Capitolo 38

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Essere felici non significa
che tutto sia perfetto.
Vuol dire di aver deciso di
guardare al di là delle
imperfezioni.
-Louise Hay

Hayden's Pov

Molto spesso, noi umani, classifichiamo i sentimenti e le emozioni come di un solo tipo.
Pensiamo che non esistano diversi tipi di amore.
Amore verso il proprio partner. Amore verso la propria famiglia.
Amore verso il proprio animale.
Amore verso se stessi.
Sono solo una minima parte dei tipi di amore che troviamo nell'universo.
L'universo ne è pieno e l'ultimo è sicuramente il sentimento più difficile che un umano riesca a provare: l'amore verso se stessi.
Dicono che quando si è innamorati di una persona si vedano solo i pregi di quella persona e si amano i difetti, cosa difficilissima da fare verso noi stessi.
Ci sarà sempre quel dettaglio di noi che non ci farà amare il proprio corpo, il proprio carattere.
Quel dettaglio che ogni volta che noteremo ci farà sentire male, inadatti, imperfetti.
Ci farà diventare tristi così da rovinare l'intera giornata.
Ma è un dettaglio permanente, perciò te lo ritroverai il giorno dopo, come quello ancora e sarà sempre lì a ricordarti che non si è perfetti.
Ma tutti noi, il più delle volte, cerchiamo la perfezione.
Quella perfezione piena di imperfezioni.

E come l'amore, vi è anche il dolore che ha miliardi di sfumature che spero vivamente che nessun umano abbia provato o che proverà
Io ho provato sulla mia pelle molte di queste sfumature in tutti questi anni passati nel terrore, nel ricordo di una vita passata a combattere per la propria libertà.
Libertà che dovrebbe essere concessa di diritto agli umani.
Libertà che non dovrebbe essere mai tolta con la forza ad una persona, ad un'adolescente.

Ho provato il dolore fisico.
Ho provato il dolore emotivo.
Ho provato il dolore mentale.
Ho provato il dolore per aver perso i miei due angeli custodi.
Ho provato tanto, troppo dolore.
Ma solo un tipo di dolore non avevo provato fino ad oggi.
Solo uno.
Il peggiore.
Quello che ti lacera dentro sapendo che potresti fare qualcosa, ma non sai da dove cominciare o vi è una percentuale troppo bassa di riuscita.
Quella paura che ti mette in testa troppe domande.
Cosa devo fare?
Ci devo provare?
Oppure è inutile?
Ma il dolore peggiore di ciò viene dalle lancette dell'orologio che scorrono veloci, mentre tu stai ancora riflettendo, e più scorrono e più capisci che hai perso tempo nel cercare una risposta.
Risposta che ti doveva già essere chiara dall'inizio.

Sto parlando del dolore, dettato dalla paura, di perdere qualcuno.
E ti chiedi continuamente cosa potresti fare per trovarlo e per riprendertelo; ma appena ti convinci, ricordi.
Ricordi che sei solo un insignificante ragazza divenuta donna troppo presto, che non ha idea da dove iniziare per ritrovarlo e che inoltre in questo momento si trova attaccata ad una macchina che emette continui bip, cosa che ti fa ricordare ogni secondo che sei in un ospedale, sotto osservazione, con due agenti della CIA a fare da guardia, i quali non capiscono che io ormai sono fuori pericolo ma Lui no.

E fa male tutto ciò.
Fa male saper di poter perdere Lui e non poter nemmeno provare ad evitare tutto ciò con le proprie mani e gambe.
Fa male la consapevolezza di poter perdere la ragione per cui vale la pena continuare a lottare contro i mali che vi sono in questo mondo.
Fa male sapere che lui in questo momento potrebbe star soffrendo in tanti modi, ma solo uno potrebbe essere il peggiore fra questi.
La sofferenza di un tradimento.
Il tradimento di colui che considerava come il suo migliore amico, fratello.
Il tradimento di colui che ti dovrebbe supportare e sopportare sempre, di colui di cui dovresti fidarti, di colui a cui daresti la propria vita pur di salvare la sua, di colui che consideri come un fratello.

Beautiful Pain Where stories live. Discover now