Il peso del mondo

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Draco Malfoy

Da quando Scorpius si era accampato tra i filobabbani di Godric's Hollow, la sua assenza era iniziata a pesare come un macigno. Nonostante lui ed Astoria conducessero la vita di sempre, scandita prevalentemente da ozio, noiose commissione e qualche incontro con gli amici, la consapevolezza che quella fosse la prima estate senza Scorpius tra i piedi li destabilizzava. Il loro ragazzo era cresciuto, così tanto da prendere le sue decisioni senza consultarli.

A dispetto delle apparenze e dell'evidente disaccordo sulla questione, Draco poteva dirsi orgoglioso di suo figlio: Scorpius si stava facendo strada nel mondo a modo suo, forse con risultati migliori di quello che avevano mai avuto il coraggio di sperare.

Certo, la prospettiva che quella storiella estiva palesava, ossia la remota possibilità che il legame con l'ultimogenita Potter resistesse così a lungo da concretizzare una sua parentela con San Potter, era assurda. Ma già il fatto che suo figlio avesse scritto qualche fugace missiva, senza accennare a nessun particolare ostracismo nei suoi confronti, lasciava sperare che quell'incaponimento andasse scemando a breve.

«Tutto bene caro?»

Astoria era comparsa improvvisamente in soggiorno, distogliendo la sua attenzione dalla Gazzetta del Profeta.

«Come sempre. Perché?»

«Ti vedo pensieroso.» commentò lei, sedendosi di fronte a lui. «Immagino di aver creduto che volessi fare irruzione a casa Potter per tentare di rompere l'idillio tra i ragazzi.»

«Se ricordo bene, quello è il campo di Potter.» sogghignò lui, piegando il giornale. «Con tutte le occasioni che ha fatto sfumare a Weasley, ormai è un professionista. Il poveraccio ha dovuto portare la Granger nella Camera dei Segreti per avere un po' di pace.»

«Draco.» lo ammonì lei, giocosamente.

Sapeva che sua moglie non amava rivangare troppo il tempo della guerra. Quel tempo per lui buio, le cui cicatrici erano indelebili per tutta la comunità magica.

«Cosa c'è, tesoro? Vuoi forse dirmi che non è vero?» rincarò la dose, senza perdere il sorriso.

«Lasciamo perdere.» sospirò lei, facendosi seria.

«Non ce l'hanno ancora rimandato a casa. Direi che va tutto bene.» commentò lui, intuendo il nocciolo della questione.

«Non lo fanno perché sono educati. Ma Draco, sono i Potter.» bisbigliò lei, ansiosa.

«Scorpius ha diviso il dormitorio con loro figlio per sette anni. Non ho visto grandi problemi di adattamento.» ribatté, sordo a tutta quell'angoscia.

«Sì ma Albus è un ragazzo. E loro sono amici. Potter ha coltivato amicizie ben più discutibili in passato. Ma l'amicizia è un campo confinabile. Onorevole, oserei dire. Ma una relazione così, sotto gli occhi di tutti. Pur con tutto lo spirito caritatevole che anima quella famiglia... Draco, sono i Weasley. Come possono accettare una cosa del genere?»

«Mi stai chiedendo come possono accettare l'erede di una famiglia che ha fatto passare loro le peggiori angherie, o come possono accettare un'eventuale parentela con un portatore del marchio?»

«Entrambe le cose. Draco tuo padre. Ginevra... Non sono cose da poco.»

Draco sospirò. Quello era uno dei motivi per cui, alla fine, aveva deciso di sposare Astoria. Quella sua delicatezza che però non eccedeva nell'ipocrisia. Che lo faceva sentire sempre messo a fuoco. Accettato nella sua completezza, e nelle sue imperfezioni.

«Non lo so. Io non lo farei.» commentò, sincero.

«Questa relazione porterà a galla antichi rancori. Quel poco che abbiamo costruito si sgretolerà sotto i nostri occhi, e il futuro di Scorpius sarà perduto. Per una sciocchezza.»

«Io non lo farei.» ripeté Draco, lentamente. «Ma i santi della guerra magica sono davvero generosi, a quanto pare.»

Senza aggiungere altro, afferrò nuovamente la copia della Gazzetta. All'interno, ben nascosta tra le pagine dedicate allo sport, aveva infilato una lettera arrivata giusto quella mattina. Ignorando lo sguardo corrucciato della moglie, gliela porse.

Malfoy,
come credo tu immagini non approvo quanto sta accadendo sotto al mio tetto. Tuttavia, in accordo con mia moglie, abbiamo deciso di non ostacolare questa relazione, con il rischio di far incaponire i ragazzi. Ritengo Lily ancora troppo giovane e suscettibile per decisioni di questo calibro, ma a quanto sembra ha trovato un compare ben più testardo di lei, a dispetto delle apparenze.

«Appunto.» commentò sfiduciata Astoria.

«Vai avanti.» la spronò, divertito.

A scanso di equivoci, vorrei però ribadire che se Scorpius non è stato accolto con calore è unicamente per il suo legame con Lily, e per il ruolo che conseguentemente questo ci impone. Ruolo che ci è stato reso molto difficile dalla sua impeccabile educazione e dal suo irreprensibile comportamento. Quindi le cose sono due: o tuo figlio è campione di furbizia (ma perdonami, conoscendo suo padre, non lo credo probabile), oppure è semplicemente un bravo ragazzo.
In fondo, conoscendo l'animo dei suoi genitori, anche questa non è una sorpresa.

A (non troppo) presto,
H.P.

«Non ne esci troppo bene.» ridacchiò Astoria, voltandosi per nascondere una lacrima.

«Se intendi come una mammoletta stucchevole, è esattamente quello che voleva intendere. Dovevo accopparlo quando potevo, quello lì.»

«Draco.»

«Quindi i tuoi dubbi possono pure dissolversi nel mare dei buoni sentimenti. Avere sulle spalle il peso del mondo fa fare azioni incomprensibili, come quella lettera.»

Astoria lo osservò dolcemente. «Dal mio punto di vista, il peso del mondo lo portate in due.»

Empatia - Missing MomentsHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin