Magnetismo

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Si sforzó di fare quella passeggiata, curioso certo, ma soprattutto per dare un occhiata in giro, o meglio si giustificó così, visto che già dopo aver sceso le scale stringendo i denti si era trovato a cercare una motivazione più ampia a quel autolesionismo.
Infatti, mentre scendeva scalino per scalino si costrinse a pensare che la passeggiata non era per la mortale, di conseguenza doveva essere per qualcos'altro e trovò con piacere la scusa che quel tormento fosse per la sua prossima e dolce fuga.
La scuderia era forse più in ordine della casa, nuova e pulita come quest'ultima; riprendeva gli stesse tonalità di legno, le stesse tavole lucide e le stessi motivi classici e neutri, notó anche che quella scuderia era più areata e traforata del previsto.
Alzando gli occhi vide le varie fenditure da cui entrava la luce e il vento che evitava il caratteristico odore di stalla stantia che invece ad Asgard persisteva da millenni indisturbato.
Andando avanti dopo aver scambiato uno sguardo di sfida con una cavallina pezzata che in maniera ostile lo fissó mettendo le orecchie indietro,il dio si ritrovò a passare gli occhi sulla gomma che componeva la pavimentazione delle doccie, percorrendo i tubi fino alle lampade di cui non scopri l'utilitá o il funzionamento neanche rimanendo ad osservarle per qualche secondo.
Rinunciando e scuotendo la testa come a convincrsi che fosse un'altra futile irrilevante invenzione midgardiana andò avanti in quella piccola e lenta esplorazione dettata dalla fatica che gli metteva anche solo respirare per via delle lame che credeva di avere ormai al posto del sangue.
Alla luce del sole Loki poté rendersi conto della struttura ad "H" che corrispondeva nella parte centrale alla casa e al coperto, mentre nei quattro bracci si trovavano i box e gli sbuchi alla giostra e al tondino, calcoló che vi era posto per una quarantina di cavalli, ma trovó alcuni box totalmente disabitati e privi di paddock che capì perennemente inutilizzati.
Vi erano sellerie e zone in cui vide dei sacchi del mangime ammucchiati, posti per il fieno o per l'attrezzatura. Lungo i corridoi c'erano secchi e spazzole volate un po' ovunque, copertine ad asciugare mezze logore e sporche, alcuni box ormai facevi fatica a capire dove fosse la maniglia per la quantità di oggetti,taluni di colori nauseanti, altri che Loki ritenne proprio indecenti, attaccati.
Lesse qualche nome e diede l'occhiata a qualche cavallo: i cavalli erano tranquilli, alcuni lo guardarono in malo modo, pensó che come per quelli di Asgard doveva essere il suo odore, fece un giro per metà di quella struttura,ma non si volle torturare oltre. Vide la metà a sud, quella con l'apertura verso la vallata e il campo, non trovó niente di utile per una sua eventuale fuga,ma alla fine era già data la mancanza di utilità di quella spedizione fin dal principio.
Almeno si era sgranchito un po' le gambe e per un po' la sua mente si era riempita di curiosità, per una buona parte il suo cervello aveva evitato di pensare ad oltranza sulla sua orribile situazione di stallo.
Non aveva incontrato nessuno,non c'era nessuno, per fortuna, dopo quelle deviazioni decise di tornare al suo scopo originale, decise di andare a dare noia alla mortale, o meglio di andare a curiosare dalla mortale.
Percorse il vialetto fatto di ghiaino bianco che sbrilluccicava per i pochi raggi che passavano fra una nuvola e l'altra e l'acqua, le nuvole non lo risparmiarono infatti anche lui arrivó a bagnarsi ancor prima di aver finito la discesina cinta da basse siepi.
Buttó un solo sguardo oltre e vide dei cavalli intenti a mangiare l'erba bagnata li fuori, in effetti la stradina si districava fra un paddock e l'altro fino al campo. I suoi passi erano insicuri e si stava torturando, la discesa era un continuo dolore, si stava torturano arrivare a curiosare in quel suo modo di montare, ogni volta si fermava e guardava da lontano per poi decidere che doveva avvicinarsi di più perché ormai era arrivato fin lì e doveva vederla.
