Capitolo 15: DI NUOVO IN GIOCO

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Un paio di giorni dopo, la notizia di Ed e del ragazzo cowboy fa il giro del campus. Al contrario di quanto si possa pensare, Ed non viene schernito, ma appare quasi come una figura mitologica o, addirittura, un modello di riferimento. La sua sfrontatezza nel confessare l'inclinazione sessuale scoperta e il suo cambiamento radicale nelle scelte di vita, lo portano ad acquisire una vera e propria schiera di seguaci. Secondo alcune voci pare che abbia addirittura venduto il suo impianto per dire addio alla vita senza regole da dj.

"Prima Daren, che si scopre falegname e pescatore e adesso Ed, che ha venduto tutto per donarsi ai poveri, ho forse qualcosa che non va nella scelta dei fidanzati?" mi chiede Ashley, stringendo una pila di libri al petto. "Penn cosa potrebbe mai diventare? Un monaco buddista oppure un hippy?".

"Penn non diventerà niente di tutto questo. La regola vale solo per gli ex" gli faccio notare. "E tu e Penn starete insieme per sempre, vi sposerete e metterete su una famiglia felice!".

Ashley aggrotta la fronte dubbiosa. La mattina è stata piuttosto dura, le lezioni sono più complesse e specialistiche. Ci dirigiamo verso la mensa, sperando che sia il giorno della pizza. Ho proprio voglia di sgranocchiare la crosta croccante e affondare i denti nel pomodoro. Quando apriamo la porta, il locale è già quasi al completo. Ashley mi spinge avanti, affinchè mi metta velocemente in coda per prendere il vasoio.

All'improvviso, il chiacchiericcio che fa da sottofondo all'enorme stanza sembra acquietarsi. Le mille voci sfumano, fino ad annullarsi completamente.

"Che succede?" chiede Ashley, guardandosi intorno.

Rivolgo lo sguardo verso l'entrata e non c'è bisogno di spiegazioni o parole. Quello che ha scatenato il silenzio improvviso, come in un freez gigante, ha un nome e cognome: Tom Felton.

Il biondino è fermo sulla soglia, come un'apparizione celestiale. Le mani dentro le tasche dei jeans e i capelli tirati indietro da una buona quantità di gel. La sua pelle è così bianca da sembrare trasparente e i suoi occhi sono più azzurri di quelli che ricordavo. Nell'immobilità generale, lui si sposta. Fa un passo avanti e poi un altro ancora. Mille occhi lo guardano curiosi, compresi quelli di Ashley e anche i miei. In realtà, il mio sguardo è un misto tra sorpresa e ansia.

"Che diavolo ci fa qui? Quando è uscito dall'ospedale?" balbetta Ashley al mio orecchio.

Tom si muove dritto, se pur con un pò di incertezza. Non sembra affatto uno che si è svegliato dal coma, sembra quello di sempre, solo un pò più debole e gracile. Lo vedo avvicinarsi ad un ragazzo, chiedergli qualcosa e subito dopo riprendere a guardarsi intorno. Come una calamita attratta dal suo cuore di ferro, ecco che i suoi occhi cristallini toccano i miei. Deglutisco. Le mie mani tremano, facendomi scivolare a terra il vasoio vuoto.

"Ehi, Holly, quello viene verso di te" mi fa notare la mia compagna.

Sento il cuore fermarsi e poi riprendere a pulsare a mille chilometri orari. Ho fame d'aria, ho bisogno di uscire da questa stanza e di correre via il più lontano possibile. Ma al posto delle scarpe ho due zavorre pesanti che mi ancorano saldamente al suolo e non posso affatto muovermi. Tom arriva al mio cospetto. Chiudo gli occhi, aspettandomi il peggio, ma invece di aggredirmi o farmi qualsiasi altra cosa malvagia inimmaginabile, si inginocchia e china la testa avanti.

Un bisbiglio diffuso fa da sottofondo alla scena stramba e inquietante; io con i capelli sciolti sulle spalle, che vengono avanti a coprirmi il volto, le braccia penzoloni e la bocca aperta, sbalordita dal ragazzo biondo che si è appena gettato ai miei piedi.

