Risvegli

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La sveglia suonò alle cinque e mezza,una quarantina di minuti dopo il crollo di Loki.
Si alzò e vide la porta aperta, li per li, non realizzò nemmeno quello che significava, di prima mattina non mise a fuoco.Capi quando si ritrovò davanti al divano con il dio e il gatto che dormivano uno sopra l'altro, non era stato un sogno, non era stata un illusione il dio degli inganni era davvero in casa sua.
Si giró e guardó la porta ricordandosi che l'aveva chiusa a chiave,apprese che cosa aveva fatto il dio, sorrise quando vide che si era messo i vestiti puliti, doveva aver dormito veramente poco, infatti il computer andava ancora ed era a circa una ventina di minuti dalla fine del film.
Lo spense e lo porto a posto,erano poche le cose spostate:"Perché mai è entrato?"si chiese, non capiva il perché, era leggermente arrabbiata, ma alla fine era solo molto sorpresa, non capiva proprio la logica di quel'atto, gli diede parecchia noia l'idea che si era fatto una passeggiata in camera sua mentre dormiva. Ritrovò anche il libro era finito a terra, lo prese e lo spolveró con la mano, ci teneva molto a quel libro era stato un ragalo, un regalo dei suoi genitori, uno degli ultimi, si perse un attimo nei ricordi e gli occhi le divennero lucidi, sospiró e richiuse tutto.Non glielo aveva dato anche perché era un altro loki, poi c'era quella sua scritta che non voleva che leggesse, ma ormai era fatto, ormai era passata sotto i suoi occhi.
Per distrarsi si perse un attimo a fissare i due Loki sul divano,
una cosa la doveva ammettere sembravano due angioletti,
lui era in parte blu e in parte umano e il suo petto si alzava e si abbassava impercettibilmente,aveva un espressione rilassata e dolce, le sue labbra erano socchiuse e teneva una mano sul gatto che rimaneva acciambellato sul suo ventre.
Faceva tante scene da sveglio, ma a guardarlo ora sembrava solo un ragazzo qualunque, sensibile e ferito, a quanto pare inconsciamente stava attento a non congelare il gattino, che aveva la sua mano nel pelo e si sentiva stranamente al sicuro sulla pancia di quel dio.
Il piccolo Loki peloso sentendo i movimenti di lei che prendeva la roba dal porta oggetti li accanto si sveglió con un tenero sbadiglio, allungando una zampina, lei gli fece per scherzare segno si fare silenzio e lui ubbidi, più o meno, si sfiló dalla presa del dio che li per li quasi lo trattenne e lei non poté che fare una mezza risata, e poi saltò sul porta oggetti prendendosi qualche coccola dalla padrona. Elisa che aveva già rimesso nelle rispettive scatole i dvd andò a rimetterli nella libreria, portandosi dietro anche il PC che spense; fece tutto cercando di non svegliarlo.
Un Loki dormiente era molto meno preoccupante di un Loki sveglio,poi era convinta ne avesse proprio bisogno. Il gatto che era sceso dal suo omonimo dio, segui la ragazza, chiedeva da mangiare era già tanto che non avesse cominciato a svegliare Loki, fisso un secondo la codina energica che trottelellava accanto a lei e puntualizzó nella sua mente:
"Menomale che non sopportava i gatti!"Rimettendo i Dvd al loro posto.
Ammetteva che credeva sempre meno all'etichetta del supercattivo,che metteva in dubbio già attraverso quelle pellicole, lui minacciava, era scontroso e aveva fatto cose orribili, però non aveva ancora fatto nulla di cosí imperdonabile, ma si tocco la gola e penso che comunque non poteva fidarsi; non doveva: anche se si rivelava più gentile con gli animali, non era detto che con lei lo sarebbe stato.In realtà lui non era ancora veramente lui, non aveva i suoi poteri e stava male, quindi poteva scegliere di rimandare l'omicidio e la messa in atto delle minacce a tempi migliori sfruttando la sua ospitalità, o meglio lei avrebbe fatto in quel modo. Pensava sempre al peggio,lo sapeva, e gli dispiaceva farlo, ma le poche volte in cui aveva cercato di non pensarlo si era rivelato un errore; si portava dentro un sacco di sensi di colpa, si sentiva sporca di sangue, per questo era così, era stata colpa sua, già prima del'incidente si sentiva in colpa per il suicidio del suo migliore amico, si era ripresa a stento quando un suo altro errore di valutazione aveva fatto il resto, era stata distrutta più volte e ormai invece che i castelli di carte nella sua mente c'erano quelli di pietra con tanto di coccodrilli per proteggersi.