In effetti più si avvicinava più si chiedeva cosa stesse facendo, come lo stesse facendo e perché stesse lavorando in quel modo quella cavalla.
Lei non aveva neanche pensato a loki, lo ignoro totalmente anche quando arrivò a bordo campo; era completamente assorta e concentrata nel sistemare la schiena di quella cavalla che continuava a buttarsi all'interno: null'altro importa a un cavaliere...il mondo non esiste finché non ci si trova a doverlo evitare per poi continuare a montare.
Lui si mise sotto un albero vicino al cancelletto del campo, appoggiandosi al legno dipinto di bianco, il legno era bagnato e si sporcó ancor di più, visto che sulla staccionata c'era impastata anche la polvere rossa che proveniva da quella sabbia compatta che componeva la base del campo, Loki la osservò era buffo come gli umani si affannassero su certe cose, era praticamente impermeabile e per lui era una cosa praticamente inutile:"Che spreco di tempo!" Non seppe neanche lui se stava riferendosi alla ragazzina a cavallo, al campo o alla sua bella idea di arrivare fin lì.
Al suo naso arrivó il caratteristico odore di natura lavata che si ha dopo una tempesta, fece un respiro piu profondo tentando di usare quel odore come antidolorifico, non funzionó e si ritrovò a odiarsi.
Fece tutte queste considerazioni osservando e rubando informazioni sulla ragazza indecifrabile che aveva davanti.
Vedeva chiaramente che dava dei comandi molto diversi a quelli che aveva sempre usato, faceva movimenti precisi, era sicuro che ogni sua mossa avesse un fine, ci parlava spesso cercando quasi di convincere anche a parole quel cavallo che capì essere una cavalla. Una bella cavalla per i suoi canoni, gli selezionavano in modo più preciso e attento sulla terra, lo doveva ammettere, ad Asgard l' allevamento si concentrava di più sul utilità e sul caso. Notava che aveva un certo modo di muoversi che rendeva tutto piú possente e armonioso, erano più fini e più agili rispetto a quelli di Asgard, più grandi e forse anche più forti. I suoi occhi però non riuscivano a staccarsi dalla ragazza, anche tentando di distrarsi aveva fallito, fin da quando aveva scorso la ragazza da metà della discesa non era più riuscito a ignorarla. Questo non andava bene, non andava bene per niente,si rimproverava inutilmente per quel suo modo di fissarla, la vedeva fare movimenti impercettibili o movimenti più ampi, tutto con una elasticità incredibile. Imprimeva forza o tratteneva, cambiava la distribuzione del peso oppure lo impediva ottenedo sempre una risposta nel modo di andare della cavalla e Loki che non si era mai avvicinato a quella specie di arte ne rimaneva escluso come un sordo a un balletto.
Elisa finì un pezzo di allungato, poi la fece fermare ci volle un po' alla puledra era rimasta accelerata, ma era quello l'obbiettivo, solo in quel momento si accorse con la coda del occhio della presenza del dio, e andó verso di lui chiedendo stupita di vederlo sotto l'acqua in quello stato:
"Che cosa c'è?" La risposta arrivo istantanea e netta:"Nulla!" Un suo solo sguardo aveva rimesso in circolo ogni cosa, in effetti i suoi occhi lo avevano fatto ritornare al irritante realtà.
La risatina di lei fu il caffè di quel risveglio, insieme al quesito preciso e scomodo:"Cosa spinge un uomo nel tuo stato a farsi una camminata sotto l'acqua?"
Non sapeva esattamente cosa rispondere si limitò a fare un sorriso malefico e incroció le braccia dicendo per levarsi dalla spiegazione e darle della stupida:"Scoprilo!"
Elisa doveva tenersi stretta gli ormoni quando faceva cose del genere, si trattenne dal rispondere troppo a tono gli diede un po' noia quella sfida.
Gli dava sempre noia sentirsi presa in giro, fece una volta al passo e quindi azzardó un ipotesi: "Cerchi d'imparare a montare? O sei solo un promemoria?" Lui rispose curioso sorridendo superbo, sperava di ottenere qualche informazione da lei, soprattutto sul suo dover rimanere li:"So montare! e mi chiedo,... che promemoria sarei?" "Errore!"Corresse lei rimettendosi a fare un po' di cessione sciogliendo la nuca,
lui la guardava sempre più affascinato, non ne capiva lo scopo, ma lei tutta impegnata si preoccupò solo di spiegargli:"Tu sai cavalcare. Io so montare!" Fermó in alt la cavalla e gli fece smettere di andare contro la mano, alzando lo sguardo su Loki e aggiungendo:"Devo chiamare il falegname per delle porte nuove!"
