Senza rete

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Rose Weasley

Dieci lunghissimi mesi. Tanto era passato dal primo giorno di addestramento al Ministero alla prima convocazione per una missione senza supervisore.

Dieci mesi di incantesimi assurdi, letture complicate e magie antiche quasi come la terra stessa. Dieci mesi che erano volati, nonostante la facessero sentire più vecchia di almeno tre anni.

Aveva atteso così a lungo l'abilitazione a spezzaincantesimi che quegli ultimi dieci minuti, che la separavano dal colloquio finale all'ufficio di regolamentazione, le sembravano eterni.

Derek aveva ottenuto il suo certificato il giorno prima, ma non era stato di grande aiuto. Alle sue domande circa la procedura per scegliere il proprio partner, aveva risposto evasivo. «Non ho la minima idea di come funzioni, non mi hanno chiesto nulla.»

Rose era amareggiata. Per lei il partner era fondamentale. Sarebbe stato il suo doppio, la sua rete di salvataggio, la persona - o il goblin - nelle cui mani avrebbe quotidianamente affidato la sua vita. 

E forse avrebbe voluto proprio Derek accanto a lei, ma sapeva che lui la pensava in maniera diametralmente opposta. Niente coinvolgimenti, niente sentimentalismi. Mai mischiare lavoro e relazioni, per non correre il rischio di rovinare tutto.

Era rimasta profondamente delusa da quella sua visione del mondo. Per lei, loro erano perfettamente compatibili, sul lavoro come nella vita. Entrambi dotati della capacità di analizzare razionalmente una situazione, si facevano guidare lei dall'istinto, lui dalle conoscenze pratiche. Erano complementari nei difetti e forti nei pregi. Ma l'unica volta che aveva provato ad accennare alla cosa, Derek le aveva risposto qualcosa come non ci pensare nemmeno, non intendo portarmi il lavoro a casa ogni sera.

Così non le era rimasto altro che sperare di finire con qualcuno di valido e competente, e non un idiota da tirar sempre fuori dai guai.

 «Signorina Weasley, si accomodi.» 

Virginia Correy, spezzaincantesimi da ventisette gloriose lune, la richiamò con il solito tono sbrigativo che usava in addestramento. Suo malgrado Rose si era affezionata a quel viso squadrato, contornato da corti capelli neri e quasi sempre corrucciato in un'espressione arcigna.

«I miei complimenti Weasley. Insieme a pochi altri, lei rappresenta l'eccellenza di questo corso.» 

Rose annuì, senza proferire parola. Aveva imparato subito che la Correy non amava essere interrotta.

«Ho già pronta la sua licenza e il brevetto ma, prima di consegnarle i documenti, vorrei farle una domanda. Con chi vorrebbe fare squadra, a partire da oggi?»

Rose frenò il sui istinto appena in tempo. «Ritengo di avere una visione ancora parziale di quella che possa essere la mia esperienza sul campo. Perciò confido che chi mi ha valutata in questi mesi sappia scegliere con più lungimiranza di me per un'efficace riuscita.»

Avrebbe potuto fare il nome di Derek, lo sapeva. Lui non ne sarebbe mai venuto a conoscenza, mentre lei avrebbe potuto custodire quel segreto per lei. Ma, se da una parte il pensiero l'allettava, dall'altra non voleva tradire la sua fiducia. Derek aveva condiviso con lei molto più di quanto si aspettasse; non meritava di essere raggirato per suo comodo. 

«Curioso. Credevo mi avrebbe nominato il signor Zabini.»

Rose assottigliò lo sguardo, irritata. «Abbiamo una relazione, non lo abbiamo mai nascosto. Ma questo non preclude la miglior realizzazione di entrambi. Siamo coscienti che il nostro rapporto dipende da noi e noi soltanto, senza mettere in mezzo le scelte lavorative.» 

La Correy annuì, decisa. «Non infrangete nessuna regola, sono d'accordo. Inoltre entrambi vi siete sempre distinti per impegno e professionalità, senza eccezioni.» 

«Grazie.»  

«E alla luce delle vostre caratteristiche individuali e, perché no, del grado di affinità che vi unisce, ho pensato che potrebbe essere una buona idea assegnarvi alla stessa unità, se lei è d'accordo. Confidando comunque che qualunque evento dovesse minare questo equilibrio, mi venga tempestivamente comunicato.» 

Rose aprì la bocca una, due, tre volte. «Dovrebbe chiederlo a Derek, non posso rispondere a nome suo.» balbettò infine.

Derek l'avrebbe cruciata, come minimo.

«In realtà l'unica da cui attendo risposta è lei, dato che è stato proprio il signor Zabini a suggerire questa eventualità trovandomi, tra l'altro, completamente d'accordo.» 

«Davvero?» 

«Davvero.» confermò la Correy. 

«Allora credo che possa andare bene.» mormorò Rose, improvvisamente a disagio.

«Crede o ne è sicura?» la incalzò, spazientita.

Rose ci pensò, solo un istante. «Ne sono sicura. Assolutamente sicura

Empatia - Missing MomentsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora