36- Between Life and Death

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L'oscurità, così misteriosa quanto tenebrosa.
L'oscurità, che quasi sempre simboleggia la morte, l'arrivo alla fine della vita, un traguardo raggiunto.

Ma che senso ha superare gli ostacoli della vita, vivere un'intera vita, se poi alla fine il premio è solamente l'oscurità?

Un'eterna oscurità formata dal buio; un buio che ti penetra in ogni fibra, in qualsiasi millimetro del corpo, paralizzandoti, assopendoti; un buio che fin da quando si è piccoli fa paura, con l'arrivo di mostri, stregoni malvagi, demoni; un buio che non ti permette di vedere ciò che è vita; un buio che solitamente regna la notte, quando casualmente le persone dormono, quando il loro corpo vive ma la loro anima sogna, immagina, riposa.

Se tutto ciò fosse già stato premeditato? Se dopo la morte ci fosse solo l'oscurità, come quando si dorme? Un sonno dal quale, però, non ci si risveglia più, avvolti da una soffocante oscurità.

***

Una terribile oscurità prende il possesso di me; la mia mente pensa, medita, ragiona, ma il mio corpo rimane fermo, immobile, paralizzato.

Odo il dolce fruscio del mare infrangersi su qualcosa, come gli scogli, un pontile o la nostra barca; i gabbiani non cantano più, quasi come se fossero spaventati da ciò che è successo.

Ma io non so cosa è successo.

Provo a muovermi, ma l'oscurità me lo impedisce, quasi come se avesse pienamente il controllo su di me.

Odo dei leggeri scricchiolii, contornati da un suono lieve e soave. Sembrerebbe una dolce ninna nanna, che mi accompagna verso l'oscurità, mano nella mano, quasi ad incoraggiarmi.

Un delicato calore mi coccola la pelle, come se fosse una carezza; non è lo stesso calore del sole, naturale e sincero con la mia pelle; è un calore diverso, un calore che inizia a pizzicare, a bruciare, a farmi male; un calore ingannatore che mi costringe a restare ai suoi giochi, che mi minaccia.

La delicata fragranza del mare che mi ha accompagnata in tutta questa avventura, che mi ha incoraggiata quasi come un'amica fidata, sta diventando un odore sgradevole, soffocante; un odore che si insinua nei polmoni ed inizia a soggiogarli, quasi come fossero suoi schiavi.

L'ossigeno inizia a mancarmi dai polmoni; questi ultimi manipolati da un qualcosa ancora ignoto.

Cerco con tutta me stessa di aprire gli occhi, di avere il pieno controllo di me, ma non ci riesco.

La pelle scotta, i polmoni bruciano.

Odo un urlo strozzato, soffocato; una sorta di lamento non riuscito, un lamento trattenuto; un lamento proveniente dalla mia bocca.

Le dita delle mani iniziano a formicolare, a muoversi leggermente, così come le dita dei piedi; il formicolio sale, percorre il mio corpo dalle estremità fino al collo, alla testa, al viso.

Sto riprendendo il possesso di me; apro gli occhi.

Un fumo oscuro mi accoglie, ingannandomi, fingendosi l'oscurità di prima.

Ma io so che ho vinto, questa volta ho vinto io la terribile oscurità.

Mi manca l'aria; i polmoni la chiamano, la supplicano, ma io non riesco ad assimilarla; di conseguenza si vendicano, dolendo, bruciando.

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