LEVI'S POV
Buttai per l'ennesima volta il fumo fuori dai polmoni, e lo guardai volare via ed immischiarsi con l'aria gelida che tirava quella sera.
Avevo guardato per tutto il tempo il tramonto, torturandomi al pensiero di quei ricordi: ferite troppo profonde per essersi già rimarginate.
Il cielo si dipingeva man mano di arancione, e piano piano il sole prese a calare, lasciando il palcoscenico alle sue sorelle piú piccole e dalla loro inseparabile compagna luna.
Era incredibile come, nonstante tutto quel tempo, ancora mi tremavano le mani mentre mi riaffioriva in mente l'immagine del sangue sulle lenzuola bianche dove era disteso il corpo privo di vita di Furlun.
"Ma un giorno troverò quel bastardo."
Giurai nuovamente tra me, una promessa che continuavo a farmi da quel giorno, e che avrei realizzato fosse stata anche l'ultima cosa che avrei fatto in vita mia.
Il pensiero che avrei potuto ritrovare anche {T.n.} in quelle condizioni...
Un brivido freddo mi percorse l'intero corpo, e cercai di ripararmi di piú dalle folate di vento gelide rintanandomi nella mia felpa grigia, perfettamente intonata con i miei occhi.
<<Hai freddo?>>
Quasi non sobbalzai nell'udire quella voce, quella dannatissima voce che non faceva altro che risuonarmi nelle orecchie, come un eco infinito e maledetto.
Mi girai a guardarla: era bellissima, come sempre d'altronde, ma mai come in quel momento.
Era viva, respirava e stava bene.
In piedi, lí davanti a me.
Gli occhi {C.o.} leggermente umidi ed arrossati, le labbra asciutte ed ancora leggermente screpolate, delle evidenti occhiaie ad incorniciarle il volto.
I {L.c} capelli {C.c.} che svolazzavano nel vento: sembravano morbidi come la piú pregiata delle sete.
Feci un passo, come avendo paura che potesse scomparirmi da davanti agli occhi senza preavviso.
Levi: <<{T.n.}...>>
La mia voce uscí flebile e particolarmente roca, dati che non aprivo bocca da qualche ora.
Me ne ero rimasto lí, sul balcone, da quando era arrivata Isa, ed ero sicuro che l'indomani mi sarebbe venuta una gran tosse.
{T.n.}: <<S-Si... Emh, L-Levi...?>>
Teneva lo sguardo basso, dui piedi, come se fosse colpevole di chissà quale reato, e si stava torturando le mani.
Ers visivamente nervosa, e sul momento non ne capii il motivo.
Poi ricordai come mi sentii io, quel giorno al Vecchio Faro, con gli occhi increduli di Isabel puntati addosso.
Si sentiva tremendamente in colpa, quella stupida.
Feci un altro passo.
{T.n.}: <<V-Vedi, io... I-Io non volevo...>>
La vidi inciampare sulle sue stesse parole, come se non trovasse i vocaboli esistenti necessari per potersi esprimere.
Mi avvicinai ancora di piú, continuando a fissarla ed asoettando che riprendesse.
Fece un respiro profondo.
{T.n.}: <<Scusami.>>
La voce le si era fermata.
{T.n.}: <<Ti chiedo scusa, per aver tentato...>>
Si prese una pausa, non riuscendo a pronunciarla.
{T.n.}: <<...di aver tentato di fare una cosa stupida. Scusami se ti ho recato tanto disturbo e se ti sono stata di intralcio, non avrei mai voluto farti stare male per dei miei problemi.>>
Un altro passo ancora, mentre lei continuava a blaterare quelle sciocchezze.
{T.n.}: <<E... E... Ti capirò, se tu dovessi decidere di cacciarmi via, di lasciarmi in mezzo alla strada, non ti biasimo. Ti capirò se mi dirai di stare fuori dalla tua vita, e lo farò, se ciò ti farà stare meglio.>>
Quante stronzate, come avrei potuto "stare meglio" senza di lei?
{T.n.}: <<N-Non pretendo il tuo perdono...>>
Venne interrotta da un singhiozzo sfuggito dal suo controllo: stava per piangere, ma non voleva farsi vedere in volto, per questo teneva la testa china.
{T.n.}: <<Però... Ti chiedo scusa, Levi. Scusa per tutto.>>
E si portó una mano sul volto, che finí inevitabilmente per bagnarsi dalle lacrime, che già avevano preso a cadere sulle piastrelle del balconcino.
La luce della luna la rendeva incredibilmente bella, una vera e propria Dea, pura e divina come mai un comune essere mortale sarebbe stato capace di essere.
La sua voce era candida e squarciava quel religioso silenzio che si era creato a casa: Isa doveva essere uscita per lasciarci a risolvere i nostri problemi, da soli.
Quindi non ci pensai due volte, ed allungai una mano per prenderle il mento ed alzarle il volto, cosí che potessi vederla in quei occhi che tanto bramavo ed amavo.
Era adorabile con quelle gote arrossate e quelle goccie d'acqua salate che le calavano lungo la mascella delicata.
Anche volendo, non sarei mai riuscito a staccarle gli occhi di dosso: sembravo sotto l'effetto di qualche incantesimo.
Cosí mi avvicinai, ancora di piú, fino ad avere pochi centimetri a separarci.
Inspirai il suo profumo: avrei voluto risvegliarmi ogni mattina sentendo quell'odore sui miei cuscini.
Mi guardava, dritto nelle pupille, e quasi temetti potesse leggermi nella mente tanta era l'intensità con la quale mi stava scrutando dall'interno.
Non resistetti a quello sguardo, cosí pieno di emozioni, e che continuava a premerni nella mente come ne fossi ossessionato.
Le poggiai una mano sulla guancia, ancora leggermente umida e molto calda, chiusi gli occhi, e feci combaciare le mie labbra alle sue.
E finalmente la baciai.
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∆-Un Brivido D'Amore-∆ ~LevixReader
FanfictionSi, Levi mi perseguita! Ecco a voi una nuova fanfiction su AOT (Attack On Titan), ma questa volta sará un briciolo diversa: inanzitutto, sarete voi le protagoniste, mie care ragazze! E punto secondo: i personaggi sono di AOT, mentre i luoghi, le vic...
