Capitplo 7 [passato pt.1]

392 29 15
                                    


Il pomeriggio si ritrovarono tutti a casa di Miki che aveva deciso di spiegare in modo dettagliato la situazione ad ognuno di loro con i quali aveva stretto un rapporto d'amicizia, quindi non Petra, diavolo no, quella ragazza la odiava e aveva un brutto presentimento su di lei e il suo sesto senso non aveva mai sbagliato.

Fece accomodare tutti sul costoso divano nero a L in pelle, prese uno sgabello con la seduta in pelle nera e lo posizionò in modo che una volta seduta tutti avrebbero potuto osservarla e ascoltare il suo racconto.

Si sedette a gambe incrociate mentre teneva in equilibrio sul naso il telecomando dell'enorme televisore al plasma, sospirò, poi iniziò quel doloroso percorso di ricordi< Vi ho fatto venire qui per spiegare bene la mia posizione, quindi inizierò dal principio della nascita del Jocker nero e quello che questo titlo indica.

Io da ciò che ricordo non ho ne padre ne madre o meglio li avevo biologicamente ma morirono entrambi quando ero una bambina molto piccola, avrò avuto all'incirca due anni eppure li ricordo così bene...

Fui lasciata davanti ad un convento di suore da qualcuno di ignoto che mi trovò a vagare nel bosco o almeno era quello che sembrava, in realtà in quel luogo c'erano solo delle donne che si divertivano a torturare bambini e ad adorare le quattro divinità potettrici nel modo più malato possibile.

Capii presto nella pessima situazione nella quale mi trovavo, ero sempre stata una ragazza sveglia e intelligente per mia fortuna, quindi scappai durante la notte, anche se sapevo che probabilmente sarei morta ma lo preferivo a ciò che mi aspettava in quel luogo e all'epoca avevo solo dieci anni.

Mi ritrovai nel bosco notturno e vagai, vagai ancora fino al mattino e così per giorni, fino a quando non trovai una casa disabitata e fu allora la prima volta che vidi tanto sangue in un solo momento.

C'era un uomo che stava violentando il cadavere di una donna, cercai di scappare ma mi notò e mi trascinò per i capelli fino al suo rifugio poco distante da lì e così iniziarono i miei tre anni d'inferno.

Venni torturata e stuprata a ripetizione, costantemente, a volte odiai la mia mente perché non si rompeva e non diventavo come tutte le altre ma loro di tanto in tanto venivano uccise mentre io alla fine decisi di fare l'unica cosa che comportava la mia salvezza ovvero ucciderli tutti e quando lo feci mi sentii felicie, già,ero felice.

Così si sviluppò il mio lato sadico e assassino, tranquilli possiedo uno strabiliante autocontrollo, ma non sono neppure a metà della storia.

Mi spostavo costantemente, fino a quando in una città piuttosto malfamata mi ritrovai in un vicolo buio a riparami dalla pioggia improvvisa e violenta che si era scatenata, fu allora che le cose peggiorarono.

Degli uomini conosciuti anche come cacciatori mi rapirono, in ogni caso non sarebbe importato a nessuno dato che ero una povera piccola orfanella che nessuno conosceva o ricordava.

Fui portata in uno strano laboratorio dove mi fecero di tutto a causa di questi miei occhi ambra, segno distintivo delle tigri bianche> disse lei con quella sua impenetrabile espressioni indicandosi gli occhi con le dita per poi riprendere il discorso.

< Vi prego, non fatemi domande, vi spiegherò tutto con calma alla fine, quindi per favore.
Mi torturarono, testarono, imbottirono di qualsiasi cosa osservando come il mio corpo reagiva e non saprei dire se per fortuna o no il mio fisico stranamente resistente a differenza degli altri bambini della mia stessa tipologia che da quello che seppi persero la vita.

Presto restai nuovamente sola e più il tempo passava più l'odio si radicava in profondità nel mio cuore, più desideravo vedere la sofferenza in quei volti che mi schernivano divertiti.

Un giorno, uno come tanti, mi svegliai a causa delle urla dei cacciatori, erano stati trovati da dei mafiosi e questo li aveva spinti a scappare da quel luogo velocemente, lasciando il loro prezioso esperimento nelle meni di altri uomini.

La mia routine non cambiò più di tanto, semplicemente mi sottoponevano a cosa più pervertite degli altri, ma con il passare degli anni con i cacciatori avevo imparato a diventare insensibile, so tutt'ora spegnere le mie emozioni di caso di necessità.

Solo che loro avevano bisogno di qualcuno di forte, molto forte alle loro dipendenze e si accorsero di quanto io lo fossi effettivamente.

Un giorno una delle guardie mi aveva molestato più del solito, non avevo ancora mangiato, non ero riuscita a dormire e quel posto puzzava davvero troppo .

Avete presente una discarica mista ad una stalla, ecco immaginate l'odore, più o meno è quello che il mio naso percepiva a causa dei miei sensi così sviluppati.

Tornado a noi, quell'insieme di situazioni mi rese irritabile e spezzai facilmente le catene per poi staccare il collo a mani nude della guardia, lo feci ringhiando come un animale selvaggio, ma non mi trasformai.

Appresa la mia forza mi diedero una finta libertà, tutto ciò a patto che divenissi loro "socia" e presto mi guadagnai una buona posizione nella malavita, posizione che mi convesse certe libertà, come l'essere intoccabile e la possibilità di fare quello che volevo, ben presto potei ambire al titolo di Jocker Nero.

All'età di diciassette anni mi ritrovai nella città sotterrane, fui mandata lì per assassinare un paio di persone fastidiose, diciamo così, per molti dei piani alti e così mi infiltrai nel bordello in cui Hanji lavorava.

Per me non era un problema se facevano quello che preferivano al mio corpo e questo era ovvio, era possibile capirlo dal mio sguardo.

La prima volta in cui mi parlò, fu perché i miei occhi sembravano gli occhi da chi era tornata dall'inferno e diciamocelo, non aveva tutti i torti.

Con il passare del tempo riuscii a farmi un'amica dopo anni e anni di solitudine, ma non persi di vista la mia missione e velocemente elaborai un piano perfetto uccidendo chi dovevo.

Ma non finì lì, io ambivo all'essere temuta e rispettata così non persi tempo e uccisi coloro che avevano le taglie più alte rintanati come topi nelle fogne.

Quando mi fu riconosciuto questo titolo venni rapita nuovamente dai cacciatori, mi sedarono e mi trasportarono in una struttura di ricerca, nessuno venne inforato della mia cattura e quel titolo è a vita.

Era un covo di ricercatori ancora più spietati di chiunque avessi fino a quel momento incontrato .

Tra questi c'era un uomo di nome Grisha, lui fu quello che mi fece patire più di tutti.

In quel luogo c'era anche Eren, dio solo sa quanto abbiamo urlato in quelle mura bianche e se siamo riusciti a scappare è stato grazi e a Carla Jeager, la madre di Eren che ci aveva strappato alle mani di quel pazzo .

Fortunatamente non passai molto tempo in quel luogo e al compimento dei miei diciotto anni ero già a casa, con il mio nuovo fratello e la mia nuova mamma.

Cosa che non durò perché nostra madre, fu uccisa, probabilmente dallo stesso Grisha.>

Lei scattò in piedi e li osservò con i suoi occhi freddi a causa dei ricordi che la stavano sfiancando.

<Allora, dovete sapere che esistono quattro divinità protettrici, la tigre bianca dei venti, il dragone dei mari, il lupi nero della vegetazione e il leone nero della terra.

Si narra che i quattro dei prottetori della vita procurarono con delle umane prescelte e queste partorirono in totale, otto primogeniti che loro volta procrearono dando così vita a quattro specie "i leoni neri " i quali si estinsero piuttosto velocemente data la rivalità che c'era fra loro, i draghi non procedettero la dinastia in quanto creature immortali, i lupi ci sono tutt'ora: i famosi licantropi ma anche loro stanno rischiando grosso.

Ed in fine io, l'intima sopravvissuta delle tigri bianche, almeno credo di essere l'ultima>

La fulva si guardò le mani poi arricciò il naso decidendo di tenere per se una grande ma piccola informazione che avrebbe rivelato solo se ce ne fosse stata la vera necessità.

Animal [ereri]Where stories live. Discover now