29- Smiles

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Un dolce sole mi accarezza le palpebre; i gabbiani cantano il loro buongiorno volando sul mare alla ricerca della loro colazione; una leggera brezza mattiniera mi bacia delicatamente il corpo nudo; un soave odore di terra bagnata misto al mare salato mi invade le radici e mi fa venir la pelle d'oca. Tutto questo spettacolo della natura mi costringe a svegliarmi.

Apro a fatica gli occhi per la troppa luce; essa attraversa debolmente gli alberi maestosi, arrivando come uno spiraglio ai miei occhi.

Osservo l'ambiente che mi circonda.

Gli alberi verdeggianti padroneggiano l'ambiente; essi sono attraversati da brevi spiragli di luce che vengono sfumati da una leggera nebbia, dovuta dalla pioggia di ieri sera.

Le possenti e calda braccia di Luke cingono il mio corpo quasi del tutto nudo percosso da mille brividi; io indosso solamente il reggiseno e gli slip, mentre lui indossa i boxer; entrambi indossiamo le scarpe

È sdraiato sotto di me, con la testa leggermente appoggiata sulla mia spalla sinistra; sento il suo petto alzarsi ed abbassarsi regolarmente sotto la mia schiena ed il respiro caldo accarezzarmi il collo.

Le mie braccia sono avvinghiate alle sue; non voglio più lasciarlo andare, ho rischiato di perderlo una volta e mi è bastato per capire quando sia dipendente da lui.

Le nostre gambe sono intrecciate come i rami di un'albero di nocciolo.

Osservo l'ambiente che ci circonda ed i nostri corpi intrecciati e non posso far a meno di ricordare tutto ciò che è successo ieri sera.

Tutte le sensazioni provate e tutti i ricordi ritornano come un fiume e non posso far a meno che sorridere.

Le nostre labbra che si accarezzavano, le nostre lingue che si cercavano; le sue mani sul mio corpo, sulla mia intimità e sui miei seni;la mia mano nel suo membro, il suo sfogo nella mia mano; la sua lingua astuta nella parte più debole del mio corpo; il mio primo e poderoso orgasmo.

Dovrei sentirmi imbarazzata o confusa ma la verità è che mi sento me stessa; con lui tutto è naturale; ho fatto ciò che ho fatto perché mi sentivo a mio agio e non avevo vergogna del mio corpo; mi ha fatta sentir bene, amata, viva.

Dovrei essere spaventata da ciò che ho provato ma sinceramente non lo sono perché se qualcosa ti rende felice, non deve far paura.

Dopo aver raggiunto l'apice del piacere, dopo aver urlato il suo nome a squarciagola per il piacere, lui non mi ha guardata come una puttana, come pensavo. Infatti pensavo che gli uomini, dopo aver visto nuda una ragazza ed aver soddisfatto le loro fantasie erotiche, la guardassero con disprezzo come si guarda un oggetto inutile. Invece lui mi ha guardata con una tale dolcezza da far sciogliere un cubetto di ghiaccio; i suoi occhi brillavano e non per la passione del momento, ma per amore.

Nonostante i miei occhi fossero annebbiati dal piacere, continuavo a fissare i suoi nei quali tutte le volte mi ci perdo.

Ho seguito ogni suo movimento. Si è alzato delicatamente e si è sdraiato accanto a me; il suo corpo era a pochi millimetri dal mio ed il braccio destro piegato a sorreggere la sua testa.

Il modo in cui spostava delicatamente il peso del suo corpo dal mio per non farmi del male e farmi godere al massimo, mi ha dato un senso di gratitudine; non so bene come spiegarlo, ma ero grata a lui per non avere interrotto la festa che il mio corpo stava svolgendo. Ho osservato quando il suo corpo ha toccato con delicatezza il terreno; ho osservato come ha mosso il braccio per sorreggersi il capo. I nostri occhi sono rimasti incatenati l'uno nell'altro per tutto il tempo.

Ed io sono rimasta sdraiata a riprendermi e cercare di non perdermi ogni suo movimento.

Siamo rimasti a lungo in silenzio, con solamente il mare ondeggiare ed infrangersi sulle scogliere in lontananza e qualche goccia di pioggia cadere sul terreno a farci compagnia.

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