Capitolo 33 [Si!]

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Camminarono sulla riva del piccolo fiume che passava per il bosco, si strinsero le mani senza mai smettere di sorridere.

Michaela era felice, credeva che senza amore avrebbe potuto continuare la sua vita come se nulla fosse, senza sentire quel vuoto nel petto, ma provando quelle bellissime sensazioni aveva capito che avrebbe perso qualcosa di davvero bello.

Il suo cuore batteva veloce, la sua pelle era ricoperta da brividi, le gote erano di un adorabile rosso tenue e le sue labbra erano incurvate nel più felice dei sorrisi.

I suoi occhi, uno diverso dall'altro, risplendevano di vivacità, felicità e soddisfazione e quelli ambra di Rinosuke la osservavano discreti senza farsi notare.

Lui era felice di essere la ragione di quel bellissimo sorriso e non avrebbe potuto dire altro di lei se non che l'amava, che l'amava da impazzire come l'aveva segretario amata da bambino.

Si fermarono quando raggiunsero una piccola casa in legno, si trovava in un punto isolato della foresta, proprio accanto al ruscello, coperta dalle folte chiome degli alberi che con le loro foglie verde brillante creavano un filtro per i raggi solari che di giorno avrebbero creato un bellissimo gioco di luci.

La piccola abitazione era in legno grezzo, si potevano ben distinguere i tanti anelli delle piante che si erano unite in quella graziosa e accogliente abitazione.

C'erano due stanze, un modesto bagno, un salottino e una piccola ma graziosa cucina, sembrava una di quelle adorabili abitazioni illustrate nelle fiabe per bambini.

Le pareti erano cosparse di cornici piene di foto e mentre passavano loro davanti lui strinse la sua mano più forte, i suoi occhi ambra vennero oscurati dall'ombra del dolore che tormentava i loro passati.

«I miei genitori vivevano qui e sono morti, morti per proteggermi» disse con voce incrinata mentre veniva inaspettatamente stretto fra quelle braccia rassicuranti che lo cullavano dolcemente, in un muto ma efficace conforto.

«Mi odiano?» «No, sono certo che ti amano e ti hanno amato fino ai loro ultimi istanti di vita, perché non c'è gioca più grande per un genitore che quella di morire proteggendo il proprio bambino » «Grazie, sai ti ho sentita dire molte volta che non sei brava a consolare le persone...» «Penso sia così, faccio così schifo?» chiese ridendo mentre lui la guardava abbozzando un sorriso.

Le accarezzò la guancia con il pollice poi la bacio, un bacio passionale e lussurioso, poi quando si staccò la guardo sorridendo «No, sei la migliore consolatrice che io conosca» sorrise poi si inginocchiò a terra porgendole un antico anello.

«Accetti di essere la mia compagna e di avere un figlio con me Michaela Morou?» chiese con gli occhi che brillavano più di qualsiasi altra stella nel firmamento e lei disse di si, non dubitò neppure un istante.

La trascinò nella camera da letto fra un bacio e l'altro e si amarono, si amarono alla follia con ogni parte del loro cuore, del loro animo e del loro corpo.

Il giorno seguente tornarono mano nella mano a casa della ragazza e chiesero gentilmente a tutti quanti di sedersi nel costoso soggiorno, sul divano a elle.

Comunicarono ai loro amici che si sarebbero sposati e avrebbero avuto una famiglia tutta loro, che finalmente anche loro sarebbero potuti essere felici.

Quello più felice fu probabilmente Eren, sapeva quanto fosse doloroso avere una vita vuota, priva di amore e di sentimenti e finalmente la sua adorata amica era riuscita a liberarsi della sua vecchia malinconia per essere finalmente se stessa.

«Chi ti farà da testimone?» chiese Mike curioso e a quella domanda lei sorrise ancora di più «Ma non è ovvio, Hanji sarà la mia testimone» e prima che potesse fate qualcosa venne soffocata in un a braccio dalla sua migliore amica.

Quella piccola cittadina si riempì di felicità nei giorni nel quale si organizzò il matrimonio, aiutavano persino Eren e Levi che non perdevano un singolo istante per baciarsi e fare gli innamorati.

E così si ritrovarono nel bosco per celebrare il grande giorno dei due sposini, erano in pochi ma inevitabilmente uniti.

C'era un arco di fiori bianchi nel centro del bosco, i raggi solari del mattino filtravano attraverso le foglie intricate e una dolce melodia antica veniva intonata dal fratello minore della sposa.

Rinosuke se ne stava immobile, davanti l'altare di pietra sopravvissuto a secoli e secoli di cerimonie, il cuore gli batteva, le mani gli sudavano e sentiva che quel vestito così elegante lo stava soffocando, soffocare era forse un eufemismo.

Ma poi lei entrò, bellissima come non lo era mai stata, con il vestito bianco semplice ma imponente e la panciona di una donna che sarà presto mamma.

Sorrideva, il sorriso più bello che lui avesse mai visto, camminava fiera e felice con il bouquet di rose stretto saldamente fra le sue mani eleganti affiancandolo davanti all'altare.

Fu Hiroto a celebrare il rito, un rito particolare che veniva utilizzato per unire in matrimonio le specie animali discendenti dalle quattro divinità.

Il dolce vento di quel giorno scuoteva i rami e le foglie quasi come un direttore d'orchestra sprona i musicisti a suonare, fu d'aiuto anche per l'ansia e permise ai due di respirare...

E quando fu il momento del bacio ci fu un'atmosfera più che magica, i capelli bianchi come la beve di  Michaela ondeggiavano grazie al flebile fenticello incorniciando quell'unione che sarebbe durata per sempre, per l'eternità.

«Ti amo» si dissero contemporaneamente staccandosi dal bacio e tenendosi per mano fino alla fine della cerimonia, una strana ma bellissima cerimonia.

Quando la notte giunse lei gridò che era il momento del buquet e lo lanciò in modo casuale, quando vide chi lo aveva afferrato scoppiò a ridere urlando «Buona fortuna, sembra quasi fatto a posta» per poi sparire nella piccola casa nel bosco.

Quella casa era stata usata per il parto quindi, come avevano precedentemente stabilito sarebbero rimasti lì ancora qualche giorno, giusto il tempo di avere il bambino.

Animal [ereri]Where stories live. Discover now