Capitolo 18: MI FIDO DI TE

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Il secondo giorno di tirocinio mi trovo seduta di fianco a una studentessa del quinto anno. In silenzio, la osservo maneggiare le provette di sangue e inserirle nel macchinario. La mia concentrazione va e viene; è come se il mio corpo fosse presente, mentre la mia mente fosse ancora intrappolata alla sorpresa di ieri sera fatta da Ian. Come si fa a non amare un ragazzo del genere? Quando smetto di sognare ad occhi aperti, mi accorgo che la ragazza non è più vicino a me. Il computer è acceso e un banale salvaschermo scorre da un lato all'altro del monitor. Il macchinario emette un ronzio continuo. La porta si apre, ma invece di veder riapparire la giovane studentessa, a entrare nella stanza è il biondino tornato sulla terra dal suo lungo viaggio al confine tra la vita e la morte.

"Proprio te stavo cercando!" esclama, puntandomi un dito contro.

Resto seduta sullo sgabello, indecisa se scivolare giù dolcemente e, altrettanto dolcemente, fuggire via, oppure scappare subito a gambe levate. Ma Felton è più veloce di me e non mi concede né una né l'altra alternativa. Si precipita al mio tavolo e mi afferra per un braccio. Lancio un gridolino strozzato. Ho il terrore negli occhi e il cuore in gola.

"Che diavolo vuoi da me?" dico con affanno, sottraendomi velocemente alla sua presa. In fretta, salto giù dallo sgabello, indietreggio di alcuni passi e finisco con le spalle contro la cella frigorifera.

"Voglio solo parlarti, stai tranquilla. Non ti farò del male. Lo giuro!" fa lui, alzando i palmi.

"Non abbiamo niente da dirci io e te... niente!". La mia voce trema; troppi ricordi la accarezzano, troppe minacce ricevute.

"Invece sí! E si tratta anche di una cosa importante!" dice lui, venendomi di fronte. I suoi occhi azzurri si stringono nei miei e le sue mani finiscono sulle mie spalle.

Cerco uno spiraglio di ossigeno, mi guardo intorno pregando che qualcuno rientri il prima possibile nella stanza. Ma dove è finita la tirocinante? Non dovrebbe rimanere nella sua postazione a controllare l'andamento del macchinario? Un rivolo di sudore freddo mi solca la schiena, scivolando dal collo e attraversando le scapole contratte.

"Mio padre ha scoperto il vostro segreto" dice Felton tutto d'un fiato.

Resto senza respiro, a bocca aperta.

"E' successo al mio risveglio dal coma. I miei ricordi sono molto confusi di quel momento, ma credo di avergli parlato del motivo del mio incidente. La ricerca di quel pendolo e... l'inseguimento... lo schianto" riferisce, cercando di scavare dentro ai ricordi. "E poi ieri sera è scoppiata la bomba. Papà è tornato a casa con un'aria strana, era ubriacato marcio e mi ha minacciato con un vetro di bottiglia perchè facessi i nomi di chi stessi inseguendo. Mi dispiace, Holland. Ho dovuto farlo, altrimenti mi avrebbe fatto a pezzi". Le sue mani vanno a tirare sù l'orlo della manica del camice mettendo in mostra un taglio poco profondo sull'avambraccio. "Lui vuole riprendersi quel medaglione, è davvero agguerrito e determinato, non come me, che non sono mai stato davvero capace di farvi troppo del male. Lui vi ucciderà, lui lo farà sul serio!".

Se qualcuno potesse scattarmi una fotografia adesso, mi immortalerebbe con gli occhi fuori dalle orbite e la mascella abbassata.
Stordita. Confusa. Terrorizzata.

"Perchè? Perché mi stai dicendo questo?" balbetto.

"Perché io ci tengo davvero a voi. Mi avete salvato la vita e io voglio ricambiare il favore" afferma, allungandomi una mano.

Guardo il suo arto proteso. La ferita rossa mi fa buttare giù un grande groppo di saliva. Sposto lo sguardo di nuovo ai suoi occhi cristallini. Ma per quanto essi siano chiari e puliti, non riesco a vederne il fondo, non riesco proprio a fidarmi.

ENDLESS - Anime Bianche || Ian SomerhalderOnde histórias criam vida. Descubra agora