Capitolo 10 ~ Racconti

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{T.N.}'S POV

Lentamente aprii gl'occhi, o almeno: ci provai.

Riuscii ad aprire il destro, ma il sinistro era troppo gonfio e dolorante.

Un mugolio di dolore uscí dalla mia bocca.

Riconoscetti l'asfalto sotto il mio corpo.

<Ma che cazz-...>

Mi guardai intorno disorientata, finchè non lo vidi.

{T.n.}: <<L-Levi...?>>

Lui si girò a guardarmi, e mi sorrise.

Levi: <<Finalmente ti sei svegliata, mocciosa.>>

Disse con voce pacata e sollevata.

Provai a rimettermi seduta, dato che ero distesa a terra, ma venni fermata da un dolore lancinante alla schiena.

Feci un altro verso di sofferenza.

Levi: <<Non osare muoverti.>>

Mi ordinò il corvino, piegandosi vicino a me fino a raggiungere la mia altezza e rimettendomi sdraiata con delicatezza.

Okay, se prima ero confusa, adesso ero in stato di shock.

{T.n.}: <<Cosa è successo?>>

Chiesi, con la voce fioca e strozzata.

La gola cominciò a bruciarmi, quindi, con le poche forze che mi rimanevano, portai una mano a sfiorarla, provocandomi una fitta acuta di altro dolore, che mi fece assumere un'espressione facciale che vista da fuori doveva anche essere divertente.

Levi: <<Davvero non ti ricordi nulla?>>

Mi guardò preoccupato lui.

All'improvviso le immagini di ciò che mi era accaduto mi invasero la mente: gl'occhi assatanati di Alan, i suoi pugni, le sue minacce sussurrate, le sue mani sul mio collo.

Aprii e chiusi la bocca piú volte, non sapendo cosa dire, ancora troppo intontita per ragionare.

Lui alzò un sopracciglio con fare confuso.

{T.n.}: <<Che ci fai tu qua?>>

Cercai di cambiare discorso, ed in sua risposta ricevetti un sorriso ed un'aggrottata di fronte.

Levi: <<Oh, ma di nulla! È stato un piacere salvarti il culo!>>

Mi ripeté le parole che avevo usato io con lui solo il giorno precedente, cercando di imitare la mia voce.

Sorrisi a quella presa in giro.

{T.n.}: <<Okay, okay. Grazie.>>

Lui mi sorrise nuovamente, per poi porgermi una mano per aiutarmi ad alzarmi.

Io la accettai e, non senza molta fatica, riuscii a rimettermi in piedi.

Per poco non cedetti sotto il peso del mio corpo: le mie gambe sembravano essere fatte di gelatina.

Ma per mia somma fortuna lui mi prese appena in tempo per non cadere nuovamente sull'asfalto.

Levi: <<Diciamo che adesso siamo pari.>>

Mise un mio braccio, con molta delicatezza e lentezza, attorno al suo collo, cosí che potessi arreggermi a lui.

Poi mi prese con una mano alla vita, e cominciammo a camminare verso una direzione ancora non specificata.

∆-Un Brivido D'Amore-∆ ~LevixReaderWhere stories live. Discover now