Capitolo 11 ~ Rapimento

Start from the beginning
                                        

Un singhiozzo infranse il triste e disperato silenzio che si era creato.

Sentii una mano poggiarsi, quasi con timore, sulla mia spalla.

Lessi quelle poche righe per almeno una decina di volte.

Il mio cervello non riusciva a capire nessuna tra tutte quelle parole, o meglio: non voleva capire.

In un attacco d'ira, presi il pezzo di carta e lo accartocciai, per poi riaprirlo e strapparlo in centinaia e centinaia di pezzettini, che finirono per svolazzare nella cucina, a causa del vento che entrava dalla finestra ancora aperta.

Mi lasciai fuggire un urlo di frustazione.

<Perché a me?>

Un dolore lancinante mi colpí il cuore, che prese a battere all'impazzata, tanto che pensavo potesse uscirmi dal petto.

Sentivo l'aria sempre piú pesante, e caddi a terra, sulle ginocchia, a causa delle gambe ormai troppo flosce per riuscire a resistere sotto i miei {T.p.} kg.

Mi piegai fino a raggiungere le piastrelle marroncine che componevano il pavimento con la fronte.

Mi misi le mani tra i capelli, tirandomeli con forse un po' troppa forza, sperando cosí di riuscire a svegliarmi da quell'incubo.

Altre lacrime uscirono dai miei occhi, la cui vista era praticanebte assente a causa di tutta quella nebbia.

Quelle piccole, ma cariche d'emozioni, gocce d'acqua mi rigarono le guancie, il collo, oppure cadevano direttamente sul pavimento freddo, creando cosí delle piccole pozzanghere di tristezza.

{T.n.}: <<Perché a me?>>

La sofferenza, il dolore, la solitudine, la nostalgia.

Tornarono tutte insieme a colpirmi.

Avevo appena perso una delle due cose a cui tenevo di piú.

Le uniche due cose a cui tenevo veramente: Eren ed Historia.

Sentii metà del mio cuore sgretolarsi, ed il mio corpo prese a tremare vistosamente.

Levi: <<Vieni a stare da me.>>

La voce grave del corvino che mi stava alle spalle mi riportò alla realtà.

{T.n.}: <<No...>>

Mi uscí una flebile e debole negazione dalle labbra.

Levi: <<Non ti ho chiesto il permesso: tu lo farai e basta. È un ordine.>>

Non aveva idea in che guai si stesse cacciando.

Negai nuovamente alla sua proposta/ordine, questa volta attraverso un semplice movimento della testa che andava da sinistra a destra, da destra a sinistra, da sinistra a destra, da destra a sinistra.

Sentii una mano morbida e fredda sollevarmi con delicatezza la testa, per poi prendermi il mento fra le dita.

I miei {G.o.} occhi {C.o.} si scontrarono con due perle argentate, ed in quel momento sentii il corpo rilassarsi, cosí come la mente.

Erano bellissime, lucenti e cariche d'emozioni, ma allo stesso tempo spente e vuote.

Come se non avessero pianto tutte le lacrime che avevano avidamente e disperatamente represso.

Conoscevo quel tipo di occhi: anche i miei erano cosí.

Ma le sue iridi grigie... Avevano qualcosa in piú, qualcosa di... Speciale.

Incutevano timore e serenità allo stesso tempo.

Erano troppo belle per essere umane.

Rimasi talmente incantata da quello spettacolo che non mi resi realmente conto della pericolosa vicinanza dei nostri volti: anche lui, come me, si era piegato per terra, con l'intento di raggiungere l'altezza del mio viso.

{T.n.}: <<Metterei in pericolo anche te.>>

Non riuscii a mentire davanti quelle due pozze d'acqua limpida.

Levi: <<Tu non devi preoccuparti, è anche a causa mia che è successo tutto questo.>>

Sentivo il suo caldo respiro sulla pelle.

Altri brividi invasero il mio corpo.

Levi: <<Qui non sei al sicuro.>>

<E dove potrei esserlo?>

{T.n.}: <<D-Devo t-trovarla.>>

Dissi con la voce rotta a causa dei singhiozzi.

Sentii altre lacrime bussare insistentemente ai miei occhi, pronte per uscire.

Levi: <<Ed io ti aiuterò.>>

Mi rassicurò lui, senza spostare di un solo millimetro il suo sguardo dalle mie iridi {C.o.}, ancora totalmente ipnotizzate da quel bizzardo ragazzo.

Si, bizzardo.

Come potrei definire una persona conosciuta solo il pomeriggio appena passato ma che ti salva il culo ed in piú ti propone di trasferirti temporaneamente nella sua dimora?

Bizzardo, per l'appunto.

Se non pazzo.

Si, probabilmente quel ragazzo era fuori di testa.

Ed era anche per quel motivo che mi attirava cosí tanto.

Una domanda mi venne spontanea, e non feci in tempo a bloccare la mia bocca che quest'ultima la pronunciò senza il mio consenso.

{T.n.}: <<Perchè fai tutto questo per me?>>

Maledetta la mia linguaccia!

Lui sembrò pensarci su, tantochè si prese il mento tra la mano libera, e posò lo sguardo sul soffitto.

Levi: <<Sincernante? Non lo so neanche io.>>

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

ANGOLO AUTRICE:

*Lettera:

"Ma ciao, {T.n.}! Come avrai sicuramente notato: la tua cara sorellina non è a casa. Ho pensato che non le sarebbe dispiaciuto venire a fare un giretto in macchina con me. Tranquilla, non le farò nulla! Certo, a meno che tu non decida di disubbidirmi un'altra volta! Tutto quello che dovrai fare è semplicemente presentarti lunedí mattina (10:00) al porto del Wall Maria. Ovviamente dovrai venire sola, e non provare ad avvertire la polizia, o la tua His potrebbe fare una brutta fine. Allora a lunedí, amore mio❤

Con affetto,
Per sempre tuo
-Alan"

∆-Un Brivido D'Amore-∆ ~LevixReaderWhere stories live. Discover now