Capitolo 32

13.3K 369 55
                                    

VI PREGHEREI DI LEGGERE A FINE CAPITOLO, CHE HO DELLE COSETTE DA PROPORVI.

La luce dei nostri sogni si
transforma nel mostro dei nostri
incubi. E diventiamo schiavi delle
cose non realizzate,
delle possibilità non vissute.
-Paulo Coelho

Kyle's Pov

Appena sentì quelle parole, iniziai a correre.
E corsi.

《Hai fatto bene a lasciare la tua Hayden sola, soletta, così le facciamo compagnia noi.》 Erano queste le parole, dopo una lunga conversazione avuta con Loro appena fuori dal locale, che avevo sentito e le quali mi avevano subito fatto iniziare a correre verso l'interno del locale per cercare la mia piccola.

Correvo e, intanto, speravo.
Speravo che non le sarebbe successo.
Ma li conoscevo.
Li conoscevo fin troppo bene e sapevo che non sarebbero stati con le mani in mano, quando avevano l'opportunità di riprenderla.

Correvo e, intanto, piangevo.
Avevano passato dei giorni magnifici, anche se erano stati solo 2 e poco più ed eravamo stati così bene insieme.
Non poteva succederle qualcosa.
Non ora.
Non quando tutto andava così bene.
Ma, si sapeva.
Per noi questi giorni così belli erano stati troppo.
Erano stati il Paradiso.
E, noi, non eravamo abituati al Paradiso.
Secondo esso, noi meritavamo solo l'Inferno.

Correvo e, intanto, spintonavo la gente e la cercavo fra essa.
Al bancone non c'era. Era il primo posto nel quale l'avevo cercata, quimdi doveva per gorza trovarsi in giro per il locale a consegnare qualche bevada ai clienti.
Si, doveva essere per forza così. No?

E, invece, mi sbagliavo.
Avevo settacciato ogni stanza, ogni angolo del locale, ma lei non era in nessuno di quei posti.
Avevo scambiato per lei qualsiasi ragazza che le assomigliasse minimamente, ma non perché la sua bellezza naturale potesse essere uguagliata, ma solo perché ogni volta che controllavo il loro viso, speravo di trovare quel sorriso cordiale che lei solitamente rivolgeva ai clienti, anche se l'infastidivano, come quel ragazzo di prima, al quale ci avevo pensato io a dare una lezione.

Non la trovavo e, io, stavo per andare in iperventilazione per quanto il cuore mi battesse forte e per quanto veloce inspiravo ed espiravo.
Avevo così tanta paura.
La volevo trovare.
Ma lei non c'era.
O era io che non la trovavo.
Mi sentivo così impotente in quel momento, appoggiato al bancone a piangere e non mi importava che le ragazze mi vedessero piangere così, come una femminuccia, o qualsiasi altra persona.

Non mi importava.
Avevo trattenuto per troppo le mie lacrime.
In tutti questi anni lo avevo fatto.
In tutti questi anni in cui mi mancava l'unica persona che mi avrebbe capito, che mi avrebbe aiutato ad andare avanti, come io avrei aiutato lei.
In tutti questi anni, in cui, la notte sognavo il mio passato, credevo ad un presente e speravo in un futuro, con Lei.
E ora che avevo potuto, finalmente, entrare dentro il mio sogno, una forza oscura mi aveva buttato fuori, facendomi capire che, in realtà, era questa la vita che ci prospettava il destino e, noi, non potevamo cambiarla.
Nonostante la forza che ci avremmo messo, il buon animo e l'amore, noi non avremmo mai potuto cambiare quello che avevamo vissuto e quello che, purtroppo, avremmo vissuto in futuro, ovvero questo.
Il rivivere il passato, ma con più paura, perché sapevamo che, come la prima volta eravamo riusciti a scappare, una seconda volta non sarebbe capitato.
Non ce lo avrebbero permesso.
Sarebberi stati più attenti, scaltri.

Avevo una voglia matta di urlare e di chiedere al destino perché ce l'avesse tanto con noi.
Eravamo solo 2 ragazzini.
Due cazzo si ragazzini picchiati, maltrattati, fatti vivere nella miseria.
Due ragazzini che hanno perso la speranza.
L'hanno persa da giovani e adesso vivevano solo perché la visione della morte li riportava al passato, e questa era la cosa che faceva più paura a loro.
Non avevano paura di morire una volta fisicamente, ma un'infinità du volte mentalmente.

Beautiful Pain Where stories live. Discover now