20

934 117 36
                                    

- Questa me la paghi, Roku... Questa me la paghi... -

Sussurró a denti stretti il tredicenne osservando il fratello con gli occhi assottigliati e le braccia incrociate al petto.

Sembrava aver appena combattuto una vera e propria battaglia con quei capelli tutti spettinati (perfino più del solito), i vestiti sgualciti e, soprattutto, lo sguardo allucinato di un soldato appena tornato dal fronte.

- È stato emozionante. - Esclamò invece Akemi, gli occhi che quasi le brillavano dall'emozione. - Quando gli viene puntata una lampada contro, Kei diventa incredibilmente sincero, sai? Non pensavo che cose del genere funzionassero anche nella vita reale, oltre che in certi polizieschi. -

- Sono felice per te. -

Ribattè Miroku forzando un mezzo sorriso, nonostante in realtà il suo primo istinto nel veder ricomparire la rossa e il fratello davanti alla soglia della sua camera fosse stato quello di fare le valigie e fuggire per la destinazione più lontana che gli venisse in mente. E ovviamente non solo perchè Keisuke stava continuando a fissarlo con un'incredibile furia omicida negli occhi, ma anche e soprattutto perchè sapeva che, adesso che quella sanguisuga affamata di storie aveva prosciugato il suo fratellino, sarebbe passata ad occuparsi di lui.

- Ci mettiamo in camera tua o preferisci il soggiorno? -

Chiese Akemi osservandolo innocentemente, stringendo tra le mani una penna e un piccolo blocchetto per gli appunti.

- Prenderai appunti? -

Ribattè il biondo strabuzzando gli occhi.

- Ma certo. - Replicò lei con un'alzata di spalle. - Ne ho bisogno per il mio articolo. -

- ...Temo di non seguirti più. -

- Allora... - Sospirò la ragazza alzando lo sguardo al cielo, quasi si stesse domandando perché diamine il suo amico (o vittima, in base ai punti di vista) fosse così lento di comprendonio. - Hai presente che da grande ho intenzione di fare l'avvocatessa, no? -

- Ho tremato la prima volta che me l'hai detto e sto tremando tutt'ora. -

- Molto spiritoso. - Ribattè lei ruotando gli occhi. - Ad ogni modo, oltre a frequentare i normali corsi di giurisprudenza, di recente ho iniziato anche a collaborare con un gruppo di ragazzi degli ultimi anni che si occupa della redazione di quella rivista mensile che sicuramente avrai visto milioni di volte in vendita nell'edicola davanti alla scuola... -

- Ma io veramente non... -

- Questa rivista... - Proseguì però la diciottenne senza prestargli attenzione. - Non si occupa solo di fatti di cronaca, bensì ha anche una piccola rubrica scientifica verso ultime pagine. Ecco, per il prossimo numero c'è bisogno di un articolo di psicologia in questa rubrica e io mi sono proposta per occuparmene. -

- E quale sarebbe il titolo di questo articolo? -

- Devo ancora pensarci, ma so per certo che riguarderà l'amore e la stupidità umana.
Chiaramente prenderò l'esempio di Kei per sviluppare la parte riguardante l'amore e il tuo per la parte sulla stupidità.
Ma stai tranquillo, alla fine scriverò quella solita scemenza del "ogni riferimento a fatti o persone realmente esistenti è da considerarsi puramente casuale". -

- Ne sono onorato. - Ribattè Miroku in tono piatto. - Ma, tanto per sapere, come si chiama questa rivista? -

- Fanodani. -

Rispose lei dopo un istante di esitazione, annuendo con decisione.

- Fanodani... - Ripetè Miroku aggrottando la fronte e osservando l'altra con sguardo pieno di scetticismo. - Il fatto che sia l'anagramma di "fandonia" ovviamente è da considerarsi solo cone una strana coincidenza, vero? -

nothing has changed //Yaoi//Where stories live. Discover now