Capitolo 26

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Sono poche le persone che io amo veramente, e ancora meno quelle che stimo. Più conosco il mondo, più ne sono delusa, ed ogni giorno di più viene confermata la mia opinione sulla incoerenza del carattere umano, e sul poco affidamento che si può fare sulle apparenze, siano esse di merito o di intelligenza.”
~Orgoglio e pregiudizio.

Fissavo le stelline sbiadite attaccate al soffitto, che ormai quasi non si illuminavano più al buio, per quanto erano vecchie. I miei calzini verde fluo, che in quel momento avvolgevano i miei piedi poggiati sopra il muro, facevano più luce.

Le pareti rosa erano spoglie, i pochi oggetti in quella stanza evidenziavano come nessuno mettesse piede lì dentro, se non io nelle poche occasioni che tornavo in quella casa, in provincia di Long Beach.

Odiavo casa, quella stanza, quel letto. Su quel letto dalle odiose coperte di flanella rosa era arrivato il mio primo attacco di panico.

Ancora non capivo cosa mi stesse accadendo, ancora non capivo come quel primo attacco fosse il primo di una lunga serie.

E non potevo dare la colpa a nessuno. Non potevo dare la colpa al trauma di aver visto i miei fratelli pestarsi a sangue, non potevo dare la colpa alla donna che avrebbe dovuto comportarsi come una madre ... era solo colpa mia, che ero troppo debole.

Non ero riuscita a reagire in passato, e non ce la facevo nemmeno in quel momento.

Ero bloccata. Bloccata dentro me stessa, e non sapevo come uscirne fuori.

Le cuffie nelle orecchie strillavano le canzoni dei Coldplay, una fissa che mi aveva passato Jennifer.

A proposito di Jennifer. Guardai l'orologio, a momenti avrebbe dovuto essere qui.

Aveva delle commissioni da fare; la sua prima tappa quando tornavamo a Long Beach era andare al cimitero, poi dalla sua famiglia ovviamente.

Conoscevo la famiglia di Jennifer, ma avrei anche potuto farne a meno.

Più guardavo i suoi genitori, più mi ricordavano la gente altolocata che avevo incontrato alla cena di David.

Eppure Jennifer sembrava un tantino diversa.

Forse era merito di David?

La musica si interruppe, segnalandomi l'arrivo di un messaggio da parte di Ivy.

Quando torni?

Mai più, perché?

Smettila, cretina.

Domani pomeriggio.

Ma che palle! Scott da una festa stasera e siamo invitate.

Ma che peccato! La salterò, non sopravviverò mai a questo lutto.

Fanculo, stronza. Non ci vado sola.

Non ti mangiano, se vai sola

Non è la stessa cosa! Non posso stare in quel covo di vipere senza la mia spalla.

Dovrai fare a meno di me questa sera.

Sei una migliore amica inutile.

Incompresi ~The Misunderstood Series Where stories live. Discover now