1. Ritorno

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Mi svegliai all'urlo dell'autista di quel fuoristrada militare arrangiato: "capolinea".

La luce era fredda ma forte, sembrava un inverno senza fine, come se il cielo grigio riflettesse i nostri sentimenti. Era anche mattino presto e la nebbia non si era ancora dissolta. Camminai per le strade della periferia come se fosse ancora quella di una volta, come se potessi farmi un giro tranquillamente o potessi uscire la sera per andare da Aries.

Era passata una settimana dalla battaglia sulla Terra e avevamo finalmente trovato un modo per tornare nell'Altra Dimensione. Avevamo trovato un portale libero poco lontano da quello che usavamo noi dell'Accademia. A quanto pare dall'altro schieramento ci stavano dando i mezzi per iniziare la vera guerra. Guardai il palazzo dove una volta ci abitavano ricchi Angeli e Demoni di un certo rango, avevamo scelto di stanziarci lì, c'erano ancora tutti i mobili. La città era stata evacuata come se tutti fossero spariti con uno schiocco di dita.

Il Presidente si era rinchiuso nella cittadella dell'Accademia con l'esercito e tutti i conservatori del sangue puro e gli altri al potere, mentre noi della rivolta eravamo in città. Chi non voleva partecipare alla guerra aveva già trovato modo di nascondersi nelle campagne.

D'altra parte la maggior parte dei Caduti aveva scelto di tornare con noi e altri avevano deciso di rimanere sulla Terra e continuare la loro vita, lasciammo carta bianca a tutto l'esercito. In più, dopo quello che era successo, tutti i mezzosangue della nostra vecchia casa avevano scelto di unirsi alla causa. Ma c'era un'altra categoria, quelli come mio padre che, dopo un lungo periodo sulla Terra, aveva deciso di diventare parte attiva dell'esercito, nonostante fosse un po' arrugginito coi poteri.

Arrivammo all'attico, io e gli altri miei amici ci dividevamo l'immenso appartamento.

Luke fischiò una volta dentro "Cavolo che lusso" commentò mentre tutti ci guardavamo intorno.

La casa era super moderna e non ero d'accordo che stessimo in un luogo così costoso ma in effetti era anche comodo come posizione.

"Andiamoci a scegliere le camere" suggerì Valeria.

Mentre gli altri andavano a dividersi la camere e a lasciare quei pochi effetti personali, io mi soffermai sulla vista che regalava lo spazioso open space della zona giorno. Si vedeva tutta la nostra città, al di là dei palazzi e delle case si vedevano le bandiere e la torre dell'Accademia. La nebbia si era finalmente alzata e il sole illuminava il lato est dove c'erano le palestre dove facevamo Duello.

"Nostalgia?"

Axel mi spaventò, credevo di essere rimasta sola. Non avevamo parlato nell'ultima settimana.

"Non tanto degli schemi, quanto della tranquillità che avevo quando eravamo tutti chiusi in quelle mura a fare lezione."

Ed era vero. Sentivo che le lezioni non mi servivano più, sinceramente non mi serviva a molto sapere tutte le stronzate della Hollis quando l'unica cosa di cui avevo bisogno era far cadere l'impero del Presidente e sciogliere l'esercito. La storia la stavamo già facendo noi.

"Non pensi che la situazione ti stia sfuggendo di mano?" mi domandò, forse era preoccupato per me o forse aveva solo paura di quanto stesse diventando seria la cosa.

"Niente che io non possa gestire, adesso ci aiutano anche i nostri padri quindi" alzai le spalle.

"Ogni giorno ci sono sempre più Creature che si alleano a noi, fra poco questo palazzo strariperà" mi avvisò ma lo sapevo benissimo.

"Vorrà dire che ne occuperemo un altro"

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Entrai nella camera che Flavjola e Marika avevano scelto per noi, Valeria aveva deciso di unirsi alla combriccola di ragazze, come ci chiamava Calum. Quei pochi oggetti personali che mi erano rimasti erano il mio piccolo tesoro. Un'agenda dove ci scrivevo di tutto per non scordarmi i viaggi e le missioni e le cose importanti, i cristalli che trovai sotto il cuscino, un braccialetto d'oro che avevo da sempre, il mio cellulare che era praticamente morto e delle foto con i miei genitori e le mie amiche. Sospirai dalla tristezza e decisi di stendermi sul letto per riposare ma non ci riuscii.

"Posso?" poco dopo sentii bussare alla porta.

Michael aveva un sorriso timido e il viso abbastanza tranquillo, credo che lui ormai avesse accettato tutta la situazione.

"Ciao" gli sorrisi mentre mi tiravo su, lui si sedette sul letto.

"Volevo solo sapere come stai" 

"C'è davvero un modo per definire la mia pressione?" Gli feci uscire quel sorriso tenero e bellissimo. Sembrava così tanto un angelo.

"Non so come fai ma se hai bisogno di qualcosa o di qualcuno con cui parlare, sai che ci sono. Non sei più il mio tutor e io non sono più il ragazzino spaventato al primo giorno di Accademia."

Lo abbracciai. Avevo bisogno di lasciarmi andare un po', almeno prima che le cose si movimentassero per davvero. Gli ultimi giorni erano stati un sorta di Limbo prima dell'Inferno.

"Grazie Michael. Se non fosse stato per te, Patch ci avrebbe condannati tutti"

"Stai tranquilla, tu guardi le spalle a noi e io le guardo a te"

"Va bene"

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HELLO BITCHES IM BACK!

So che ci ho messo un po' di tempo a scrivere questo sequel ma sono sicura che piacerà tanto❤️ (o almeno lo spero)

Anyway continuo a ringraziarvi per tutte le letture e i commenti positivi nel primo libro.

Un'ultima cosa: preparate i vostri feels perché questa volta mi ci sono messa sotto alla vecchia maniera (quelle di voi che sono qui da tanto capiranno).

All the love,

Mar

Accademia delle Creature 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora