Capitolo 50

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Stavo facendo del mio meglio per non pensare a quello che era successo quella mattina. Per non pensare alle emozioni forti, alle bellissime sensazioni che avevo provato con lui. Sensazioni che erano state spazzate via in un attimo. Chissà se anche lui ci stava pensando come ci pensavo io, chissà se anche lui si struggeva nel capire cosa, ancora una volta, era andato storto tra di noi. Forse eravamo proprio noi due insieme, il problema. Con Beverly non l'avevo mai visto così in conflitto come lo era con me, e d'altro canto con Tyler le cose erano così semplici. Spontanee. Avevamo mangiato lentamente, tra una battuta e l'altra, e mi aveva raccontato un po' di se. Aveva sempre avuto un sorriso caloroso e amichevole, non era difficile trovarlo una persona piacevole. Passare il tempo con lui si era rivelato un passatempo molto gradevole, avrei dovuto farlo prima. Quanta angoscia mi sarei risparmiata, se mi fossi resa conto in tempo che con Jason non c'era nulla da prendere. Ero realmente stata solo uno sfizio, per lui? Adesso che avevamo fatto sesso, avrebbe smesso di girarmi intorno, probabilmente. Una parte di me diceva di smetterla di pensare ancora così male di lui; stronzo si, ma cattivo no. O almeno, non credevo proprio che Jason fosse capace di una cosa così squallida. Non dopo tutto quello che avevamo passato insieme.
Tyler mi stava raccontando della prima volta che aveva giocato, da piccolo, a football e di come questo gioco fosse diventato la sua passione, la sua valvola si sfogo persino quando diventava frustrante e pesante, come quando il coach non li faceva riposare mai in vista di una partita importante o come quando perdevano nonostante ce la mettessero tutta.

<<Nonostante ciò è un bel gioco. Rafforza lo spirito di gruppo, la coesione tra più teste che in quel momento sono un tutt'uno, una squadra unita. Se anche un solo elemento è fuori fase...puf, tutta la squadra ne risente>> stava dicendo, gesticolando con le mani spiegandomi a gesti ciò che intendeva. Io annuii comprensiva, ricordandomi la sera in cui Scott era ubriaco e la squadra non riusciva a cooperare in modo compatto e solido.

<<Oddio, scusa>> esclamò all'improvviso, fermandosi sul marciapiede. <<Ti sto annoiando>> disse imbarazzato. <<Non mi ero accorto che mi sono immerso troppo nei dettagli tecnici>>. Si sollevò dal viso un ciuffo dei lunghi capelli che gli stava momentaneamente comprendo gli occhi, poi mi guardò con gli occhi chiari divertiti ed imbarazzati insieme.

Io sorrisi, leggermente sollevata che se ne fosse accorto da solo, sperando di non aver assunto una faccia annoiata.

<<Figurati. Sono argomenti che potranno tornarmi molto utili, in futuro. Se dovessi rinascere maschio magari, con il testosterone a mille>> dissi, cercando di rimanere seria. Lui mi guardò un attimo confuso, poi si mise a ridere di gusto.

<<Sei uno spasso>> commentò, avvolgendomi un braccio intorno alle spalle e riprendendo a camminare. <<Ti va di bere qualcosa?>> mi chiese poi, indicando un bar al di là della strada dov'eravamo in quel momento. Seguii il suo cenno e mi resi conto che quel bar era lo stesso bar del mio primo incontro con Jason. Allora non lo sapevo che quell'impertinente ragazzo sarebbe diventato un punto fisso nei miei pensieri, nel bene e nel male. Quella sera fu l'inizio di tutto, della mia frequentazione con i giocatori di football, dei miei incessanti scontri con le cheerleader, delle mie prime feste, dei miei primi raduni. L'inizio di tutto. Ero passata altre volte per quel bar, per quel parco di fronte ad esso, ma non sapevo perché quella sera mi stesse facendo più effetto delle altre.

<<Dee? Ci sei?>>. Tyler interruppe bruscamente i miei pensieri, sventolandomi una mano sul viso. Mi ridestai in fretta e annuii senza aggiungere altro. Insieme entrammo nel bar, Tyler fece la fila per lo scontrino e poi ci incamminammo al bancone. Il tizio dei drink prese l'ordinazione di Tyler, poi si voltò verso di me.

<<Un "After Five">> dissi a voce alta, per sovrastare il rumore della musica.

Tyler mi guardò sospettoso, mentre il barista annuì semplicemente e si mise all'opera. <<È roba forte>> mi disse nell'orecchio. <<Ti annoio così tanto da volerti ubriacare?>>.

Incompresi ~The Misunderstood Series Where stories live. Discover now