Lui fece un sorriso irritato,nelle sue parole non c'era niente di piacevole come al solito, lo aveva insultato e in piú il discorso stava per virare in una direzione che non aveva neanche voglia di ricordare.
Non gli fu neanche dato il tempo di controbattere e la ragazza ripartí al trotto, cercando di far riunire la cavalla, mentre il dio rimaneva li arrabbiato da quel suo trattarlo come una persona qualunque.
Alla ragazza non dispiaceva che fosse arrivato fin li, almeno lo stava tenendo d'occhio e stava in piedi, sembrava messo peggio del giorno prima, aveva gli occhiaie e gli occhi erano meno brillanti, adesso dopo aver ridato un occhiata alle copertine dei dvd si rendeva conto che era anche magrissimo, era la metà di quanto era in Thor 2, quasi più magro di Avengers e non era una bella cosa.
Lei del resto, comunque, non si sentiva piú felice, non stava facendo molto di buono, quella puledra era lontana da poter essere venduta e davanti a lei aveva una giornata piena.
Non poteva neanche permettersi di dedicare il tempo alla facenda del dio, non aveva molti soldi ed era meglio non spostare le lezioni, non poteva permettersi di mollare un secondo oppure l'intera struttura sarebbe crollata a pezzi, ma si stava anche logorando, quello che all'inizio era il miglior modo per superare la crisi adesso era quello che la stava trattenendo all'interno e forse il dio era una distrazione piacevole tutto sommato, ma comunque aumentava i problemi che gli frullavano nella testa. Come si suol dire quello che ti salva da una cosa ti uccide in un altro modo, ma non era finita li e lei lo sapeva, pregava soltanto che il dio non fosse la goccia che avrebbe fatto rompere del tutto la diga.
Loki intanto si senti uno stupido perche non aveva risposto abbastanza in fretta anche se continuava a cercar di capire come riuscisse a montarla così, era una ragazzina su una cavalla di 180 cm al garrese eppure sembrava che quel cavallo volasse.
Chiese quindi facendolo passare come il commento di una persona offesa, una volta che lei fu di nuovo abbastanza vicina, zoppicando nel modo meno evidente fino a dentro il campo:"Sono certo che montare e cavalcare siano sinonimi! O hai inventato una nuova lingua?"
Lei fece altri due passi laterali, che lui non sapeva si chiamassero cessione e poi diede il comando del galoppo, con un bel balzo in avanti e dritta la cavalla parti, facendo esclamare alla ragazza:"Brava!Non cedere! rimani così!" Era raro che quella cavalla partisse in quel modo, era riuscita a impostarla con la gamba interna un po' più forte. Loki capì vagamente che quei due passi erano serviti a farla partire in quel modo, peró non sopportava essere ignorato, era il re dei nove regni fino ad un mese prima, nessuno poteva neanche respirare in sua presenza se lui non lo voleva.
Quindi disse,pur sapendo che in parte era normale essere ignorato:
"Mi rispondi?"
La reazione al suo insistere fu uno sbuffo e un pensiero istintivo:
"Ora che va bene mi tocca subire lui!" Mentre facendo altri due metri in campo lui pensava, vedendo la cavalla che andò un tempo più all'interno mostrando il suo naturale errore e la ripresa della ragazza che gli impedì di perdere quel modo corretto faticosamente ottenuto:
"Ecco un altra cosa d'aggiungere alla lista delle cose che ad Asgard non sanno fare!Cavolo sarà nemmeno sessanta chili!" "Allora?" La esortó comunque in tono seccato,anche se non lo era per niente, visto che la ragazza girava verso di lui. Scopri un altro problema di quella cavalla, cioè la mancanza di freni, infatti ci mise un po' per fermarla e arrivare a un passo lungo e energico.
Il dio spostó anche per la paura che non si fermasse visto che se l'era vista arrivare di fronte, non si fidava di lei e ancor meno della cavalla.
