di sua moglie. «Non è che Scorpius sia proprio un estraneo. Con tutte le volte che lui e Albus si sono incontrati, nelle estati passate. Il problema è che- Lily.»  brontolò, lasciandosi di nuovo cadere a peso morto sulla poltrona. «Perché proprio lui? Perché proprio Lily?»  

«Avesse scelto un altro, avrebbe fatto differenza?»

Scrutò il volto sereno della moglie con occhi vuoti, incitandola implicitamente a continuare. «Il problema è che stiamo parlando della tua unica figlia femmina. La più piccola, per giunta, cosa che oltre che procurarti dell'immotivata gelosia ti fa sentire particolarmente vecchio.»  

«Fai poco la spiritosa. Nemmeno tu, alla sua età, ti potevi permettere di portare un ragazzo a dormire a casa.»

Lo sguardo di Ginny si rabbuiò. «Nemmeno io sono felice di questa soluzione, ma sul serio preferisci che vadano in giro chissà dove? Lily è minorenne, ha la traccia. Non può fare magie e dopo quanto successo con il Winzegamont ogni piccolo incidente sarà sotto una lente d'ingrandimento. E poi non si tratta di tutta l'estate. Appena i ragazzi torneranno a casa ci sarà la solita partenza Potter-Weasley. E ad agosto accompagnerà Christina da James, che sai meglio di me quanto poco sopporti Scorpius. Starà qui un paio di settimane, massimo tre. E controlleremo che dormano in camere separate.»  

«Controlleremo.» annuì Harry, come un automa.  

«Vigilanza costante.»  

«Sempre!» rincarò lui la dose, rincuorato da quella ventata d'ottimismo. 

«Dopotutto, ho dovuto sudare per poter fare comodamente l'amore con te. Non trovo giusto rendere loro le cose troppo semplici.» concluse Ginny, con un sorriso furbo.

Harry annuì di nuovo, ormai raggiante, prima di rendersi conto delle parole effettivamente pronunciate da sua moglie.  

«Fare cosa?»  

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