Capitolo 15

16.5K 560 72
                                    

Non sai mai quanto sei forte,
finché essere forte
è l'unica scelta che hai.
-Chuck Palahniuk

Hayden's Pov

Dopo quel messaggio, passai l'intero viaggio in macchina in completo silenzio,  con l'ansia e la paura che mi divoravano lo stomaco.
Prima di quel messaggio , ero felice del fatto che lui fosse ancora vivo ma, dopo, capì che ormai non c'era più tempo per iniziare a cercarlo e, forse, trovarlo.
Ma, in alcun modo, anche se lo avessi trovato, che cosa avremmo potuto fare noi due contro di Loro e contro tutti i loro scagnozzi?
La situazione non sarebbe cambiata, perché noi due non ci saremmo riusciti lo stesso a salvarci.

Nella mia mente provavo a trovare delle ragioni per cui non arrendermi e non farmi ritrascinare in quell'Inferno, ma non riuscivo a trovarle, non riuscivo a trovare dei motivi per cui resistere, tanto ormai era come se fossimo già nelle loro mani.

Sapevano tutto di noi e ormai me lo avevano dimostrato fin troppo bene.
Sapevano dove abitavo.
Sapevano dove lavoravo.
Sapevano che posti frequentavo.
Sapevano chi frequentavo.
Sapevano anche che emozioni provavo, se provavo paura, felicità, ansia.

Ma ancora una cosa non mi tornava.
Se Loro ci avevano già in pugno, allora perché non rapirci subito e far finire questo stupido gioco dei messaggi e dei ricordi?
Perché continuare ad intimorirci e a farci vivere con la paura e l'ansia di essere riportati nelle loro mani?

C'era solo una spiegazione a tutto questo.
Il loro compito è sempre stato quello di rovinarci, di distruggerci.
Forse volevano che,prima di prenderci e di distruggerci fisicamente con le loro mani,
noi ci distruggessimo emotivamente, fino ad arrivare all'esaurimento.

Mi risvegliai dai miei pensieri quando sentì l'auto di Richard fermarsi.
Mi girai verso il finestrino, e vidi spiccare l'insegna illuminata di blu del "Light Blue".
Accesi il cellulare e notai che fossimo in ritardo di ben 40 minuti.
Mi iniziò a salire l'ansia.
Speravo che nessuno lo notasse, sennò stavolta avremmo perso veramente il lavoro e a noi serviva lavorare, soprattutto a me, che senza esso sarei dovuta rimanere a casa da sola a pensare e a rimuginare sui ricordi e sul mio passato.

Mi avviai verso la porta sul retro, dove solitamente lo staff del locale entrava ed usciva.
Mentre ero intenta ad avviarmi verso essa, mi accorsi dell'assenza di Elisabeth al mio fianco.
Girai lo sguardo per vedere dove fosse, e la vidi intenta a dare un bacio a stampo a Richard e a dirgli un
《 A tra poco》 per poi dirigersi verso di me.
Prima di rigirarmi e continuare a camminare,vidi Richard fare un cenno con la mano verso la mia direzione, per poi correre verso la sua macchina e sgommare via con essa,a massima velocità.

Mi rigirai verso Elisabeth e la seguì, fino ad addentrarci nel locale.
《Perché è andato via?》 Le chiesi mentre sistemavamo le nostre cose nei nostri armadietti personali.
All'improvviso si bloccò e la vidi spalancare gli occhi, come se fosse stata beccata con le mani nel sacco.
《Chi?》 Mi chiese, facendo la finta tonta e ritornando a sistemare le sue cose.
La guardai di traverso e al tempo stesso confusa dal suo strano atteggiamento.
《 Alberto!》 Le risposi,dicendole un nome a caso e prendendola in giro come lei stava facendo con me.
《 Mmh... Non conosco nessun Alberto.》 Mi rispose, facendo finta di pensarci su.

Chiusi il mio armadietto con forza, facendola sobbalzare, e mi appoggiai contro ad esso, guardandola male e aspettando che la smettesse di prendermi in giro.
Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo, prima di parlare.
《Eh va bene! Richard è andato via per un po' perché aveva da fare, ma tra poco dovrebbe ritornare.....》 La guardai, aspettando che continuasse.
《....In compagnia.》 Quando disse l'ultima parola, capì subito a chi si riferisse.

Beautiful Pain Where stories live. Discover now