Capitolo 40

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Chiusi la porta senza voltarmi e senza ripensamenti, sperando vivamente per l'incolumità di Jason che non mi richiamasse e che non provasse a fermarmi.
Non sapevo cos'era che mi feriva di più; lui che continuava a stare con Beverly o lui che stava per rubarmi una cosa così preziosa.

Ah, certo. Ora è preziosa, fino a qualche giorno fa nemmeno ti importava di perderla né con chi! Che poi, andiamo...non ti stava rubando niente, tu gliela stavi proprio donando su un piatto d'argento.

Scesi silenziosamente di sotto, anche se non sapevo cosa fare. Non mi sarei sicuramente riaddormentata dopo quello che era appena successo di sopra, soprattutto sapendolo a pochi passi da me. Potevo pur sempre rientrare a casa, ma nel cuore della notte se David o Jennifer mi avessero scoperta, mi avrebbero fatto troppe domande.

Che fare? In quella casa non potevo continuare a rimanere così, velocemente e prima che Jason scendesse di sotto, radunai le mie cose e uscii silenziosamente da casa di Ealeen e Scott.

Erano le due del mattino ed era abbastanza pericoloso camminare per strada a quell'ora, ma la mia meta non era molto distante. In quel momento, mi avrebbe davvero fatto comodo la mia vecchia casa sull'albero, con tutti i miei cuscini e le mie coperte... Ma la famiglia di Beverly aveva smantellato tutto e occupato la proprietà. Provai un nuovo impeto di rabbia nei confronti di quella ragazza, che ancora una volta mi aveva messo i bastoni tra le ruote.

Sorpassai casa di Ivy, immersa nel silenzio e nell'oscurità. Sean era di nuovo fuori per lavoro, quindi mi stupii quando intravidi un uomo grande e grosso, piazzato sulla staccionata malandata di quella casa. Un primo pensiero mi fece pensare a dei ladri, ma poi riconobbi facilmente l'andatura sbilenca e tronfia dell'uomo.

<<Tu sei la puttana dell'amica di Ivy>>.

Il padre di Ivy uscì dalla penombra, rivelando il suo volto giallognolo, i suoi occhi iniettati sangue e le labbra screpolate. L'odore di alcool e tabacco arrivò bruscamente al mio olfatto, nonostante la distanza. Mi immobilizzai lì davanti, disgustata dal genere di uomo che era diventato. 

<<Sì,cosa vuole? Altri soldi?>> gli chiesi sprezzante. Stavo sbagliando a sfidarlo da sola, in mezzo al buio della notte, e dentro di me iniziai a tremare dalla paura.

<<Esattamente! Ma la mia adorata figlia non è in casa e le chiavi di riserva non sono più nascoste sotto il vaso di gerani. La maledetta le ha spostate. Appena la rivedrò dovrò darle una bella lezione>> spiegò, sputando a terra. 

<<Piuttosto perché non va a rompere il cazzo da un'altra parte? Non le permetterò di fare ancora una volta del male ad Ivy>> sbottai, lanciando all'aria ogni cautela. Quello era proprio il genere di situazione da cui David mi intimava di stare lontana, ed  io come la stupida c'era cascata. Mi guardai intorno, la strada era deserta. Ma se avessi urlato, ero quasi sicura che le luci delle case vicine si sarebbero riaccese e qualcuno sarebbe sceso di sotto, per accettarsi che quell'uomo non mi avrebbe fatto del male.

<<E chi me lo impedirà? Una ragazzina come te?>> chiese lui, sprezzante.

<<Sei solo un poveretto. Un uomo penoso che ruba i soldi ai figli per l'alcool e le puttane, un uomo squallido senza morale né valore, dovrebbe farsi pena da solo! Non si vergogna?Come si guarda allo specchio la mattina? Sempre se ce l'ha, uno specchio in cui guardare la sgradevole faccia che si ritrova>> sputai fuori. Nemmeno il tempo di finire la frase che un lampo di rabbia attraversò il suo sguardo, poi uno schiaffo forte in pieno viso mi fece barcollare e cascare a terra.

Cercai di rialzarmi immediatamente, ma un calcio arrivò nel mio stomaco, facendomi buttare fuori tutta l'aria che avevo nei polmoni. Mi rannicchiai su me stessa, mentre un dolore lancinante si faceva largo nella mia tempia e nel mio stomaco. Chiusi forte gli occhi, sicura che stavo quasi per rimettere. 

Incompresi ~The Misunderstood Series Where stories live. Discover now