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- Che significa che se n'è andato!? -

Esclamarono i due in coro.

- Beh... Che se n'è andato. -

Replicò Naoki, sussultando leggermente nel vedersi improvvisamente quei quattro occhietti furiosi e sorpresi puntati contro.

- Si è dimesso? -

Insistette Sakura osservando il maggiore con gli occhi sbarrati dallo stupore.

- Sì, mi ha chiamato giusto un paio d'ore fa per dirmelo. -

Rispose il ventenne con un'alzata di spalle.

- Come fai ad essere così calmo!? -

Replicò Akemi facendolo sussultare.

- Beh... Ha solo dato le dimissioni, non è mica morto! -

- Lo sapevo che avrebbe fatto qualcosa del genere. Sempre a scappare dai problemi, quello lì. - Continuò però la rossa ignorando il maggiore. - Ieri temo proprio di aver esagerato un po'... -

- Perchè? Cos'è successo ieri? -

Ribattè Sakura. In viso un'espressione così preoccupata che ad Akemi quasi venne voglia di andare da Miroku seduta stante con l'unico scopo di assestargli un paio di bei ceffoni.

- Abbiamo discusso... - Rispose quindi in tono vago. - E temo di aver perso giusto un tantino le staffe verso la fine... Anzi, diciamo che ho praticamente dato di matto. -

- Dai, non vi preoccupate. - Intervenne Naoki. - Qualunque cosa sia successa, probabilmente presto gli passerà. Basta che lo lasciate un po' da solo e... -

- Era così arrabbiato? -

- Non ha urlato, ma aveva un'espressione così furiosa che per un attimo ho quasi avuto paura. -

Continuarono a parlare i due ignorando bellamente il ventenne.

- Io... - Mormorò a quel punto il danese, alternando lo sguardo dalla ragazza, alla porta d'ingresso del locale, a Naoki. - Ecco... -

- Vai, vai. Non ti preoccupare. -

Lo rassicurò Akemi sorridendogli con fare incoraggiante.

Quindi Sakura si sfilò in fretta e furia il grembiule, gettandolo sul bancone di fronte ad un Naoki dallo sguardo completamente spaesato.

- Sai dove vive? -

Si ricordò di chiedergli Akemi quando lui aveva già un piede fuori sul marciapiede.

Quindi Sakura annuì leggermente con il capo, per poi salutare e correre via.

- Ma... Senza nè lui, nè Miroku, se io devo stare al bancone e quegli altri due che ci sono devono lavorare in cucina... Chi consegnerà ai tavoli? -

Mormorò Naoki osservando incredulo il grembiule lasciato malamente sul ripiano davanti a lui.

- Ti aiuto io se vuoi. - Replicò Akemi con un'alzata di spalle. - Tanto quello che volevo l'ho appena ottenuto. -

- Sei diabolica. -

- Modestamente sì. - Rise lei infilandosi il grembiule di Sakura con incredibile nonchalance. - Anche tu però hai dato il tuo bel contributo. Grazie per avermi aiutata. -

- Di niente, figurati... - Sospirò il maggiore scuotendo leggermente il capo. - Più che altro, come si fa a credere che uno possa dare le dimissioni così, da un momento all'altro? Anche se si tratta solo di un lavoro part time non è che si può andare e venire come se nulla fosse... -

- E che importa? Tutto ciò che conta è che ora andrà da Miroku, si chiariranno e così magari la prossima intervista che farò sarà un tantino più piacevole di quella di ieri. -

- E se non si chiariscono? -

- Questa opzione non è contemplata. -

- La fai facile tu. -

Rise Naoki scuotendo leggermente il capo prima che dei nuovi clienti entrassero nel locale e che così Akemi si ritrovasse a dover iniziare il primo turno della sua vita come cameriera sottopagata (o meglio, non pagata affatto).

Peccato solo che, nonostante questo suo "sacrificio", le cose non andarono esattamente come aveva sperato lei...

~

- Ehi Sten! - Esclamò il tredicenne spalancando la porta di casa. - Che ci fai qui? -

- Devo parlare con Miroku. -

Rispose il danese guardando con ansia alle spalle del ragazzino, come temendo che il diciottenne fosse proprio lì all'ingresso, pronto a sbattergli la porta in faccia non appena avesse provato a mettere piede in casa sua.

- Oh... Temo che tu sia arrivato troppo tardi. - Sentì però dire dal moro. - Vedi, è uscito giusto venti minuti fa. -

- E ti ha lasciato qui da solo? -

Ribattè Sakura osservandolo incredulo. Dopotutto solo un paio di giorni prima il ragazzo si era portato dietro il fratellino a quell'appuntamento (o sequestro di persona o uscita tra amici, che dir si voglia) proprio con la scusa di non poterlo lasciare a casa da solo.

- Non... Non sono proprio solo... -

Ribattè però Keisuke arrossendo leggermente mentre accennava con il capo a un secondo ragazzino, stravaccato sul divano e intento a fare zapping tra i canali con aria particolarmente annoiata.

- Ciao Koji! Scusa, non tu avevo notato prima. -

Salutò allora Sakura.

Il tredicenne si limitò ad alzare e riabbassare brevemente la mano destra nella sua direzione, senza però distogliere per un solo istante lo sguardo dallo schermo.

- Ma quindi dov'è andato Miroku? -

Chiese a quel punto il corvino tornando all'argomento principale della conversazione.

- Ecco... Praticamente oggi quando mi è venuto a prendere a scuola l'ho visto particolarmente depresso, così Koji gli ha proposto di fare un salto dal suo psicologo di fiducia. Speriamo solo che serva a qualcosa. -

- Psicologo di fiducia? -

Ripetè Sakura strabuzzando gli occhi.

- Oh, non fare quella faccia. - Scoppiò a ridere il ragazzino. - Lo conosci già, non è nessuno di nuovo. Semplicemente non sapevi che facesse lo psicologo come hobby. Si tratta di... -

Ma a quel punto il ragazzino si interruppe, non riuscendo a fare a meno di scoppiare nuovamente a ridere, sotto lo sguardo sempre più spaesato dell'altro.
Sorprendentemente al diciannovenne parve quasi di vedere perfino sul viso di Koji il piccolo accenno di un sorriso.

~

- ...E questo è quanto. -

- ... -

- Capisci? È un vero casino, eh? -

- ... -

- Secondo te cosa dovrei fare? -

- ... -

- Senti, capisco che il lavoro degli psicologi è praticamente solo quello di far sfogare i loro pazienti e prendere qualche appunto, ma un piccolo consiglio potresti anche darmelo, no? -

- ... -

- E va bene. In questo caso me ne vad... -

- MINNA SAIKOU ARIGATOU!
K-K-K-KAWAII! K-K-K-KAWAII!
HELLO KITTY YOU'RE SO PRETTY! -

- ...Pappagallo inutile. -

nothing has changed //Yaoi//Where stories live. Discover now