Elisa diede una pacca sul collo alla cavallina e quando arrivó vicino al dio che la fissava pretendendo udienza lo accomtentó:
"La differenza: è che tu ci stai sopra e dai qualche comando a cavolo finché non ti risponde" lui sorrise beffardo e alimentó felice la discussione, desiderava ardentemente far decadere tutti i discorsi trasformandoli in quel battibecco meno importante, ma dal quale comunque voleva uscire vincitore: "Invece, tu? che monti da un millesimo dei miei anni?"
Lo disse senza far trasparire il minimo senzo di inferiorita in quel ambito, anche se nella sua testa ammetteva ampiamente il suo netto svantaggio, ma lei non doveva saperlo.
Elisa rispose contrattaccando precisa lasciando libera la cavalla che scese col collo mostrando una schiena rilassata:"Non un millesimo!Venti millesimi, o almeno è così che si fanno i conti sulla terra!" Lui sbuffo a quel essere colto in fallo e continuó sempre più curioso, anche se mostrava solo superbia e ego:
"Sempre un tempo insignificante! E ti faccio notare che non hai ancora spiegato nulla!"
Elisa fece un piccola risata e rispose, anche se quel modo di sminuirla la feriva e in parte la faceva arrabbiare, ma non aveva intenzione di entrare in una vera e propria discussione di prima mattina, quindi spiegó,senza farla troppo lunga con semplice calma:
"Io cerco di creare un cavallo, ed insegnarli a rispondere a dei comandi specifici creati sull'anatomia,
in più correggo i difetti di postura e deambulazione. Evitando gravi problemi in un futuro sia al cavallo sia alla persona che lo monta."
Lui rimase incantato da quella spiegazione, ma non lo mostró, veramente quei piccoli esseri avevano imparato e affinato il modo di montare fino a quel punto? Veramente quella ragazza aveva dedicato la sua vita alla sella?
Chiese sorpreso, nascondendo nel solito disappunto, mentendo:
"Niente di difficile! Comunque ad Asgard non ci interessa molto" si appoggió alla staccionata per i dolori e fini con odio, forse un po' troppo di quello che intendeva metterci:
"Invece a quanto vedo tu ci sprechi la tua breve inutile vita!" Lei rise e rispose anche se in parte l'aveva ferita molto di più e stava desiderando di controbattere una volta per tutte:
"La mia vita è inutile per il resto del mondo, mica per me!" Era la frase piú strana che avesse mai sentito, lui la voleva offendere invece lei gli aveva riso in faccia,quella ragazzina era strana e ad ogni parola lo confermava, disse convinto:
"La sprechi lo stesso!"
Lei lo guardó e controbatté levandosi il dubbio che sapeva lo avrebbe messo in crisi, lo disse per tagliare quella discussione sulla sua vita, per diventersi e farlo tacere:
"Perché sei entrato in camera mia?" Nella sua testa appena avevano iniziato a parlare era tornata quella domanda, ma non aveva avuto la voglia di esporla finché il dio non se l'era cercata.
L'idea di loki in camera sua che la guardava dormire gli faceva venire la pelle d'oca e non in positivo, in più dovevano mettere dei limiti se chiudeva una porta doveva rimanere chiusa. In più non capiva neanche quel suo interesse verso il modo in cui sceglieva di morire e la domanda la fece d'istinto, in realtà significava in senso più ampio:
'E a te che importa della mia vita?Cosa t'interessa di dove dormo? Di come muoio? Fatti gli affaracci tuoi e non rompere che sei solo un ennesimo problema in questo mio schifo di vita'
Loki rimase fermo un secondo non sapeva cosa inventarsi, la odio pregava fosse un argomento chiuso, ma quella stupida era troppo attenta per chiuderli così, aveva sentito la lieve rabbia nel tono, esigeva quella risposta, quasi fosse una punizione per la frase precedente e il dio del caos non poteva essere messo all'angolo da una ragazzina odiosa: "Mi hanno insegnato che le porte si chiudono solo per nascondere qualcosa" fini allora a dire senza ombra di dubbio, deciso a chiudere quel discorso.
