Capitolo 22 [Oscura mietitrice]

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[Punto di vista di Miki]

Ero felice che tutto si fosse risolto nel migliore dei modi e che avessimo due nuovi amici, almeno cercavo di convincere me stessa...

Felicità?

Che cosa diavolo vorrebbe dire, non che io abbia mai davvero capito cosa voglia dire la parola "emozione" ma dovevo sforzarmi di sembrare un minimo "umana", per così dire.

Quando ero sola osservandomi allo specchio avevo come l'impressione di vedermi un buco nero nel petto che presto o tardi mi avrebbe risucchiata, cancellando la mia esistenza da questo mondo per me noioso e privo di colori.

Non sono mai stata daltonica, però non provando alcun tipo di sentimento la vita si fa monotona e priva di scopo, anche se uno scopo ce lo avevo.

Volevo proteggere quell'unica persona per cui avevo una sorta di attacmento emotivo, Eren, mi importava solamente di lui e poi se tutti gli altri motivano beh, quello non sarebbe stato un mio problema.

A questo mio pensiero c'era però un'eccezione, Levi Ackerman, non potevo permettere che morisse perché se lo avesse mai fatto Eren sarebbe crollato, si sarebbe distrutto, sarebbe impazzito.

Ho sempre saputo di essere qualcuno di inattaccabile, qualcuno che non ha bisogno di temere lo scorrere del tempo o persino la morte stessa, qualcuno che non avrebbe mai avuto bisogno di provare delle emozioni eppure mi sbagliavo.

Uscii da sola, volevo controllare la zona dopo aver sentito il disgustoso odore di uno di quei cacciatori e infatti davanti a me vidi un uomo biondo, piuttosto alto con delle strane sipracciaglia.

Su di se aveva l'odore di Eren segno che lo aveva incontrato e probabilmente abbracciato, io non lo conoscevo ma finsi un'espressione sorpresa, dovevo capire se era pericoloso.

«Non c'è bisogno di fingere Jocker » disse lui con tono aspro «Perché dei qui?»dissi tornando alla normalità, senza il briciolo di un'espressione in volto .

«Volevo sapere come sta Eren» «Finché ci sarò io starà bene, lo stesso vale per il suo compagno» «Un essere senza emozioni che si preoccupa di una coppia di lupi? »

Non risposi e mi limitai a fargli capire che sarebbe bastato un passo falso e lo avrei sbranato vivo, poi me ne andai nel bosco trasformandomi.

Notai l'odore di qualcuno con un'essenza forte avvicinarmisi e poco dopo svenni, tutto per colpa della mia disattenzione, venni infatti colpita da un dardo avvelenato.

Quando ripresi conoscenza mi trovavo in un luogo buio ed umido, avevo i polsi, il collo e le caviglie legate al muro con delle catene e ciò limitava molto i miei movimenti, inoltre ero ancora troppo debole per trasformarmi in tigre e non cedere ai miei istinti primordiali.

Ci misi poco ad abituarmi al buio e analizzare il posto completamente; a giudicare dai rumori e dagli odori che potevo percepire non mo trovavo così lontano da casa mia visto che potevo percepire l'odore di Eren fin da quel luogo puzzolente.

La mia attenzione venne successivamente catturata da dei passi che risuonavano nel corridoio a ritmo regolare, si facevano sempre più vicini finché la porta in ferro incrostata di ruggine venne aperta rivelando tre figure.

Se avessi provato qualcosa in quel momento probabilmente avrei riso, invece no, rimasi con la mia solita espressione neutrale osservando le tre figure davanti a me.

Una era Petra, probabilmente la reputavo fastidiosa, così tanto, perché il mio istinto me lo aveva suggerito e come sempre aveva fatto bene, al suo fianco vi era un ragazzo alto, aveva dei lunghi capelli bianchi come la neve e due occhi ambrati proprio come i miei ed emanava un'essenza forte, ma non più della mia.

L'ultima figura era restata in penombra ma grazie la suo odore non era stato difficile riconoscerlo, quello era proprio mio fratello, non era cambiato affatto a differenza mia.

«N-non le farai del male, vero?» chiese Petra preoccupata mentre mi guardava tremante «Dipende tutto da lei, poi non vuoi sbarazzarti della tua rivale in amore, Petra?» «Si, ma non pensavo...»

Risi, non che ci avessi messo del sentimento, ma quella ragazza mi sembrava così patetica...

«Non sono io la tua rivale in amore, Reiss» «Come...» «Non hai speranze contro Eren e sai lui sa essere davvero pericoloso...» dissi con tono finto dispiaciuto, questa volta davvero divertita a causa della sua espressione devastata.

«Eren Jeager, lo conosci?» non avevo voglia di parlare così mi limitati ad annuire «Le cose si fanno interessanti, ho trovato un buon partito per il mio padrone» disse quello che probabilmente doveva essere una tigre.

Poco dopo avertii un'essenza forte, molto forte che pareggiava con la mia e subito dopo vidi un bellissimo ragazzo con i classici tratti distintivi di una tigre vestito in stile nipponico.

Il suo sguardo era freddo e spietato mentre mi osservava dalla porta dall'alto in basso «Chi l'ha portata?» chiese senza smettere di osservarmi come se fosse superiore a me, imperdonabile.

«Noi, conosce Eren e ha un'essenza decisamente forte» disse mio fratello sistemandosi i capelli candidi mentre abbandonava la stanza seguito dagli altri due.

«Qual'é il tuo nome » «Jocker» «Il tuo vero nome» «Non si danno informazioni personali agli sconosciuti, perciò non sprecare il tuo tempo perché non ti dirò neppure la mia abilità» dissi mentre mi concentravo per capire se Eren stesse bene e sembrava fosse così.

Lui schioccó la lingua sul palato ed iniziò ad avvicinarsi a me sfoderando la sua lama mentre io sbadigliavo il più compostamente possibile.

Quando la lama della sua katana sfiorò la pelle del mio collo per poi tagliarla sbuffai, avevo incontrato un altro idiota convinto di potermi spaventare e sopratutto di potermi uccidere.

«Non funziona ne lo farà mai» dissi annoiata mentre mi sistemavo meglio, la posizione in cui mi trovavo non era affatto comoda...

Lui sussurrò un "vedremo" poi mi tagliò via la testa e io sospirai, come se potessi morire.

Fortunatamente non ero rotolata così lontana dal mio corpo e riuscii a prendere la mia testa e rimetterla sul collo lasciando a bocca aperta quella tigre «Lo avevo detto, ora pensi di poter smettere di guardarmi con superiorità, Mh?»

«Il mio nome è Rinosuke» sussurrò mentre riponeva la katana nel fodero e mi guardava come fossi un prodigio della scienza, suppongo fosse sicuro che la mia immortalità derivasse da qualche strano esperimento.

«Tu possiedi l'abilità dell'Oscura Mietitrice, si dice che venga tramandata ogni mille anni alla tigre più forte di sesso femminile» rimasi in silenzio mentre pensavo a cosa fare quando mi sarei liberata.

Rimasi piuttosto sconcertata quando lui mi liberò porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi, io non mi mossi e mi limitai a scrutarlo minuziosamente.

«Vuoi una mano?» «Cosa vuoi da me?» sibilai affilando lo sguardo, non ero così sprovveduta da fidarmi del mio rapitore «Voglio che tu diventi la mia compagna»

Animal [ereri]Where stories live. Discover now