51- Blood

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Mi alzo di scatto.

La mia schiena sente subito la mancanza del tepore che il corpo ha lasciato sul piumone bianco porcellana, incandescente grazie ad un timido raggio di sole.

I miei occhi roteano nella stanza, alla ricerca di risposte; le domande affollano la mia mente come il telefono di un personaggio famoso quando viene rivelato il suo numero di telefono al Mondo; frammenti di parole schizzano nella mia mente come uno stormo d'uccelli inferociti.

Cerco di ordinare quelle parole confuse per creare la prima domanda sensata: perché mi sentivo come se stessi per morire?

Involontariamente una mia mano accarezza il collo; una miriade di brividi mi percorrono la pelle della schiena quando frammenti d'istanti s'insinuano nella mia mente sotto forma di flash confusi.

Io che entro in questa stanza, Carly che mi scopre, la terribile sensazione di non avere più tempo; e ancora, la pistola nelle mie mani quando la cornice è stata scagliata sul mio viso; le mani di Carly, dannatamente simili a quelle del padre, ancorate al mio collo; i nostri corpi fusi in una lotta maligna con la pistola interposta tra noi, un colpo fugace e, poi, il buio.

Perché il buio mi ha avvolta se la pallottola non ha colpito me? Almeno, credo che non abbia colpito me, visto che sono ancora viva. Potrei essere semplicemente svenuta, forse per il terrore o forse per la scarsa ossigenazione al cervello mentre Carly mi strozzava.

Ma per quanto tempo sono rimasta svenuta? Qualche secondo, giusto il tempo di pregustare il sapore insipido della morte, o qualche minuto, quel tanto da bastare per far scorrere il tempo scarso e farmi passare ultimi istanti di tranquillità prima che la polizia ci raggiunga ed io ritorni a casa, dalla mia famiglia, dai miei amici.

Forse sarebbe un bene tornare a casa, tornare alla mia monotonia; almeno non rischio ogni istante di perdere la vita, almeno potrei dimenticarmi il viso morente di Luke e potrei ignorare il problema, senza che lui mi faccia domande.

Ma, detto sinceramente, che vita è se non si rischia? Che vita è se non ci sono i problemi? Che vita è se non si devono affrontare i problemi? Certo, una vita monotona non è pericolosa, non si ha il rischio di ferirsi ogni giorno, non esiste il rischio di provare  emozioni che penetrano nel cuore ed influenzano la ragione!

Ma che gusto c'è vivere una vita monotona, non provare il brio delle emozioni vibrare nei polmoni e la libertà scorrere nelle vene? Cosa c'è di bello nel soffocare il ringhio delle emozioni, senza farle esplodere in un ruggito talmente potente da far scappare la sua preda ribelle: la monotonia.

Certo, se ritorno alla monotonia, dovrò dimenticarmi di tutta questa avventura. Ma come potrò cancellare dalla mia mente tutto ciò che ho vissuto? Come si fanno a scordare delle emozioni così forti che sono penetrate nella mia anima, incastrandosi nel mio cuore?

Non tutto è stato rose e fiori, ma il bello della vita è questo! Cadiamo e ci rialziamo, ci feriamo e guariamo; le cicatrici si formano ma basta coprirle con un fondotinta!

Ho rischiato di morire ma sono viva! Ho rischiato di essere trovata ma sono ancora una fuggitiva! Ho rischiato ed ho distrutto il muro di monotonia che circondava il mio castello, la mia vita.

La pallottola non ha colpito me; forse questa è la mia ultima possibilità per poter rivivere la mia giovinezza fino infondo; forse è un'ultima opportunità, se non l'unica, per poter parlare con Luke e sfogare le mie insicurezze!

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