Lei fece ancora qualche passo con la cavalla e poi scese, ormai decisa a finire quel discorso, dicendo mentre tirava su le staffe con movimenti bruschi,sapeva che il dio si stava inventando scuse, era arrivato fin lì per insultarla e poi mentire? Non beveva dalle orecchie e non voleva che lui lo pensasse.
Voleva sapere la verità, almeno sul suo gironzolare nella sua camera da letto come un vampiro di un romanzo per ragazzine:
"Sai dopo il bagno ho pensato fosse meglio non trovarsi nel pieno della notte un dio che ti vuole uccidere!" Non sapeva perché aveva reagito in quel modo tanto acido alla sua risposta, la credeva più calma, ma era ovvio che si era sbagliato, lei era arrabbiata con lui. Il dio si puni mentalmente per non averlo capito e quel suo modo di porsi insieme a una fitta lo fece infuriare, odiava notare la sua poca fiducia nei suoi confronti, odiava non riuscire a capire quanto fosse arrabbiata. Si odiava e la odiava, ed era tanto frustrato che l'idea di prenderla a schiaffi in quel momento era allettante, ma il dolore non gli permetteva di fare nulla quindi si contenne. In realtà si contenne anche perché aveva ragione e gli piaceva in parte l'idea che lo temesse, ma l'idea che anche quella ragazze lo volesse tenere cosi alla larga gli dispiaceva e lo feriva, sperava in altri sentimenti da parte sua, anche se la sua coscienza ne era all'oscuro e di questo fatto era solo il cuore ad averne prove. Alla fine rispose con un altra domanda come a sostenere la sua tesi delle porte chiuse:"Perché ti sei tenuta il libro?" Lei rispose in fretta:"Era tutta un'altra versione, non c'entrava niente con te " ripensando alla scritta si sentì leggermente inbarazzata,ri imboccarono la stradina al contrario, o meglio lei uscì dal campo a passo spedito tirata in parte dalla cavalla.
Elisa sapeva che il dio camminava male,anche se nascondeva ogni cosa con un sorriso scontroso era comunque a pezzi ma fu inutile il tentare di rallentare la cavalla, ma in parte era anche decisa a lasciarsi tirare verso un posto asciutto lontano da quel egocentrico viziato.
Non si sopportavano, entrambi erano sempre pronti a depistare le domande, a pungersi e a ferirsi a vicenda, erano come due istrici che lottano, ma alla fine entrambi si stavano solo proteggendo l'uno da se stesso e l'altra dalle proprie ferite e dal dio.
Lui la insegui come poteva, non gli aveva detto ancora il perché passava la sua vita in quel modo, era inteligente e aveva un discreto fisico, non capiva come mai aveva scelto di vivere in quel modo, ogni loro dialogo finiva a ferro e fuoco e lui ce la stava mettendo tutta per non staccargli la testa prima di aver ritrovato quegli oggetti.
Sussurrò fra se e se con disprezzo: "Umani", stava cercando di odiarla sempre di più ad ogni suo pensiero fuori dagli schemi, ad ogni sua curiosità e mezzo complimento verso quella ragazza.
Aveva deciso di riparare pensando a degli insulti più forti soprattutto dopo la chiaccherata, non voleva rischiare di credere alla sua gentilezza. "Lei mi dovrebbe odiare e basta!Mi odia? Allora che me lo dicesse in faccia!"
Arrivata a meta riusci a fermare la cavalla e si giró a guardare il dio arrampicarsi a fatica sorrise, ma non per il suo soffrire, aveva intenzione di smetterla con quel battibecco ancor prima di rientrare in stalla, ma ovviamente al dio arrivó il messaggio contrario e il disprezzo fu istantaneo. Lei si arrabbiava in realtà molto meno di quanto dava a vedere, cercó di tornare a mostrare che era semplicemente stanca, che era acida solo pr finta; disse con calma dopo aver fatto un respiro aspettandolo: "Non mi hai ancora spiegato come mai ti sei fatto tutta questa camminata" Loki ringhió recuperando terreno, odiando il suo corpo debole e intriso di dolori, chiedendo un'altra volta la sua roba, voleva andarsene e la odiava nel senso più puro e deciso del termine, o almeno si costringeva a pensarla così, soprattutto quando pensava di essere corridposto in quei sentimenti.
