Capitolo 138

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Non so il perché mi stia baciando,ma non mi importa: potrà aver perso temporaneamente la memoria,ma un amore come il nostro non lo puoi scordare. No:non si può scordare. Non so perché l'ho presa in braccio, ma ho solo seguito il cuore. Il mio ed il suo,perché ho sentito che che anche lei lo voleva. Mentre ripercorro queste scale, è come se gli unici ricordi che ho in questa casa, siano di lei e di quei tre magnifici giorni e che abbiano preso in un attimo il sopravvento su vent'anni di ricordi. La sento stringersi forte a me e al mio viso, quasi avesse paura di lasciarmi andare, ma non succederà. Non più:non di nuovo. La bacio. La bacio senza pensare. La bacio come se non ci fossimo appartenuti per anni, ma come se ci fossimo dati l'ultimo bacio solo qualche minuto prima. La mia Emma! La appoggio sul letto e mi stacco dalle sue labbra per stendermi di fianco a lei, mentre lei non smette di guardarmi. Appena mi corico, Emma si butta tra le mie braccia, appoggiando la testa sul mio petto, senza dirmi una parola. So che non sta dormendo, ma ho bisogno di parlarle e forse voglio anche che mi senta. Mi fa strano parlarle dopo questo momento che abbiamo avuto.

B: Emma...dormi?

Non mi risponde, ma porta la mano attorno al mio collo e rimane con la testa sul mio petto.

B: non ti preoccupare! Io sono qui e non vado da nessuna parte! Sono sicuro che ricorderai tutto! E credimi se anche non ti ricordassi - le prendo la mano baciandogliela - farò in modo che tu ti possa ancora innamorare di me!

Non appena le dico queste cose, vedo la sua testa alzarsi per cercare i miei occhi.

E: lo dici davvero?

Le accarezzo la schiena, mettendo le labbra sulla sua fronte.

B: certo! Sarà un piacere credimi!

La sento sorridere, mentre si rimette sul mio petto.

B: però direi di fermarci a due volte! Non farmi più scherzi! - la stringo a me sorridendole - ora riposati un po' che ne hai bisogno piccolè!

Restiamo accoccolati così, fino a quando non mi sveglio. Do un'occhiata di sbieco all'orologio. Sono le 20.00. Ho dormito un sacco, evidentemente ne avevo molto bisogno e anche Emma perché dorme ancora. Mi libero dalle sue braccia e,cercando di non svegliarla, mi alzo. Dopo la nevicata, il tempo è migliorato molto, ma è rimasta comunque un'aria abbastanza fredda, così prima di scendere copro bene Emma. Dormire così tanto mi ha reso un po' disorientato, allora vado in cucina a mangiare qualcosa. Sul tavolo c'è ancora il tè che le avevo preparato, la borsa di Emma, con i fogli dell'ospedale e accanto il mio telefono. Lo guardo e noto un sacco di messaggi su WhatsApp. Sono i ragazzi che mi chiedono come stiamo io e Emma e ci augurano di riprenderci presto. Ho poi due chiamate di Irama e una della Produzione. Pensando sia urgente, richiamo subito.

P: pronto?

B: sono Biondo! Ho visto solo ora la chiamata, scusate!

P: figurati! Se aspetti un secondo ci sarebbe Maria che vorrebbe parlarti!

B: certo!

Aspetto qualche secondo e poi sento la sua voce.

M: Biondo!

B: Maria!

M: come stai?

B: molto meglio, ma si può sempre migliorare.

M: Emma sta meglio?

B: sì - prendo un lungo respiro - piano piano si sta riprendendo!

M: ci ha chiamato il padre e sono assolutamente d'accordo con la sua decisione di non dire a nessuno che si è già svegliata! Abbiamo detto ai ragazzi che non sono nemmeno permesse visite.

B: in realtà l'hanno già dimessa!

M: quando?

B: oggi all'una!

M: è con te?

B: ovviamente Maria! Non la lascerei mai da sola!

M: sappiamo che suo padre è dovuto partire d'urgenza:guarda l'importante è che Emma stia meglio!

B: certamente! Per questo siamo venuti a casa mia, almeno starà tranquilla.

M: ha ricordato qualcosa?

B: ogni tanto. 

M: beh sono sicura che starà sempre meglio, poi con te vicino...

La sento sorridere e io arrossisco leggermente.

M: allora Emma può prendersi tutto il tempo che vuole, però vorrei che tu e Lauren lunedì tornaste a lezione!

B: va bene!

Dal mio tono si capisce che non va per nulla bene.

M: Biondo tutto bene?

B: sì!

M: ormai ti conosco! Ti preoccupa lasciarla da sola?

B: sincero?

M: anche se mi mentissi, non ti crederei, soprattutto perché si parla di Emma!

B: vorrei dirti che è lei ad aver bisogno di me, ma penso sia proprio il contrario!

M: cosa vuoi dire?

B: non starei tranquillo se dovessi stare tutto il giorno in studio, sapendo che lei è qui a casa da sola. 

M: non ti fidi a lasciarla a casa tua?

A volte l'ingenuità di Maria mi lascia perplesso.

B: certo che no! Questa è casa sua ormai, ma ha ancora quel cerotto dietro la testa e il braccio ha ancora tutti quei lividi...

Biondo ed Emma - Ricordati di ...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora