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- Roku. -

- Mamma. -

- Miroku. -

- Papà. -

- Ciuchino! -

Esclamò Keisuke, attirando su di sè gli sguardi allibiti di tutti e tre i familiari.

- Sentite. - Sospirò allora il biondo voltandosi nuovamente verso i genitori. - Adesso non so cosa vi abbia detto esattamente Kei ieri sera, ma vi assicuro che... -

Non fece però in tempo a finire la frase, che la madre gli era corsa incontro, stringendolo a sè con tanto di quel trasporto che lui non ebbe neanche il tempo di provare ad opporsi.

- Oh Miroku, dovresti sapere che a noi puoi dire tutto, non devi assolutamente sentirti in imbarazzo! Sai, ieri io e tuo padre siamo rimasti molto sorpresi nel sentirci rivelare da Keisuke la tua omosessualità, ma ne abbiamo discusso e siamo giunti alla conclusione che preferiamo un figlio felice a qualche nipotino, quindi sentiti libero di amare chi vuoi senza preoccupazioni e sappi che noi saremo sempre dalla tua parte! -

Più che senza parole, si può dire che il povero diciottenne fosse andato completamente in tilt nel sentire quel discorso.
Per un istante quasi credette di stare sognando, perchè insomma, cosa sarebbe mai potuto essere quello se non un incubo?
Da quanto il suo viso stava andando in fiamme e il suo stomaco in subbuglio, però, il biondo arrivò all'amara conclusione che quella fosse proprio la realtà.

Per quanto glielo permettesse la sua posizione attuale (si trovava infatti ancora stretto con forza al petto della madre), il ragazzo rivolse uno sguardo implorante in direzione del padre, sperando che almeno lui capisse quanto quella situazione fosse assurda e mettesse fine a tutto ciò.
Sorprendentemente però l'uomo, solitamente di una rigidità incredibile, nel sentirsi interpellare scosse le spalle e alzò lo sguardo al cielo.

- Tanto a dei nipotini ci avevo già rinunciato da tempo e poi i genitali sono tuoi, fanne ciò che ti pare. -

E detto ciò si voltò, dirigendosi come se nulla fosse verso la cucina per fare colazione, lasciando il figlio maggiore a dir poco allibito e il minore, da quanto stava ridendo, in procinto di strozzarsi con i biscotti che si era portato dietro per assistere alla scena.

- Kei! -

Esclamò allora Miroku in tono implorante.
Dopotutto era stato il fratello a diffondere quella storia, per cui se lui stesso avesse amesso che in realtà si era trattato solo di una frottola inventata sul momento, si sarebbe sicuramente risolto tutto.

- E va bene. -

Sbuffò il castano roteando gli occhi, mentre la madre lasciava finalmente la presa sul figlio maggiore.

- Finalmente... -

Mormorò Miroku sospirando sollevato.

- La verità... - Iniziò Keisuke posando la busta di biscotti sulla credenza che stava alle sue spalle e assumendo un'espressione grave. - La verità è che Miroku non è affatto gay... -

- Grazie mille Kei, non ne potevo proprio più di questa situazio... -

- È pan. -

- COME SAREBBE A DIRE!? -

~

- Hai la faccia di uno che è stato appena messo in bocca da un gatto gigante, masticato, insalivato e poi risputato fuori in una palla di pelo. -

- Ma da dove ti vengono certe metafore? -

- È un talento naturale. - Rispose la rossa sbrigativamente, quasi fosse abituata a ricevere commenti del genere. - Quindi cosa ti è successo? -

nothing has changed //Yaoi//Where stories live. Discover now