"Volevo che tu mi spiegassi almeno quando pensi di darmi quegli oggetti!" Lei sbuffó, non gli diceva mai nemmeno la metà della verità, gli aveva dato un occasione per dire qualcosa di sincero, invece aveva sparato un' altra balla, rispose facendo intendere che più faceva così più era inutile.
Era il suo modo superbo di dire le cose che la faceva infuriare:
"Non ne ho idea!Non credere che le irruzioni notturne e le bugie aiutino al tuo scopo!" Lui gli prese un polso fermandola: era finalmente arrivato fino a lei, stava per sbottare, se avesse avuto la magia l'avrebbe ammazzata, se avesse avuto un fisico decente l'avrebbe presa a manate, ma non aveva niente, solo le parole e dovette farsele bastare:
"E tu non credere che prepararmi la colazione mi farà essere più clemente una volta finita questa storia!"
Lei gli lascio il polso sapeva che tirarlo via era come farlo scattare, sapeva che dai suoi occhi che dopo quella minaccia avrebbe attaccato anche a costo di rompersi la spina dorsale e con la cavalla in mano non ne aveva la minima intenzione, disse con calma:"Preferisci morire di fame ancor prima di tornare a casa?"
Lui stritoló il suo polso, non capiva perché glielo lasciasse:
"Questa ragazzina mi vuole tenere qui un mese!" Gli si avvicinò all'orecchio sussurando, il suo obbiettivo era quello di terrorizzarla a morte ma in parte si stava anche sfogando, aprendo le varvole:
"Sai ci sono torture che ho imparato che nemmeno immagini,potrei distruggerti!Tu e tutti i tuoi amici pelosi, i tuoi genitori, ogni cosa, che il tuo dio non voglia che trovo il modo per riavere i miei poteri!" Lei sorrise, la sua voce doveva essere minacciosa era minacciosa, ma non riusciva ad averne paura, sembrava un delirio di un disperato, traspariva un velo di non so cosa dai suoi occhi, dalla sua voce, che la faceva solo tranquillizzare.
Quindi si fece scivolare addosso tutto e lo ripagó con la stessa moneta mettendosi in punta di piedi dicendo arrabbiata ma con tono gelido:
"Spero per te che le torture non le hai provate personalmente, comunque i miei genitori sono morti e questo posto è tutto quello che ho, bada bene a non scoprire chi è quello in pericolo tra noi due!" Loki rabbrividi al suo coraggio, era pazza? Non riusciva a farsene una ragione, si sentiva lui il pazzo a rimanere bloccato come un idiota al suo tono che lo lascio completamente di stucco.
Non sapeva che i suoi fossero morti, non c'era nessuno nella sua vita?
Voleva terrorizzarla invece era stata lei a metterli una strana senzazione che non sapeva identificare, pensó:
"Come ha avuto il coraggio di dirmi una cosa del genere dopo...?" Fu lei a sbloccarlo dicendo mentre lui gli lasciava il polso e lei lo sfilava continuando la salita seguendo il desiderio della cavalla impaziente:"Dovresti riposarti invece di venire fin qui, sotto l'acqua per dire una serie di cose insensate" Loki la guardó malissimo poi disse come a tentar di nascondere i suoi effetti anche a se stesso:"Smettila di far finta di preoccuparti!Lo so che non mi sopporti! E capirai nel modo peggiore a non sottovalutare le mie minaccie!"
Lei alla fine non ne poté più e riveló con calma la verità:"Loki vuoi che ti dica la verità? Non credo a una parola di quello che dici!" Poi aggiunse mentendo una volta dentro, aveva fatto gli ultimi cinque metri in fretta lasciando indietro il dio:
"E potresti anche morire per me!"
Loki scopri in quel momento quanto il pensiero di quella ragazza verso di lui gl'importasse, fu una delusione, una doccia fredda quella conferma, lei l'odiava davvero e lui quindi ricambiava; molta rabbia gli venne contro se stesso per aver sperato anche solo un attimo che quella ragazza avesse qualche premura nei suoi confronti.
Lei lo aveva detto per cambiare le carte in tavola, voleva continuare a fare in quel modo allora lei sarebbe cambiata, gli occhi di Loki che peró scorse la fecero sentire in parte in colpa anche se era stata costretta a farlo.

 La regina di LokiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora