Capitolo 21

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Ci sono lacrime che toccano il pavimento
e altre che bagnano il mondo che hai dentro,
perché il dolore e il silenzio
sono maschere dello stesso momento.
-Anonimo

Kyle's Pov

Ho sempre cercato di non pensare al mio passato, di far finta che tutto quello che mi era capitato fosse un incubo, un solo e fottutissimo incubo.
Ho sempre cercato di dimostrarmi forte di fronte agli altri, di non far vedere quanto in realtà fossi debole dentro, perchè quando dimostri le tue debolezze alle persone, loro le usano contro di te per distruggerti definitivamente. L'unica persona che sapeva chi ero realmente dentro e cosa avessi passato, era Richard. Ormai lo consideravo come un fratello, come la persona con cui condividere la mia vita, i miei pensieri e il mio passato.
Non sapevo molto di lui, quel che mi bastava per capire che fosse una persona affidabile, a cui avrei affidato la mia stessa vita.

Lo avevo conosciuto dopo un paio di mesi dal momento in cui finalmente ottenni la mia libertà,in un bar a Manhattan, in cui lui lavorava come barrista. In quel periodo andavo spesso in quel bar a bere e ad ubriacarmi, cercando di dimenticare le violenze subite, e lui era sempre lì, dietro al bancone, a soddisfare le richieste dei suoi clienti, dandogli da bere, tra cui c'ero pure io.

Un giorno, però, avevo alzato troppo il gomito e mi ero ritrovato coinvolto in una rissa. Non ricordavo molto di quel giorno, per colpa del mio stato di ubriachezza, solo il fatto che con i pugni ci fossi andato giù pesante, per questo il giorno dopo, dopo averci pensato per un bel po' di tempo, riandai al bar per chiedere con chi mi fossi preso a botte e se avessi causato qualche danno, volendomi scusare in tal caso, e mi ritrovai a chiedere informazioni ad un barrista che era dietro al bancone,Richard, il quale notai, dopo, che avesse un bell'occhio nero e il labbro spaccato. Gli chiesi subito scusa, deducendo che fosse stato lui la mia vittima, dicendogli che il giorno prima non fossi in me per colpa dell'alcool e che, per qualsiasi motivo lo avessi fatto, il mio comportamento nei suoi confronti non era giustificato. Lui all'inizio mi rispose con un semplice 《Lo so,tranquillo》 e mentre io continuavo a rimanere lì a fissarlo preoccupato,lui continuava a pulire i bicchieri e a servire i suoi clienti, fino a che, ad un certo punto, si fermò di fronte a me, mi guardò e mi sorrise 《Guarda che puoi andare. Stai tranquillo, è tutto apposto. Ho pure detto al proprietario che non era colpa tua, così potrai continuare a frequentare questo posto.》

Io ero rimasto sorpreso di fronte alle sue parole e al suo comportamento nei miei confronti, dopo quello che gli avevo fatto e, per non farglielo notare e per schiarirmi le idee, gli avevo chiesto perchè lo avessi fatto, se c'era un motivo oppure ero solo troppo ubriaco per comprendere cosa stessi facendo e fu proprio la sua risposta a far iniziare la nostra amicizia, a farci diventare quello che siamo ora. "Beh, mentre stavo cercando di portare dei drink ad un tavolo, per sbaglio un ragazzo poco sobrio mi ha spinto, facendo finire i liquidi proprio addosso a te e per questo mi hai preso a botte e, anche perchè, avevo interrotto il tuo flirt con una ragazza. Ma, sai, penso di averti salvato da un nottata e un risveglio terribile: quella ragazza era conciata peggio di Crudelia Demon." Ed aveva fatto una faccia così disgustata, che se ci pensavo ancora, ridevo per quanto era ridicola.

Era nato tutto da lì, da una rissa e da una battuta orribile. Era nata un' amicizia che ormai continuava da parecchi anni. All'inizio era solo uno scambio di battute e di bevute durante le serate in cui lui lavorava, ma ,dopo un po',il nostro rapporto si rafforzò e,riuscì pure ad aprirmi con lui e a raccontargli cosa avessi passato.

Gli raccontai tutto di me.
Del fatto che avessero ucciso i miei genitori di fronte a me, di fronte ai miei occhi, di fronte ad un ragazzino di quasi 16 anni.
Un ragazzino di quasi 16 anni che ha assistito alla morte dei suoi genitori, che li ha visti implorare pietà di fronte al loro assassino, che li ha visti pregare affinché non facessero del male pure al loro figlio, al loro unico figlio, ma a quanto pare le loro preghiere non erano state esaudite.
Un ragazzino di 16 anni che, mentre viveva in quell'Inferno,sognava tutte le notti i loro genitori e si svegliava urlando i loro nomi, che ogni volta che sveniva per il dolore, li vedeva davanti ai suoi occhi e gli dicevano di resistere, di farlo per loro.

Beautiful Pain Where stories live. Discover now