"Che stai facendo?" La mia voce esce rauca, quasi gracchiante.

"Ti sto chiedendo perdono pubblicamente. Se sono vivo, è grazie a te e a quel tuo amico speciale" afferma.

Non riesco a muovermi né a parlare. Tom Felton mi sta chiedendo perdono. Nella mia testa, come un flash di immagini ripetute, passano i momenti di quella notte. L'inseguimento, l'incidente e il soccorso da parte di Ian. Io sarei voluta fuggire via, ma Ian no, è stato lui a salvarlo. Non io.
Lui è rimasto e lo ha tolto dall'auto prima che andasse in fiamme.

"Avrei potuto ardere vivo, invece sono di nuovo in gioco" dice ancora Tom. I suoi occhi smettono di fissare il pavimento e si alzano sui miei.

Cosa dovrei fare adesso? Porgergli la mano e farlo rialzare? Accettare le sue scuse?.

Dentro di me sono combattuta. Il male che questo ragazzo ha provato a farmi pulsa in ogni singolo ricordo. Come posso perdonare colui che ha cercato di avvelenarmi? O soffocarmi?
O accoltellarmi?.

"Perdonami, Holland, io non vi farò più del male, io sono cambiato" dice. Questa volta mi fissa dritto negli occhi. Le sue pupille sembrano sincere.

Tutti ci stanno guardando. Ashley è seria e pensierosa, mi posa una mano sulla spalla e mi dice qualcosa che però non capisco. Ho la mente completamente offuscata, un fumo nero che sembra essere rimasto intrappolato dentro al cervello.

"Io... io... mi dispiace... " blatero, poi corro via. Scappare è l'unica cosa che mi viene in mente. E questa volta riesco a farlo. Riesco a fuggire dalla realtà, da un ragazzo che è appena tornato dal suo lungo e profondo viaggio. Sbatto la porta della mensa dietro di me e mi precipito alla fermata dei pullman. Voglio andare in spiaggia, raggiungere il Siren e gettarmi tra le braccia di Ian. Ho bisogno di lui. Del suo conforto. Adesso più che mai.
***

Ian mi stringe forte al suo petto, sussurrandomi parole dolci per tranquillizzarmi. Mi prepare un milkshake alla fragola e mi obbliga a berlo fino all'ultimo sorso.

"Non hai mangiato niente. Non voglio vederti svenire per un calo di zuccheri!"

Sorseggio il beverone con lo stomaco bloccato. Ian resta al mio fianco, stringendomi la mano.

"Sapevo che prima o poi quel ragazzo sarebbe tornato al college. Dovevamo aspettarcelo da un momento all'altro..." conviene.

"Già! E, a quanto pare, ricorda quello che è successo. Ricorda l'incidente e il male che ha cercato di farci. Ricorda il perchè di tanto odio. Tu pensi che fosse sincero nel chiederci perdono?" chiedo, giocherellando con la cannuccia.

Ian si acciglia e unisce le labbra, pensieroso. "Non lo so, non mi fido di lui" ammette.

"Cosa facciamo adesso?" butto fuori, chiudendo gli occhi e posando la testa sulla sua spalla.

"Non voglio vederti girare da sola al campus, dovrai stare sempre in compagnia di Penn o Ashley e poi... poi porterai tutte le tue cose da me. Voglio che ti trasferisci al Motel, non voglio saperti di notte al dormitorio. Non sarà la casa che abbiamo sognato, ma potremo provare a istaurare un rapporto di convivenza".

Lascio andare un profondo respiro e annuisco. Per quanto detesti un ennesimo trasloco, abbandonare di nuovo la mia compagna di stanza e le mie abitudini al campus, so perfettamente che adottare queste banali precauzioni è la base per la mia, per la nostra sopravvivenza. E poi vivere con Ian in fondo non è così male.

ENDLESS - Anime Bianche || Ian SomerhalderNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