Chapter 4

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Mi affretto ad uscire dall'aula, con i miei amici che hanno aspettato la fine del mio esame.A tutti noi è andata bene: adesso è tempo di festeggiare.

"E un altro esame è andato belli!" dice Luca con un sorriso a trentadue denti.

Ripongo soddisfatta il libretto nella mia borsa di pelle nera e prendo parola all'interno del gruppo.

"Raga, visto che oggi è il mio ultimo giorno qua, che ne dite se andiamo a bere o mangiare qualcosa?"

"Non me lo ricordare che te ne vai ti prego! Mi mancherai tantissimo Ele!" dice la mia amica.

"Mi mancherete tutti, ma devo partire lo sapete".

"Ape al solito posto?" dice un altro per allentare la tensione creata dalla mia risposta.

Tutti facciamo un cenno con il capo e ci incamminiamo per raggiungere il nostro solito bar. Si trova sotto alcune logge: questo posto è davvero minuscolo, ma lo spazio esterno è molto ampio. Ci sono numerosi tavoli ma come al solito occupiamo i soliti divanetti  neri con i cuscini bianchi. Quel luogo non era così bello, ma tutti i bei ricordi degli attimi trascorsi con i miei compagni lo rendono speciale.

Penso sia superfluo dire che quando si è in compagnia il tempo scorre veloce. Tra un drink e una risata è già passata un'ora e per me è tempo di salutare i miei amici. Mi mancheranno tanto, ma il bisogno di ricominciare è più forte di ogni altra cosa.

Ci stringiamo tutti in un grande abbraccio di gruppo e qualche lacrimuccia scorre dalla mia guancia. Il mio gruppo di "donne alpha" come le chiamo io si affrettano a saltarmi addosso, ad asciugarmi le lacrime e a stringermi ancora più forte. Piccoli gesti che per me, in questo momento, contano più di qualsiasi altra cosa. Siamo un bel gruppo perché ci siamo sempre sostenuti, a volte anche andando oltre gli esami. Si avvicinano anche i maschietti e uno ad un uno mi stringono in un forte abbraccio.

"Sei forte nanerottola non mollare, buon viaggio, ci risentiamo presto!"

Questa è l'ultima frase che sento pronunciare da uno dei miei amici finchè mi dirigo in stazione.

"Promesso! Ci sentiamo per telefono!" urlo in quanto ormai sono dall'altro lato della strada.

Guardo l'ora sul display del mio cellulare e realizzo di dover accellelare il passo, onde evitare di perdere il treno.
Appena arrivo in stazione noto che il treno sta per partire: non ci penso due volte e inizio a correre giù per le scale. Una volta salita in treno mi siedo, con molta poca eleganza sull'unico posto disponibile. Cerco di rilassarmi un po', visto che oggi avrò una lunga giornata: questo è solo il primo viaggio in treno e me ne aspettano altri due.Questo è il più corto e dopo soli 40 minuti arrivo a casa.

I miei genitori mi stanno aspettando alla fermata. In quest'ultima settimana sono stranamente troppo amorevoli: questa mia partenza sta muovendo il cuore di tutti, forse anche quello di chi lo ha di pietra a quanto pare. Torniamo a casa dove ci aspetta il pranzo che mamma già aveva preparato. La sua cucina per quest'estate rimarrà soltanto un sogno...o forse no. Noto con mio piacere, che mia madre ha preparato delle vaschette contenenti il cibo preparato da lei, affinché io possa portarne un po' con me. Un po' di casa in questo viaggio non può farmi male, non posso sicuramente dimenticare da dove vengo e il mio passato.

Mi affretto a mangiare in modo da poter ricontrollare le mie cose, senza dimenticare nulla. Salgo al piano superiore e non avendo molto tempo a mia disposizione mi affretto a controllare per poi sedermi sul letto ed osservare un' ultima volta la mia stanza. Ogni singolo oggetto qua dentro,  ha una storia da raccontare e lasciare la maggior parte delle mie cose qua mi lascia un vuoto dentro. Sto per partire, lasciando il mio passato dentro queste quattro mura. Riguardo per un ultima volta le polaroid appese al muro: ricordi belli e felici, con una me sorridente e radiosa. Ora non sono più così e solo in questo momento realizzo a pieno l'importanza di ritrovare me stessa. Mi alzo dal letto e prendo la mia valigia, lasciando alle mie spalle la porta chiusa della mia stanza.

