La tortura dell'oracolo.

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Ci sono storie infinite, lamenti cruenti che non fuggono dalle menti coscienziose dei vivi, più ti trascini per il palco del mondo, più faranno da colonna sonora. Quella maschera stava più stretta delle altre, forse perché ci aveva camminato fin troppo nelle scarpe del suo vecchio, e adesso i dejavu volevano riaprire le galle del passato, fastidiose.
Hela dietro di lui, in possesso del proprio armamentario, delle proprie anime, forse è riduttivo mettere un limite. Nel mondo in cui ci stiamo avventurando Thanos era già morto da 1000 anni, e le gemme erano alla nuova e ricostruita Asgard. Odino era riemerso dalle ceneri, e non c'era stato alcun dubbio per Thor, Odino era tornato, ed aveva rimesso a posto tutto, dal Valhalla, alle prime pietre della cittadella.
Il fatto che altro fosse dietro la mano del divino nessuno doveva saperlo, soprattutto gli avengers ormai invecchiati, qual era? La seconda? Terza generazione? A lui non dispiaceva avere dei guerrieri in più.
Mi rammarico di essere una pessima volva, non vi do i dettagli succulenti, di come non sia successo, di come è errato ciò che credono gli umani, mi concentro sul presente, su una ragazzina inerme e un intricato evento che sconvolgerà ogni legge del creato.
Lei aveva iniziato a cammiare nervosamente, non poteva sapere che stesse arrivando, ma un abile illusione era apparsa in fretta.
«Preparati» il per cosa il corvo non lo aveva detto, appena aveva cercato di toccarlo era svanito.
Dirompente fu l'apertura della porta.
«Accomodati.»
Odino era entrato con passi sufficientente lunghi, aveva dato uno sguardo all'interfaccia, La donna mezza morta aveva un espressione contratta e diffidente, non voleva finire in una prigione.
«Dovrei fidarmi di te? Dov'è mio padre? »
«lo vedrai.»
Elisa fece un passo avanti, ma le fu impedito di entrare, «chi diavolo..» sussurró e cercò di proseguire, tuttavia, in un riflesso, un sorriso smagliante si portava un dito alla bocca, in segno di silenzio furbo.
Ovviamente, la ragazza lo guardò malissimo, cercando di entrare, Odino ai suoi occhi aveva parvenza di un vetro, di un ologramma, si interrompeva con i vestiti verdi, le corna a seconda della prospettiva dei riflessi. "Tu mi vedi" aveva detto quel cameriere, non erano passaggi difficili.
«Forza, come dimostrerai che non è morto! Thanos l'ha spazzato via, sappiamo tutti che era solo un fantoccio, lo stai tenendo in vita per non lasciare che il vero Ragnarock esploda! Odino, non far finta di ingannare, non è la tua sfera, arrenditi:
la cittadella cadrà,
la nave salperá»
Irragionevole come la prima volta, ed Elisa sentiva le parole scorrete come attraverso un eco, Odino piazzava la propria lancia. O meglio, Loki teneva eretto il proprio scettro, che adesso arrivava a terra, la prima gemma blu si era fusa con quella arancione, altri intagli, rune, altre gemme altri poteri. Non sapeva cosa fosse successo prima, che stava capitando?
Tutto quello che aveva saputo era stata una stupidaggine? Un grande inganno? Loki aveva fregato tutti anche i più potenti dell'universo?
«Siete voi che cercate l'inganno dove non esiste, ti mostro tuo padre, è dove è sempre dovuto essere.»
«Bugiardo» contro la calma glaciale del padre di tutti, si stava per scatenare l'isteria incarnata.
Improvvisamente sguainó le spade, e "Odino" con forza spaccó la terra, un colpo energico che con la sua luce accecó tutti, sopratutto Elisa. Trasfomando tutto in una strana dimensione che Elisa non capì, improvvisamente erano in una duplicazione costante della stanza, specchi, specchi ovunque.
«Fermati Hela!» una voce fuori campo, possente, era lui, era loki.
La ragazza spaurita si guardò intorno, mentre Hela smetteva quel attacco andato per metà contro "la figura" del padre di tutti.
«Dove sei?» un veloce sguardo verso la concubina, verso la ragazzina apparsa, Odino la chiamó verso di se, un gesto impassibile, mentre Hela gridava quella domanda, la giovane mortale raggiungeva il fianco di quella figura confusa di magia, menzogna e realtà, incrociando le braccia sotto il seno.
Credevamo davvero che solo gli umani potessero conoscere dei poteri tanto astratti, illusori, senza che gli stessi dei non ne conoscano i risvolti? Illusi, la dimensione specchio e tutte le dimensioni fanno parte della magia e della stessa gemma dello spazio, la stessa che Odino aveva, e sua moglie insegnava, i guerrieri di Asgard sono troppo potenti per allenarsi nella stessa dimensione della cittadella.
Dopotutto, Dottor Strange e gli stregoni avevano solo recuperato le reminescenze delle vecchie epoche, in cui c'erano quattro pantheon, in cui si combatteva la guerra per il controllo dell'umanità ma sopratutto dell'universo stesso, ed è comprensibile, che adesso voi capiate quante volte uno scaltro spilungone dai capelli neri avesse avuto la possibilità di muoversi liberamente durante le pagliacciate del grande schermo.
«Qui!» la voce divenne carnale, loki in tutta la sua reale maestosità apparve, Elisa rimase in silenzio, adesso ne vedeva due, era una faccenda un po' confusa.
«Chi mi dice che non è un illusione?»
«Parlaci» Odino, con calma.
Mentre la figura di loki avanzava, senza scettro, si mostrava vestita di nero, non troppo felice.
«Credi, che il vecchio sappia illudere? Dannazione, ti credevo piú sveglia figlia mia, sono rinchiuso qui da anni come una maledetta reliquia, come tutti gli altri.» indicando con rabbia Odino, un colpo di scena, Hela voleva andargli incontro, ma non riusciva ad uscire dal cerchio, la copia era vivida e rabbiosa, adesso, la dimensione prese un aspetto oscuro, tetro, l'unica luce era il padre di tutti.
"Ci ha messo nel niente","nel Niente"
"Liberaci." Una serie di bisbigli nel profondo voci familiari, demoniaci.
Le voci dei mostri più potenti del passato, dei caduti nelle ultime guerre, continuavano a muoversi come squali in quella dimensione astratta.
«Liberalo!» Gridò hela verso Odino, Elisa si avvicinò al vetro, sfiorandolo, per lei era incredibilmente liquido.
«Vedi, ragazza, tu sai che esistono sei gemme dell'infinito, in realtà sono molte, molte di più, ogni universo a i suoi elementi fondamentali, nelle guerre molte sono andate perse, erano forgiate dai primi dei.»
«Non raccontarmi la favola della buonanotte nonno!» ribatte la donna portandoli il coltello alla gola, la figura oltre lo specchio però batte dei colpi.
«Se non vuoi sentirla da lui, sentila da me, c'è un trio che non ama che gli si rompano le uova nel paniere, quel trio ha una gemma potentissima, la gemma che governa tutte le altre. Lui ha chiesto una soluzione che potesse salvare il suo pidocchioso regno, mi hanno messo in prigione!»
Intanto Odino stava ricambiando i colpi, in modo blando, doveva essere vecchio e fragile.
Elisa, nel mentre era come non ci fosse più, quella dimensione la chiamava, la bramava.
"Vieni" sussurrava nella sua mente.
Improvvisamente dal fondo arrivarono dei tonfi.
«Dovete andare.» la copia spaventata, adesso stava nel vuoto un vero terrore, quello di un dio che vede il suo peggiore incubo. Fece voltare la testa a Hela. Dei mostri, dalle mille bocche, i mille denti, luci e armate di morti stavano cercando di uscire, enormi.
Elisa stava quasi passando oltre, lui, lui era troppo concentrato a badare alla pazza di sua figlia per notarlo.
«Apri gli occhi, dea della morte.» una voce roca e ansimata, la paura scorse nelle membra di hela, i primi mostri della creazione, i primi nati, divoratori di ogni cosa, quel luogo aveva mille nomi.
La copia di lui sparì, l'oscurità si fece interminabile, Elisa fece in tempo a girarsi a quel urlo d'Odino.
È tutto si chiuse su di loro, per un attimo una paura lancinante divenne dolore.

