《Kyle! Ragazzo! Perché piangi? Ehy...》 Riconobbi la voce di Bernard, che però mi giunge ovattata.
La mia mente era troppo occupata a pensare a Lei, a dove fosse, se l'avessero già presa e se no, dove diavolo si trovava?
《Hai visto Hay...Hayden?》 Chiesi piano, senza però distogliere il mio sguardo da dove lo avevo puntato, ovvero il vuoto.
《Me lo stavo chiedendo anch'io. È uscita più di dieci minuti fa per andare a buttare la spazzatura...ma due minuti sono uscito per cercarla, visto che non l'avevo vista rientrare, e lei non c'era....》 Rabbrividì a quelle parole.
Dieci minuti. A Loro gliene bastava uno.
Non l'avevo vista rientrare. Del fatto che non fosse rientrata era sicuro, visto che avevo setacciato ogni angolo del locale e Lei non era da nessuna parte.
Lei non c'era. Sicuramente lui aveva controllato già per bene, ma per qualche motivo, ero comunque corso verso il retro del locale, con la speranza di trovarla.
Con la speranza di vederla e poterla riabbracciare.
Con la speranza si poterla baciare finché non siamo senza respiro.
Con la speranza che fosse tutto uno scherzo.
O, almeno, lo speravo con tutto il cuore.

Correvo, con la speranza nel cervello e l'amore per quella ragazza nel cuore.

Correvo, e non mi importava del fatto che non avessi più fiato per la ricerca precedente e per il pianto.
Non mi importava perché, a prescindere, senza di Lei, non avrei più saputo come respirare.
Lei me lo aveva insegnato e poi lei stessa era diventata il mio ossigeno.

Corsi e, appena aprì la porta sul retro, iniziai ad urlare il suo nome a tutto fiato.
E non mi importava della gente che passava davanti al vicolo e mi guardava male.
Io volevo solo la mia Hay.
La volevo stringere forte tra le mie braccia.
Volevo continuare a coccolarla, a baciarla, ad amarla, anche se questo l'avrei fatto per tutta la mia vita.

Urlai, fino a perdere il fiato e fino a che le gambe non mi cedettero, sia per il fatto che tremassi peggio di una foglia, sia per lo sforzo, perciò mi accasciai su me stesso.
Ed iniziai a piangere di nuovo.
Mi presi il viso fra le mani e continuai.
Singhiozzai, continuai a sussurrare il suo nome.

《Hay...Ti prego...Non puoi avermi lasciato così...So che non è colpa tua...Che è di Loro...Ma...io ti amo.... E.. non ce la farei... senza i tuoi sorrisi....senza la tua risata...Il...Il tuo sguardo...mi faceva innamorare di te ogni...volta...Sei la mia piccola...Ti prego...torna da me...》 Sussurrai tra le lacrime e i singhiozzi.

Ero un uomo ma stavo piangendo.
Molti dicevano che era da femminuccia.
Ma qualsiasi uomo quando era innamorato diventava una femminuccia.
E chi non lo capiva, beh, non amava realmente.
Non amava qualcuno come io amavo Hayden.
E Dio se l'amavo.
Non ce l'avrei fatta senza di Lei.
Ne ero consapevole.
Ma Lei?

Come avrebbe affrontato l'Inferno senza un accompagnatore, qualcuno che condividesse il dolore con Lei e facesse di tutto per farglielo dimenticare, anche se solo per poco tempo.
Come avrebbe affrontato le violenza, frustate, pugni, calci, tagli, insulti pet la seconda volta, quasi, del tutto consapevole, che una seconda volta era difficile che sarebbe potuta uscire, ma io avrei fatto di tutto pur di riportarla da me.
Di tutto.

All'improvviso sentì uno squillo, che avvertiva l'arrivo di un messaggio, e già sapevo di chi fosse.
Tirai fuori, molto lentamente, il telefono dalla tasca anteriore dei miei jeans e controllai il messaggio, il quale mi fece rabbrividire e iniziare a tremare.
Ce l'avevano fatto.
L'avevano ripresa.
La mia piccola...

Beautiful Pain Where stories live. Discover now