"Quando rientrerò in questa stanza, dovrò essere di nuovo felice" penso tra me e me.

Scendo le scale.

Salto in macchina.

Mi reco in stazione.

Saluto i miei genitori e la mia cucciola.

Salgo nel treno.

Sono le 14:30 e il treno inizia a muoversi.

Mi affaccio al finestrino, alzando una mano per salutare i miei genitori.

Mi risiedo e realizzo che me ne sto andando, dai brutti ricordi che ormai oscurano anche quelli belli, dal dolore, dall'incomprensione e dalla mancanza di fiducia in me stessa. Provo così tante emozioni in questo momento che non ci capisco più nulla, ma vedo che un sorriso involontario appare sul mio volto. Metto la sveglia evitando che in caso mi addormentassi, rimanga in treno. Fra quattro ore sarò a Milano, poi dovrò fare un cambio per giungere a Monza. Metto le cuffiette e premo play, facendo partire una delle mie canzoni preferite.Mi sistemo sul morbido sedile, dato che per una volta ho deciso di viziarmi un po' e viaggiare in prima classe.

La stanchezza prende il sopravvento dopo un'ora di viaggio, crollando così in un sonno profondo.

...

FILIPPO'S  POV

"Fortuna che il motore del pulmino ha deciso di non funzionare più qua vicino alla stazione, altrimenti Brò saremmo arrivati a Monza domani sera" mi dice Rombo

"Infatti e ho voglia di tornare a casa. Penso che non avrò tanto tempo poi quest' estate" gli rispondo

Nel frattempo saliamo sul treno. Era davvero tanto che non ne prendevo uno e pensare che fino ad un anno fa, potevo prenderlo in tutta tranquillità. Il mio manager sostiene che non sia il caso, visto che ho fan ovunque. A me farebbe piacere abbracciarle tutte e parlare con loro ma so che a volte, per problemi di sicurezza, non è possibile.

"L'unica star che rimane umile, addirittura un treno di TreniItalia usa per muoversi!" dice Lori ad alta voce.

Io, Lori, Rombo e Giulio scoppiamo a ridere come dei matti: con loro mi sento sempre bene, non potevo chiedere amici migliori. La signorina che ci accoglie all'interno del vagone ci invita ad abbassare la voce in quanto alcune persone dormono. Mi giro e noto numerose persone che effettivamente sono cadute in un sonno profondo: sono tutti uomini di affari, tranne una persona.

Mi accorgo che in un sedile c'è una ragazza visibilmente più piccola di me. Ha i capelli biondo cenere, delle cuffiette alle orecchie ed indossa un orecchino che cattura fin da subito la mia attenzione: una piuma Boho.  Questa ragazza è davvero carina: ha dei lineamenti molto semplici e vederla accovacciata così nel sedile mi fa davvero tanta tenerezza. Al giorno d'oggi è difficile vedere delle ragazze così belle nella loro semplicità.

"Fil, puoi tornare sul pianeta terra!?" dice Lori distraendomi dai miei pensieri.

"Si si eccomi, stavate dicendo!?" dico sperandomi di non essermi perso discorsi importanti.

"Questi sono i vostri posti, ma la ragazza si è sbagliata, quindi, datemi qualche minuto che la sveglio, pulisco e vi faccio accomadare!" dice la signorina in divisa

"Non si preoccupi, non la svegli, possiamo accomodarci qua vicino!" le rispondo indicando i posti alla mia sinistra.

"Perfetto, allora prego accomodatevi e benvenuti!"

"La ringrazio!"

La vedo poi sparire dietro una porta. Io e i miei amici ci accomodiamo ai nostri posti, fino a che Rombo non rompe il silenzio.

"Irama ha trovato la sua piumata! Ma attento a non finire in galera Bro"

Indicandomi la ragazza accanto a noi. Gli altri ridono mentre io mi limito a sorridere e a posare il mio sguardo nuovamente su di lei.

"Dietro un Moscow Mule"      Filippo Maria Fanti💫Where stories live. Discover now