Fece il giro largo scendendo il gradone, in parte doveva per mettere a posto il pc, in parte era per evitare di svegliare loki, apri le finestre per far cambiare l'aria, fuori il cielo era ancora nuvolo e pioveva ancora, sapeva che per tutta la settimana il clima sarebbe stato un misto di grandinate ventose e giornate uggiose con il cielo plumbeo, ma sperava che sulle ore calde si aprisse un po'.
Arrivò al tavolo e non riusci a non dare un altra occhiata al dio che aveva cambiato posizione lentamemte, sembrava meno sereno di prima, vide gli effetti del dolore sul suo viso.
Levò la roba dal tavolo, il mezzo piatto e la bottiglia di vino,aveva lasciato tutto li, con la speranza che almeno qualche altra cucchiaiata gli venisse voglia di mangiarsela, ma non era successo, non era mancanza di fame: era dannata cocciutaggine stupida lo sapeva e la facevano arrabbiare queste cose.
Diede qualcos'altro al gattino e si preparó il caffèlatte naturalmente ne preparó una tazza in più,che lasciò sul tavolo, gli scrisse un paio di parole per scherzare,mangió una fettina di dolce notando con piacere che quel dio aveva alla fine ceduto alla fetta tagliata la sera:"Chi lo avrebbe mai detto!Loki il dio goloso!" Pensava fissando i piedi del dio che sporgevano, era veramente alto, e veramente attraente, fu veloce questo pensiero che tappo con un altro levandosi le briciole dalle mani e andando verso il bagno:
"Carino quanto insopportabile".
Fece le cose di routine in fretta, si lavó i denti, il viso, una pettinata e si vestì, lasciando ogni cosa di Loki dove l'aveva lasciata.
Svuotó la lavatrice e andò a malincuore in soffitta dove stese i panni sullo stendino, odiava andarci, era piena di scatoloni, piena di ricordi e lei odiava vedere la roba dei suoi, il gatto la seguì e la distrasse per fortuna, poi scese e uscí di casa con un impermiabile e un paio di stivali, dando l'ultima occhiata a Loki.
Era strano come gli mettesse più calma che ansia l'idea di averlo li, aveva passato tanto tempo da sola, spesso piangendo,spesso mangiandosi per i sensi di colpa, rodendosi l'anima per quello che aveva fatto e non, ma adesso con lui le veniva naturale evitare di pensarci, essere piu forte, concentrarsi su quello che era la realta delle cose e non su quello che avrebbe potuto essere.
Lasciò la porta aperta per il passaggio del gatto, che amava scorrazzare per i boschi e per il maneggio andando a caccia di animaletti e giocare, era ancora molto piccolo aveva otto mesi, la prima cosa che fece una volta in scuderia fu sorridere e accendere la radio, l'odore di fieno e cavallo gli riempi i polmoni e si sentì a casa.
Era ancora assonnata, quando finí di dare il mangime e il fieno alle sette, doveva ancora iniziare a pulire i box, per fortuna alla fine molti sceglievano di avvalersi dello sconto che faceva a quelli lo pulivano da soli.
Dei trentacinque che erano lei ne doveva fare solo venti alla fine,era veramente veloce, ormai era una routine; una volta finito mise nei prati i cavalli che dovevano andarci e quattro li mise nella giostra.
la sua mente quasi si dimenticó di Loki, non lo senti e non lo vide, quindi
alle otto e mezza prese tranquillamente uno dei quattro cavalli che doveva montare, solo due erano suoi. Prese la sua grigia, una cavallina ancora tutta da fare di appena quattro anni, molto dolce e con dei bei movimenti, decise di montare fuori anche se pioveva ancora, perché il terreno era migliore e il campo più grande.

 La regina di LokiDonde viven las historias. Descúbrelo ahora