Si ritrovarono nella stanza, nelle stesse posizioni da dove erano partiti, provati, la ragazza tremava, ad Hela caddero le spade.
«lui è morto, e sta nella morte.»
«No, molto, molto peggio...quella, quello è il destino di chi non si inchina alle leggi del mondo.
Tuo padre, mio figlio aveva davvero scoperto una cosa.."la libertà è la più grande menzogna." E lui, è vivo e morto per l'eternità nel ventre del creato.
Sul punto di essere mangiato, ed è stato Thanos a condannarlo, col suo sconsiderato uso di poteri che non gli appartenevano.»
Elisa si sedette, aveva bisogno di calmarsi.
«troverò un modo per liberarlo, e lasciarlo morire, e a quel punto, Asgard Cadrà.» Le sue armi erano tornate al loro posto, scomparse come il suo sguardo, ma nella voce mancava di quella forza che aveva mostrato all'inizio.
«Provaci, e condannerai tutto ad un destino ancor peggiore del Ragnarock, tutto verrà ingerito, il mostro che Strange ha tenuto a bada, è solo il cane da guardia! E ora vai, Hela, sono vecchio e stanco, ho bisogno di riposare e tu, di provare un impresa folle.» Quelle parole scorsero dalla sua bocca con poca teatralità, la stanchezza e l'affanno erano reali, Elisa vide loki chiaramente in viso, aveva tenuto aperto un varco interdimenzionale, con tre gemme dell'infinito da controllare, e con una sfera da mantenere, fosse stato un qualsiasi mortale sarebbe morto, ed ad Elisa, le sembrava di averlo appena fatto solo assistendo a quella giostra stomachevole, eppure un qualcosa picchiettava nella testa "Preparati, preparati" la voce di un corvo.
Hela dopo queste parole d'Odino, fece uno sguardo truce:
«Per questo devi morire, Vecchio!» e se ne andò, improvvisamente.
Loki lasciò cadere lo scettro, rimanendo inginocchiato per un po' troppo.
«Loki.» andò verso di lui la ragazza, lui allungò una mano su di lei, usandola come sostegno, per poi alzare il viso, quello che vide la fece congelare.
«Oh, mio..» si tappó la bocca con le mani.

 La regina di LokiTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon